sabato 25 febbraio 2017

Recensione lipogrammica estrema:
Good People

Good People
[Edit: Un ringraziamento al mitico Daniele che col suo occhio da falco ha individuato gli errori che avevo commesso nella prima versione del post]

Per filmetti privi di pretese come questo, ho deciso di divertirmi con recensioni insolite. In questo post, per essere precisi, non userò il primo simbolo di quell'elenco di elementi che tutti conoscono e con cui si scrivono i libri e si compongono i discorsi. Per essere un po' più espliciti, eviterò quindi quel simbolo che nel suddetto elenco precede "b".

Come dice il titolo del post, il film in questione è "Good people" del 2013.
Si svolge nell'effervescente metropoli con il British Museum e il London Eye. Un uomo e consorte sono un po' tristi per problemi economici e per motivi di prole che vorrebbero giungesse e che invece non giunge: essi vorrebbero divenire genitori però i figli per il momento non vengono.

Un giorno, nell'edificio in cui vivono, i due coniugi scoprono un morto e un borsone pieno zeppo di sterline. Decidono di tenere i soldi tenendo segreto l'episodio. Cioè, coinvolgono le forze dell'ordine però non dicono loro del borsone.

Siccome il morto è morto per overdose, un poliziotto decide di tenere d'occhio i coniugi intuendo che i due non dicono proprio tutto. Inoltre, il poliziotto è sicuro che c'è un nesso con un diverso decesso, sempre per overdose, che lo coinvolge in modo diretto.

Dopo un due, tre giorni, i coniugi decidono che è il momento di spendere, un po' per il mutuo, un po' per degli elettrodomestici. Ben presto però, un individuo chiede loro un incontro. Questo individuo è colui che ritiene di dover essere il "legittimo" possessore (certo, non proprio nel senso stretto del termine) dei soldi ed è un tizio molto pericoloso, un pezzo grosso del giro delle droghe. Questo tizio rivuole i suoi soldi però non è l'unico: ci sono ulteriori loschi figuri che sconvolgono le esistenze dei due sposini.

Film che scorre liscio, privo di guizzi o sorprese e pure privo di tensione. Gli interpreti non eccedono nell'esprimere emozioni e sentimenti. Questo non è un difetto; se però ci si mette pure il ritmo lento, l'effetto complessivo è quello di un episodio dell'ispettore Derrick, storico telefilm vecchio di tre decenni, con in più un leggero tocco di quel recente telefilm, sempre tedesco, che denominerò Pitone 11 (ho dovuto servirmi di un diverso serpente).

Tutti sono molto compìti, pure nei momenti di crisi. Uno dei delinquenti non si permette di emettere un suono nemmeno mentre gli vengono messi dei chiodi nei piedi! Forse, essendo inglesi, devono tutti tenere un certo contegno.

Il direttore delle riprese è un certo Henrik Ruben Genz, che vide le sue prime luci nel posto dove c'è un regno il cui erede è un principe di nome Federico. Forse è lui (Genz, non il principe Federico) il motivo dello stile nordeuropeo simil - teutonico del film.

Giudizio complessivo: filmetto privo di disonore e di lode, visibile con un secchio di popcorn e tre birre.


Un ultimo pensiero per il poster: sembrerebbe sul genere di quello di un film del 1997 con George Clooney e l'ex moglie di Tom Cruise, con i due interpreti che corrono in modo vigoroso verso un ipotetico pubblico.

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Sulle prime volevo chiudere qui il post, invece ho poi deciso di procedere. Recensire il film di nuovo, reinserendo il simbolo escluso e togliendone uno diverso. Sempre più difficile!

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Si va quindi avanti cambiando tinta: la trascurata "a" ritornaaaaaaa! Lo fa con gran giubilo unito a gioia! Ma un altro simbolo ha stabilito di far vacanza: sì, il simbolo dopo la "d". Sarà dura ma ci provo, dai.

Il titolo non sarà riscritto a causa di ovvi motivi, tra l'altro l'ho già scritto sopra. Hum...giusto, sa un po' di scusa unita a pigrizia. Posso sfangarla con una parafrasi italica fatta con un po' di fantasia? Il titolo lo trasformo in "Buoni individui". Dai, più di così! Il significato non cambia troppo.

Il titolo ha sì causato un piccolo fastidio, ma non così farà la città in cui si svolgono i fatti narrati dal film.

A Londra, una coppia con difficoltà di soldi sogna un figlio. Un giorno, la coppia trova in una stanza sotto il proprio alloggio, un uomo morto con una borsa colma di contanti. La coppia chiama la polizia ma occulta i soldi. I poliziotti non sanno nulla, quindi, sui quattrini nascosti.

Ma un poliziotto risulta più furbo di altri: ha subodorato qualcosa di losco. Infatti, il morto trovato dai coniugi ha raggiunto una miglior vita a causa di un quantitativo massiccio di droga. Un fatto così va approfondito. Il poliziotto ha un lutto privato causato dalla droga. Chi ha dato la droga a sua figlia, magari poi l'ha data al morto trovato dai coniugi.

I succitati coniugi, intanto, fanno acquisti di vario tipo convinti di passarla liscia, ma un boss malavitoso, pratico di spaccio di droga, si fa vivo con la coppia arrogandosi tutti i diritti sulla grana. Il boss turba la vita agli sposi ma non sarà l'unico: altri loschi individui irrompono in casa mirando ai quattrini.

Il film fila via in modo tranquillo, privo di guizzi o di fatti straordinari o singolari. Non ci sono passaggi al cardiopalma, insomma tutto un po' piatto ma lo si guarda, 'sto film. Il ritmo placido unito all'aplomb dimostrato dagli attori mi hanno ricordato il clima di alcuni gialli da TV, girati a Monaco intorno agli anni '70. In alcuni punti, ho avuto il dubbio di star guardando addirittura Cobra 11.

Tutti sono molto compìti, non si sbilanciano troppo. A un cattivo inchiodano gli archi plantari ma lui non fa manco un singulto, solo una smorfia di fastidio. Sarà mica una cosa tipica da popolo nordico: la ritrosia unita alla calma col rifiuto di ogni piazzata?

Il tocco nordico sarà magari dovuto a chi grida:"Ciak si gira!", i cui natali ha in Danimarca.

Giudizio riassuntivo: film privo di infamia, privo di doti singolari, da guardarsi sbracati sul divano con quattro bidoni di pop corn innaffiati da una birra.

Critica sulla locandina: assomiglia alla locandina di un film datato 1997 con la Kidman in coppia con il dottor Ross. Gli attori, in fuga da qualcosa, corrono addosso al pubblico.
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Mamma mia, ho sudato otto maglioni quando ho scritto i paragrafi soprastanti ma ormai porto avanti l'ardua prova autoimpostami.

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sabato 18 febbraio 2017

Come sposare un milionario

Questo film del 1953 narra la storia di tre ragazze che affittano un appartamento superlusso nel bel mezzo di Manhattan, al solo scopo di accalappiare dei milionari da sposare.

In questa pellicola c'è tutto il glamour hollywoodiano dei tempi d'oro.

C'è l'orchestra che, prima dei titoli di testa, suona per 5 minuti buoni.

Ci sono - non una - ma ben tre grandi dive.

C'è Lauren Bacall, all'epoca sposata con Humphrey Bogart di 25 anni più vecchio, che dice a un milionario: "Mi piacciono gli uomini più vecchi: Roosevelt, Churchill o come si chiama? Quello che recita nella Regina d'Africa" (Bogart, naturalmente)

C'è Betty Grable che si prende similmente in giro. Lei all'epoca era sposata con il trombettista Harry James e in una scena, sentendo suonare un musicista alla radio, si dichiara stra-sicura che quello è proprio Harry James...salvo poi venire smentita dal presentatore che annuncia un certo Ziggy Colombo (musicista, pare, inesistente).

C'è Marylin Monroe che fa la cecàta che non vuole mettersi gli occhiali perché sennò gli uomini non la guardano e allora va a sbattere dappertutto e legge libri all'incontrario.

C'è il grande e lussuoso negozio di abbigliamento dove le modelle ti fanno una sfilata solo per te (con abiti oribbili proprio).

Ci sono un sacco di battute e il ritmo è buono.

Però...io sta cosa la devo dire. Quando ho visto il film la prima volta anni fa, ho pensato che era divertente. Punto.

Quando l'ho rivisto qualche settimana fa, si è risvegliata in me la femminista che non sapevo di avere. Mi scoccia vedere queste donnette che come unico interesse hanno quello di fare la bella vita. Mi scoccia vedere la superficialità di queste protagoniste che, tra l'altro, vedono nel matrimonio con qualsiasi riccastro la soluzione per realizzare le loro pseudo-ambizioni.

Va bene, è un film commedia, ed è anche divertente. Le intenzioni sono probabilmente satiriche se non fosse che nella realtà ci sono davvero persone il cui unico interesse è quello di cambiarsi outfit ogni tre ore (e farsi anche 827 foto a ogni cambio). Persone che cercano il riccone per accasarsi e sistemarsi a vita.

Ecco, questo mi infastidisce: prendere delle protagoniste, secondo me non tanto simpatiche né interessanti, e avvolgerle nella patina stellata di Hollywood, che tutto fa brillare e tutto rende accettabile.

Leggo che Nicole Kidman avrebbe acquistato i diritti d'autore della sceneggiatura e si sta preparando a fare il remake del film. Cara Nicole, spero che tu alzi un po' il tiro, altrimenti è meglio se lasci tutto nel cassetto e ti dedichi ad altro.

mercoledì 15 febbraio 2017

Tomorrowland

Tomorrowland
Tomorrowland.
Sottotitolo: WTF? E chevvordì?

Ho deciso di guardare questo film dopo averne sentito parlare bene. Alla fine della visione mi sono accorta di non averci capito granché, quindi le possibilità sono due: o io sono totalmente fessa o il film è una fesseria totale.

Ho anche qualche difficoltà nel riassumere la trama, comunque ci provo. Probabilmente ci saranno spoiler ma non scenderò troppo nel dettaglio, non dirò il finale e cercherò di concentrarmi sulle cose assurde (a dire il vero, il film è tutto assurdo).

1964 - Alla fiera, non dell'est, bensì a quella di New York, arriva un bambino con un prototipo non proprio funzionante di jet-pack. Lo mostra a una sorta di commissario, interpretato da Hugh Laurie (Dr. House), ma viene liquidato nel giro di un minuto con un: "Torna quando lo avrai fatto funzionare" (vista la simpatia, forse è proprio il Dr. House).

Una Bambina, collegata in qualche modo al Dr. House, assiste alla scena e semisegretamente invita il bambino a seguirla e lo conduce in una città futuristica, la Tomorrowland del titolo. La classica città del futuro con grattacieli che arrivano alle stelle, macchine volanti, robottoni e gente che circola con jet-pack. Non che si veda granché, comunque. Da quello che si arguisce in seguito, Tomorrowland si trova in una dimensione parallela.

Giorni nostri - Una Ragazza vive con il fratellino e il padre ingegnere aerospaziale. Questa Ragazza ha l'abitudine di andare ogni notte a sabotare i macchinari che stanno smantellando la base in cui lavora il padre. La logica di questo comportamento non mi è molto chiara. La base viene smantellata perché evidentemente manca lavoro ma non è che se interrompi lo smantellamento il lavoro ritorna. Boh, forse la Ragazza ha una visione ottimistica e pensa che, finché la base sta lì, le speranze che il lavoro ritorni non sono del tutto perdute. Diciamo che segue il consiglio di quel signore anziano che in uno spot gridava che l'ottimismo è il profumo della vita. Vabbè, e intanto le marmotte continuano a incartare la cioccolata.

Torniamo alla storia. Ritorna in scena la Bambina degli anni '60, non è invecchiata perché è un androide. La Bambina, senza mostrarsi a nessuno, mette tra le cose della Ragazza una spilla. Quando la Ragazza trova e tocca la spilla, si ritrova per due minuti a Tomorrowland; in realtà non è che ci vada veramente, vive bensì una esperienza illusoria tridimensionale in cui le sembra di trovarsi a Tomorrowland.

