martedì 3 aprile 2018

La storia fantastica

[In fondo al post trovate i link agli altri blog che celebrano i trent'anni da quando questo film è uscito in Italia.]

Quante volte il film La storia fantastica sarà passato in tv? Tantissime, visto che quest'anno ricorrono i trent'anni da quando la pellicola è giunta in Italia.

E quante volte ho visto io questo film? Una. Per poter poi scrivere questo post.

Ci sono film, anche famosi, che non ho mai guardato perché per qualche motivo non mi attirano. Ci ho messo 20 anni prima di vedere Titanic. Il Gattopardo non so quando mi deciderò a vederlo e non so se ho tanta voglia di vedere film come Platoon o Full Metal Jacket.

Già a partire dal titolo, La storia fantastica mi è sempre sembrato poco appetibile. Non vi sembra un titolo moscio? Non c'era un aggettivo un po' meno generico di "fantastica"?
E nemmeno il titolo originale The Princess Bride mi pare poi così tanto originale. Di principesse e spose ne ho sempre avute piene le tasche.

Poi c'era Robin Wright che all'epoca recitava nella soap-opera Santa Barbara. E quando mai si è visto che un attore di soap riesce ad arrivare a recitare in film che non siano dei piatti tv movie? In realtà qualcuno ce la fa a fare il salto da soap-opera a film-da-cinema: oltre a naturalmente la stessa Wright, mi viene in mente Tommy Lee Jones, Richard Cox, Teri Polo, Demi Moore. E ce ne sono sicuramente altri ma comunque non sono tanti.

In più c'era il mitico Peter Falk che mi sembrava relegato a un ruolo alquanto minimo, per cui mi dicevo: "ma come? Hai Peter Falk e gli fai dire solo qualche battuta?" (E qui mi viene in mente quando Verdone aveva chiamato Sora Lella per proporle di partecipare a Bianco, rosso e Verdone e lei era diffidente e gli aveva fatto capire se era solo per quattro pose non si sarebbe sprecata a partecipare.)

Quindi, dopo aver visto il film, tutte queste mie remore erano giustificate?

Innanzitutto è vero che Peter Falk ha la piccola parte del nonno che racconta una storia al nipote ammalato, distogliendolo dal videogame di baseball "Hardball" (a cui non mi sembra di aver mai giocato, non è male la grafica comunque). Questa parte nonno/nipote è veramente piccola rispetto al resto del film e mi chiedo se a sto punto non era meglio eliminarla proprio. C'è qualche tentativo di intersecare i due piani - realtà e fiaba - ma questi tentativi sono abbastanza esili.

Tipica espressione da dramma soap-operesco
E torniamo ora a Robin Wright. Ecco, c'è da dire che in effetti la sua recitazione è abbastanza soap-operesca, ma è lei stessa ad aver ammesso che sul set, più che recitare, era preoccupata di non fare la figura della fessa davanti a Mandy Patinkin e a Christopher Guest.

Devo dire che in generale la confezione del film ha un che di televisivo, la fotografia non ha dei particolari guizzi inventivi e in genere c'è questa estetica, anche nei costumi, che mi sa un po' di posticcio. Ho avuto un po' la sensazione di trovarmi in una attrazione di Gardaland.

Però questo stile da parco divertimenti è adatto al tono in cui la storia viene raccontata, infatti non siamo di fronte a un film serio né serioso bensì a una commedia che con un'incredibile capacità equilibristica riesce a stare sul filo della farsa senza mai caderci dentro.

Il film si prende gioco del genere narrativo fiabesco, ma senza cadere in uno sfottò demenziale ed è pieno di battute spiritose che rendono la visione veramente piacevole. Io guardavo il film e volevo davvero vedere come procedeva la storia, non ovviamente per il finale, ma per scoprire in quali situazioni divertenti si sarebbero trovati i personaggi.

E questi personaggi sono anch'essi dei punti forza (magari tralasciando il ruolo un po' scialbo della principessa che addirittura non riconosce il suo riconoscibilissimo amato solo perché indossa una maschera). