lunedì 24 luglio 2017

Natale a Londra (see, ti piacerebbe) - Dio salvi la regina

Quiz di cultura cinematografica (sì, vabbè non esageriamo):

Dove è stato girato Natale a Rio? - Che domande: a Rio!
E Natale a New York? - Facile: a New York!
E Natale in India? - Ovviamente in India

(Notare come si stia facendo riferimento a dei capolavori della cinematografia italica, ma proseguiamo)

Natale sul Nilo sarà mica stato girato in Egitto? - Certo che sì
Ma Natale a Miami? - È evidente che è stato girato a Miami
Natale a Beverly Hills? - A Beverly Hills e altri posti di Los Angeles
E Natale a Londra, dove è stato girato? - A Londr....a Roma!

Ma non è possibile!

È possibile, è possibile. Prego vedasi i reperti fotografici seguenti:


Secondo i filmmakers, quella nella foto dovrebbe essere Londra..è vero che nella capitale inglese ci sono molti stili edilizi ma di sicuro non questo! Quelle case gridano Italia a squarciagola, ma gli autori han pensato che la cosa si poteva mimetizzare con qualche albionico bidone dell'immondizia e con qualche caratteristica pillar box (sapevate che l'introduzione di queste buche per le lettere si deve allo scrittore Anthony Trollope?)

Proseguiamo. La via in cui si svolge gran parte della storia è palesemente uno studio cinematografico. Vedasi foto seguente:


Che è anche caruccia, devo dire la verità, con tanto di elefanti dorati su quella che dovrebbe essere una stazione. Se non fosse che le riprese fatte in questo set sono zeppe di comparse che compaiono e si muovono come solo le comparse sanno fare: sfrecciano davanti, dietro, di lato, sopra e sotto ai protagonisti ed è pure possibile vedere che sono sempre le stesse che passano.

Ecco però che entra in gioco un'altra abilità dei filmmakers, qualcosa di degno della Weta Digital di Peter Jackson. Vedasi reperto seguente:



Ma che razza di lungo Tamigi è mai questo?? Percorribile in macchina così da vicino? Con il porfido? E da quale posizione lungo fiume è stato possibile prendere il Big Ben in modo che stia a sinistra della Victoria tower del Parlamento? Quel ponte sembrerebbe essere il Lambeth Bridge peccato però che il Lambeth abbia più di tre arcate, dal momento che il Tamigi è un tantinello più largo del corso d'acqua che si vede in foto. Inoltre, non capisco che ponte dovrebbe essere quello che si vede dietro. Anche ciò che si vede sotto l'arcata di destra è poco chiaro. Secondo me qui c'è stato un abile collage di immagini tra Londra e una ripresa sul ciglio di un fiume italico e l'immagine è stata anche specchiata in orizzontale cosicché la guida della macchina passa opportunamente da destra a sinistra.

Ecco un altro esempio di abile trasformazione londinese:


Questi sono Greg e la Giovanardi che passeggiano sul solito lungo Tamigi piastrellato col porfido. Anche qua l'immagine è stata ribaltata perché, se si guarda il Big Ben dalla riva opposta del fiume, il Parlamento dovrebbe stare a sinistra. E la passeggiata dove i due stanno camminando è nella realtà completamente diversa.

Per non parlare poi dei momenti in cui la storia dovrebbe essere ambientata a Buckingham Palace e invece le riprese sono state fatte in qualche villa romana. Vabbè, capisco che Buckingham Palace sarebbe stato un posto un po' difficile in cui girare veramente, però le altre scene..Perfino Uno scugnizzo a New York, del 1984 e probabilmente con un budget più basso, è stato girato davvero a New York, perdiana! Ho capito che anche parecchi film blasonati presentano alcune scene nominalmente ambientate in un posto ma che vengono in realtà fatte da tutt'altra parte, ma un conto è girare nel deserto del Gobi e dire che ci si trova nel Sahara (una duna, è sempre una duna) e un altro conto è spacciare Roma per Londra. Questa operazione mi sa proprio da vorrei ma non posso.

Le uniche scene che sembrano davvero girate a Londra sono all'inizio, quando Lillo e Greg stanno per entrare nella stazione della metro a Piccadilly Circus e poi quando paiono essere nella stazione di St. Pancras. Uso dei verbi dubitativi perché, a questo punto, non si sa mai. Ah, poi ci sono le consuete scene tipo repertorio con i luoghi celebri di Londra, che potrebbero anche essere state girate da chiunque e chissà per che occasione (e poi ci si lamenta se Ed Wood riciclava filmati).