Dopo due minuti, la "visione" si interrompe perché finisce la batteria della spilla. La Ragazza inizia a fare delle ricerche in rete e scopre che un negozio, in un'altra città, potrebbe essere in qualche modo correlato alla spilla. Va al negozio e i due gestori, invece di darle informazioni, iniziano prima a bombardarla di domande perché vogliono sapere chi le ha dato la spilla, poi siccome non riescono a scoprire niente, la bombardano in senso un po' più letterale, usando armi laser.

A salvare la situazione, arriva la Bambina, che non si capisce perché non poteva dare la spilla direttamente in mano alla Ragazza, senza fare tanti sotterfugi, o al limite sorvergliarne i movimenti e palesarsi a lei prima che questa andasse in un'altra città. Ci si sarebbe risparmiati almeno mezz'ora inutile di film.

Bambina e Ragazza fuggono via in macchina; scappano perchè sono inseguite da dei robot cattivi. Non chiedete perché. Non c'è una motivazione logica. Mentre fuggono, la Bambina spiega alla Ragazza di averla scelta, dandole la spilla, per via del suo essere speciale e diverse volte, nel corso del film, la battono su questo tasto senza mai davvero spiegare in cosa consista la specialità della Ragazza. Sì, è una che non si perde d'animo, una ragazza positiva, ma la faccenda è lasciata abbastanza nel vago.

La Bambina dice che porterà la Ragazza a casa di un'altra persona speciale e cioè il bambino degli anni '60 che nel frattempo è cresciuto ed è diventato George Clooney. Tutti e tre insieme salveranno il mondo, o salveranno Tomorrowland, o l'universo, chissà. Alla Bambina non piace dare spiegazioni. Alla Bambina non piace che le si facciano domande. Per cui sia noi che la Ragazza continuiamo a non capire cosa stia succedendo.

La Bambina scarica la Ragazza fuori dalla casa di George Clooney e se ne va. Ma dove cavolo vai??? Non si sa, forse va a farsi oliare le rotelle o a fare un upgrade o a grattarsi gli ingranaggi bevendo un cocktail di protoni in un bar sui bastioni di Orione. Fatto sta che se ne va, sto androide col QI di una lavatrice. Altri minuti inutili in cui la Ragazza cerca di parlare con George che non le vuole aprire la porta perché lui è stato bannato da Tomorrowland e non vuole più averci a che fare.

Barista di Orione
Nella casa di George ci sono un sacco di monitor e su uno di essi c'è un contatore che indica la probabilità che si verifichi la fine del mondo. Naturalmente il valore è 100%. Quando finalmente George e la Ragazza riescono a fare una conversazione, l'atteggiamento positivo e ottimista di lei fa sì che il contatore improvvisamente scenda a 99% e quindi lui capisce che lei è speciale.

Attenzione: sono già due minuti che non c'è una scena d'azione! Il regista e lo sceneggiatore temono che il pubblico si addormenti o peggio, che inizi a pensare. E quindi ecco che arrivano i robot cattivi a fare un po' di immotivata caciara. Non c'è bisogno che dica chi ha la meglio.

Ora, esultiamo insieme: Sua Altezza l'Infanta del Regno di Androidia ha deciso di concederci la grazia di ritornare in scena. L'allegro terzetto ha intenzione di andare a Tomorrowland e per far ciò deve prima teletrasportarsi sulla torre Eiffel sotto la cui base è nascosto un razzo che permetterà al trio di raggiungere la destinazione desiderata. Perché, udite udite, la dimensione parallela in cui sta Tomorrowland è stata scoperta nientemeno che da Tesla, Edison, Eiffel e Verne.

sabato 11 febbraio 2017

Titanic

Dopo 20 anni che questo film è uscito nelle sale e dopo che per 20 anni l'ho evitato, ora ho finalmente deciso di imbarcarmi nella titanica impresa di guardare 194 minuti di film.