Ma poi perché tutta sta necessità di ambientare un film a Londra? Oltre che perché fa figo, il motivo è che la storia è imperniata su una idea "geniale": i proprietari di un ristorante, per estinguere un grosso debito, non trovano niente di meglio che rapire i cani della regina a scopo riscatto. Che idea fantastica! E soprattutto interessantissima, proprio.
Storia noiosa, copione fiacco e poco, se non per nulla, divertente. A me piacciono molto Lillo e Greg ma qui sono veramente spenti. Anche Frassica mi piace, con quelle sue battute assurde e il modo surreale di dirle, ma in questo film non gli è stata data nessuna opportunità per far ridere.

Mi è poi rimasta impressa la trasandatezza fotografica di una scena. Lillo e Greg stanno parlando all'aperto vicino a degli alberi. La faccia di Lillo è parzialmente oscurata dall'ombra delle foglie di un albero. Ma come si fa a inquadrare un attore la cui faccia ha zone illuminate e altre in ombra e tra l'altro queste zone sono continuamente cangianti a causa del vento? E Greg nella stessa scena è praticamente in controluce. Ma mettigli un pannello riflettente, perbacco. L'abc della fotografia.

Vabbè, speriamo che vada meglio la prossima volta e che non salti fuori che mi dicono che una scena è ambientata a Roma e poi invece salta fuori che l'hanno girata alla National Gallery.


martedì 11 luglio 2017

Celeb Birthday: Yul Brynner

L'11 luglio del 1920 (pare) nasceva a Vladivostok, nell'estrema Russia orientale, Yul Brynner che sarebbe diventato in seguito un famosissimo attore. I suoi antenati erano di provenienza alquanto variegata e questa mescolanza etnica gli ha regalato una fisionomia alquanto particolare grazie alla quale Yul ha potuto interpretare credibilmente faraoni egizi, re siamesi, capi indiani, condottieri cosacchi, rivoluzionari messicani e altri personaggi di varia nazionalità.

Adesso, di attori calvi e fascinosi ce ne sono parecchi, si pensi a Bruce Willis, o Ben Kingsley, o Dwayne "The Rock" Johnson. In precedenza non ce n'erano così tanti: negli anni '70 c'era il tenente Kojak e prima ancora c'era lui: Yul Brynner. Si era rasato malvolentieri a zero per interpretare il re siamese Mongkut, ma il nuovo look ebbe un grandissimo successo, tanto da essere adottato in via permanente. Per decenni il taglio rasato è stato definito "alla Brynner".

Brynner fu perfino di ispirazione a Stan Lee, quando questi creò il personaggio del professor Xavier degli X-Men.

Breve divagazione. Siccome ho sempre questa fissa di andare a vedere i posti sulla street view di Google, volevo dare uno sguardo a Vladivostok e farmi un'idea della città. (Sì lo so che ai tempi di Brynner era tutto diverso). Comunque, ho cliccato in quattro punti a caso e l'impressione che ho avuto di questi posti non è stata così eccezionale, un gran numero di casermoni, non tanto diversi da quelli che ci sono anche in Italia. Ho deciso quindi di vedere dov'era la statua di Brynner la cui foto c'è su Wikipedia e mi sono accorta che era nella via corrispondente al quarto posto da me cliccato a caso. Ho preso quasi paura per questa coincidenza! Vladivostok non è così minuscola. Che lo spirito di Yul abbia guidato il mio mouse? Assurdità a parte, anche se a distanza, si riesce a vedere la statua. Di fronte a essa, dall'altra parte della strada, c'è un negozio di articoli per la pesca e per la caccia, con sull'insegna un salmone e una tigre, nientemeno. E dopo ci si stupisce se quest'ultima è a rischio estinzione. Già che ci sono dico: basta caccia!

Tornando a Brynner, egli è stato sicuramente un personaggione. Prima di diventare attore, fu trapezista in un circo francese, chitarrista folk nei night club russi di Parigi, speaker alla radio, direttore televisivo, modello anche nudo e in seguito diventò pure un apprezzato fotografo. Scrisse perfino un libro di cucina! Un uomo a tutto tondo.

Locandina, dal bel formato stretto,
con classico font egiziano, tipo Playbill,
tipico degli ambienti del West
Per celebrare il suo compleanno, vorrei oggi parlare di un bel film da lui interpretato: Invito a una sparatoria, pellicola di ambientazione western, del 1964.