  • Titanic: il film che ha vinto 11 oscar!
  • Titanic: il film che fino all'arrivo di Avatar è stato per anni quello che ha incassato di più!
  • Titanic: il film che, facendo un complicato calcolo a base di: inflazione del dollaro, analisi sociologica, analisi del prezzo dei biglietti del cinema dall'epoca dei Fratelli Lumiere a oggi e altri 107 parametri, si piazza al quarto posto nella lista dei film che hanno incassato di più in tutta la storia del cinema! Il calcolo è stato probabilmente fatto da Archimede Pitagorico, Hal 9000 e Pensiero Profondo (anche se quest'ultimo all'inizio aveva dato un altro numero).
  • Titanic: il film che ha lanciato l'allora baby-face DiCaprio nell'olimpo degli attori di Hollywood facendo impazzire le ragazzine di mezzo mondo!
  • Titanic: il film che ha stracciato le balle con la canzone "My Heart Will Go On", che perfino Kate Winslet ha detto che non ne poteva più di sentirla e che poi Celine Dion si è pure un po' incacchiata.

E quindi vediamo un po' cosa succede in questo filmone.
La storia inizia negli anni '90, allorché un figo cercatore di tesori si mette in testa di recuperare dal relitto del Titanic un diamantone gigante noto come "Cuore dell'Oceano". Lui e il suo collega nerd sono a bordo di un sottomarino e si muovono attorno alla nave affondata. Si vedono immagini suggestive del relitto, oggetti vari sparpagliati in giro. Anche un paio di occhiali che sembrano buttati lì un minuto prima: neanche una incrostazione o una lumaca di mare sulla lente. Potenza di Hollywood!

Il cercatore e il suo collega

Comunque, il cercatore figo e il suo collega nerd riescono a recuperare e portare in superficie una cassaforte. Con la stessa delicatezza con cui di solito si smista la spazzatura, il cercatore tira fuori dalla cassaforte un sacco di roba fangosa, perlopiù documenti. Non gliene frega minimamente di star maneggiando dei reperti dall'importanza storica, a lui gli frega solo che il diamante da oltre 50 carati non c'è.

Pulendo le carte dalla fanghiglia, però, salta fuori un disegno ritraente una donna nuda con al collo nientepopodimenoché il diamantone! (Naturalmente il disegno è perfettamente conservato, neanche una linea sbavata). La notizia del ritrovamento circola e si fa viva una vegliarda che dice di essere la donna del ritratto. Lei sul Titanic c'era.

Questa donna anziana si presenta al cospetto del cercatore figo e del suo amico nerd con l'intenzione di narrare loro la storia del naufragio e, per nessuna ragione apparente, il nerd le dà una spiegazione scientifica - a lei, una superstite - di come il Titanic abbia cozzato contro l'iceberg, di come si sia spezzato in due, di come la parte anteriore abbia iniziato a inabissarsi, di come la parte posteriore prima si sia alzata, poi si sia abbassata e poi di come entrambe le parti siano sprofondate negli abissi. Conclude il tutto dicendo:"Una figata!". Praticamente lo stesso tatto di una balena in un negozio di conchiglie. Alberto Angela non avrebbe mai detto una cosa del genere.

A questo punto, la vegliarda inizia il suo racconto e noi spettatori veniamo catapultati indietro nel tempo e ci troviamo nel porto da cui il Titanic sta per salpare.

Entra in scena Kate Winslet che interpreta la vecchia da giovane (chiaro no?). Non mi ricordo le prime parole che Kate pronuncia comunque il concetto è del tipo:"Ma dobbiamo proprio salire su questa bagnarola?". La ragazza sembra un po' spocchiosa ma in realtà è di umore nero perchè deve fare il viaggio con la madre e con il borioso fidanzato supertruccato e non sopporta nessuno dei due, né tantomeno l'ambiente di ricconi che le tocca frequentare. Quindi per lei, voglia di salpare pari a zero.

Cattivissimo fidanzato
dal trucco accentuato
Invece, in una bettola del porto, c'è DiCaprio, con un sacco di fondotinta in faccia, che interpreta un ragazzotto desiderossimo di salpare col Titanic e infatti sta giocando a poker con degli svedesi che hanno messo sul piatto il biglietto per la traversata. Per sua (s)fortuna vince un biglietto per sè e per il suo amico che, tutto contento, gli grida:"Figghiu di puttana!". (È solo nel doppiaggio italiano che c'è questa nuance sicula, nell'originale l'esclamazione è in normale italiano. Gli svedesi imprecano in svedese ma non ho conoscenza sufficiente della lingua per poter dire in quale dialetto lo fanno).

DiCaprio & friend salgono sulla nave all'ultimo secondo. Non appena ci mettono piede - e quando dico "non appena" lo intendo in senso letterale - la nave salpa. Manco fosse una metropolitana, che non appena la porta si chiude, il treno è già fuori dalla stazione.
Il capitano grida:"Avanti tutta!" e inizia un gran fermento: sottocoperta milioni di uomini gettano tonnellate di carbone nelle caldaie, fuoco e fiamme che neanche all'inferno, pistoni e stantuffi che si muovono freneticamente e via, la nave prende il largo.

Anche se presa da un altro film, è lei:
la mitica leva della velocità! La si vede
quando il capitano ordina l'avanti tutta
La sera del secondo giorno di navigazione, Kate (la chiamo così per semplicità) decide che piuttosto che sopportare ancora quelle persone insulse che le tocca frequentare, fidanzato fastidioso in primis, è meglio buttarsi in mare. È già fuori dal parapetto, pronta per il salto, quando sopraggiunge DiCaprio che, mettendo in azione il suo sex-appeal, in quattro e quattr'otto le fa cambiare idea.

Tra i due c'è subito intesa, la scintilla è scoccata. Il giorno dopo passano assieme un sacco di tempo, parlando d'arte (dal momento che lui fa disegni) e facendo a gara di sputi sul ponte. Naturalmente vengono beccati dalla madre snob di lei proprio mentre sono intenti in questa seconda occupazione.

Pressapoco a questo punto, si verifica il primo fatto grave: uno dei dirigenti della compagnia navale White Star - proprietaria del Titanic - parla con il capitano a proposito di aumentare la velocità di crociera allo scopo di arrivare a New York prima del previsto e ottenere grande visibilità sui giornali. Non si può dire se questa scena sia successa anche nella realtà, resta il fatto che il Titanic ha davvero mantenuto una velocità di navigazione troppo alta anche in zona iceberg, anche dopo aver ricevuto ripetuti avvertimenti e questo fatto è stato sicuramente cruciale e determinante nel verificarsi del disastro.

Tornando alla storia del film, DiCaprio viene invitato a cena al tavolo dei ricconi, dal momento che Kate ha detto a tutti che lui l'ha salvata mentre lei stava per cascare dalla nave. Quindi, come ricompensa, lui viene invitato a cena. Capirai che ricompensa, la madre e il fidanzato, quando non hanno la bocca impegnata a ruminare portate deluxe, la usano per sfottere DiCaprio di fronte a tutti. Comunque lui tiene testa ai ricconi antipatici e riesce nascostamente a dare a Kate un biglietto con la quale le chiede di incontrarsi dopo la cena. Si incontrano e lui le dice:"Sei pronta ad andare a una vera festa?".

E la porta negli alloggi di terza classe che sono praticamente diventati un discopub irla-scozzese: tutti che suonano, ballano, cantano, bevono. DiCaprio prima balla con una bambina, poi chiede a Kate di ballare ma la bambina non la prende bene e inizia a guardare la ragazza con occhi che sembrano lanciare pugnali. Kate dapprima fa la ritrosa poi invece si getta nel turbine delle danze tanto che DiCaprio quasi non riesce a starle dietro. Infine, Kate tira fuori il suo lato bad girl e si mette a fumare e bere birre da litro. Visti i precedenti con la gara degli sputi, mancava solo che sfidasse i rudi uomini a fare gara di rutti.