La storia narra di un uomo, tal Matt Weaver, che fa ritorno al suo paese dopo aver combattuto nella guerra di secessione americana. Sta per entrare in casa, ma qualcuno lo accoglie con un fucile. E se nei film romantici un bacio è un apostrofo rosa tra le parole "ti amo", nei film western una pallottola è un apostrofo grigio tra le parole "chi sei". Quindi il povero Matt non ha nemmeno modo di capire chi è quello che si è installato in casa sua, che questo inizia a sparare. Matt si difende e l'altro ci lascia le penne.

Salta fuori che il tizio che stava in casa sua non era un abusivo, ma aveva regolarmente acquistato la proprietà dal riccone del villaggio, il quale però l'aveva non tanto regolarmente confiscata mentre Matt era in guerra.

Per il fatto di aver ucciso un uomo del paese, Matt viene subito inviso da tutti gli abitanti del luogo, fomentati nel loro odio proprio dal riccone di cui sopra. A Matt non rimane che asserragliarsi nella sua fattoria in attesa di decidere il da farsi.

Viene stabilito che Matt deve essere fatto fuori ma siccome nessuno osa andare a stanarlo, un pistolero viene assunto per lo scopo. Il pistolero è un personaggio certamente degno di nota. Vestito con una certa ricercatezza - camicia bianca con le ruches sul davanti - abile nello sparare, nel giocare a carte e nel suonare il clavicembalo (e devo ancora capire cosa ci fa un cembalo nel West). In una scena ambientata nell'emporio cittadino, il pistolero, in assenza della proprietaria, addirittura consiglia a una donna quale stoffa potrebbe usare per farsi un vestito e riesce perfino a venderle un filo per cucire! Dove si è mai visto un pistolero del genere!

martedì 4 luglio 2017

Duel

Viste le ondate di caldo che in questi giorni imperversano sulla italica penisola, non dovrebbe essere difficile immaginarsi di essere in California, e precisamente nel deserto del Mojave, il più arido dell'America settentrionale, patria degli alberi di Yucca, quelli che nel film Rango si mettevano a camminare in direzione dell'acqua.

Ma cosa ci facciamo in questo deserto, sulle sue strade polverose e spaccate dal caldo, tra alture chiazzate di cespugli? Semplice, seguiamo le disavventure di un uomo, tale David Mann, che parte dalla sua casetta in un sobborgo di Los Angeles per dirigersi presumibilmente verso Palmdale, a parlare con un cliente.

Inforca gli occhiali gialli da guida e a bordo della sua macchina rossa si avvia verso la sua destinazione. Vi illustro il percorso con una immagine.


Siccome il film è stato girato nel 1971, l'autostrada gialla nr 14 (Antelope Highway) non era stata ancora completata, per cui il nostro protagonista usa la vecchia strada, chiamata Sierra Highway. Alcuni tratti di questa strada hanno diverse corsie, ma più ci si allontana da Los Angeles, più sono frequenti lunghi tratti in cui la highway ha solo due corsie. Questo lo specifico perché è una cosa fondamentale per lo svolgimento della storia.

Il nostro protagonista ha quindi un bel po' di strada da fare e devo dire che, abituata alle macchine spaziose di oggi, mi sembra sempre strano vedere come erano più piccole quelle di qualche decennio fa. Gli americani, tutto sommato, hanno sempre avuto macchine abbastanza ampie, ma in Italia, come facevano intere famiglie a star dentro una 500? E le persone panciute? Come facevano a mettersi alla guida di una 600? Per non parlare di un'Ape a tre ruote.

Come mi sembra angusta questa postazione di guida!
Insomma, nel bel mezzo del deserto, David Mann incontra il suo antagonista: un enorme mostro sbuffante e arrugginito, vale a dire una grande autocisterna con su scritto "Infiammabile".

Sulle prime, questa ingombrante presenza non è che una banale noia per David. Egli fa fatica a sorpassarla e, mentre aspetta il momento opportuno, si sente come un salmone affumicato a causa delle esalazioni dell'autocisterna che gli appestano l'abitacolo.

Ben presto però, si accorge che c'è qualcosa che non va. Il misterioso guidatore dell'autocisterna sembra divertirsi a infastidirlo: prima gli blocca la strada, poi si fa superare, ma in seguito lo risupera per intralciargli nuovamente la guida.

David inizia a turbarsi, ma il suo disagio si trasforma in terrore quando si accorge che il guidatore misterioso vuole attentare alla sua vita! Non è forse tentato omicidio tirare fuori il braccio dal finestrino indicando a chi sta dietro che il sorpasso è possibile, che la strada è libera, quando invece di fronte stanno arrivando macchine? Non è un assassino colui che tenta di speronarti, di mandarti fuori strada, o contro un treno in corsa? Le cose vanno davvero male per David Mann.