Occhi ostili guardano Kate mentre si sta divertendo nel discopub: sono quelli del maggiordomo del fidanzato, un individuo assai ficcanaso che non perde tempo a riferire al suo datore di lavoro riguardo la notte brava della ragazza. Per cui, la mattina dopo, Kate si becca prima un cazziatone dal fidanzato e poi anche dalla madre e finalmente noi spettatori capiamo perchè 'sta madre spinge così tanto la figlia a sposare uno che non sopporta. In pratica, madre e figlia hanno un sacco di debiti e il matrimonio è l'occasione per mettere a posto le finanze e sistemarsi. La madre prima gioca la carta della rabbia, poi invece la butta sul melodrammatico e con il labbro tremolante dice:"Vuoi forse vedermi lavorare...come camiciaia?". Poi chiude con una perla di saggezza:"Siamo donne ("oltre le gambe c'è di più!" cit. Sabrina Salerno e Jo Squillo). Non abbiamo mai scelte facili".

Nel pomeriggio Kate e altre persone vengono guidate dal progettista della nave a fare un giro. Incontrano il capitano che, proprio davanti a loro, riceve l'ennesimo avviso di attenzione ghiaccio. Il gruppo manifesta una certa preoccupazione ma il capitano pensa bene di tranquillizzarli dicendo che è normale trovare ghiaccio in quella stagione ma non bisogna preoccuparsi. Ci pensa lui: aumenterà la velocità! Mi sembra geniale come trovata. Il gruppo non ha una espressione molto tranquilla, dopo questa uscita.

giovedì 2 febbraio 2017

La prova dello scolapasta - Tentativo #1: Il caso Thomas Crawford


Quando leggo/vedo una storia gialla, ci sono due cose che valuto:
1) L'ambientazione/caratterizzazione della storia
2) La solidità della trama gialla.
Di solito, se il primo punto è fatto bene, chiudo un occhio se il secondo non è tanto convincente.

Esempio: "I delitti del BarLume" (versione filmica).
L'ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi è bella, inoltre gli episodi sono recitati benissimo, sono veramente piacevoli da guardare e quindi non do tanto peso all'aspetto giallo che secondo me lascia alquanto a desiderare. L'altro giorno ho visto un episodio in cui è saltato fuori che il killer era un personaggio che non c'entrava per niente con le indagini, e solo negli ultimi 5 minuti di puntata gli è stato attribuito l'omicidio con tanto di movente appiccicato con lo scotch e spiegazione ridicola. Non si può fare così, lo scrivo anche io un giallo del genere. Se l'assassino fosse stato Rimediotti, la credibilità sarebbe stata la stessa.

Altro esempio: i gialli di Maigret (libri)
Non so se appartengono proprio al genere giallo classico, comunque nonostante alle volte i finali mi abbiano lasciato un po' perplessa, l'ambientazione parigina è fantastica, sempre diversa da libro a libro. Una volta la storia è ambientata tra i clochard, un'altra volta nel mondo degli artisti, un'altra volta ancora la storia si svolge nell'ambiente del gioco d'azzardo oppure in una bettolaccia e via avanti.

Comunque non è certo facile scrivere un giallo soddisfacente. Un giallo dove l'assassino ha un piano, ben congegnato e quasi perfetto. Dico quasi perchè nel piano ci deve essere un errore, non troppo evidente, che permetta al detective di turno di sgamare l'assassino. E il lettore (o spettatore) non si accontenta di certo che l'errore dell'assassino sia una cosa banale come perdere un bottone sulla scena del delitto. Ci vuole qualcosa di particolare, di originale.

Inoltre il piano criminoso deve essere intelligente. Son stufa di leggere di assassini che progettano di fare un omicidio in una casa piena di persone e riescono indisturbati non solo a compiere il delitto, ma anche a spostare cadaveri dalla soffitta alla cantina, senza che nessuno veda niente, e magari riescono anche a fingere di star dormendo nella solita poltrona dallo schienale alto facendo sporgere il cappello sul medesimo schienale cosicchè gli ingenui astanti vanno avanti per tutto il romanzo a spergiurare:"il barone X ha ronfato per tre ore sulla sua poltrona, mi è anche sembrato di sentirlo russare! Non può essere lui l'assassino!". Di trame così, piene di buchi logici, io ne faccio volentieri a meno.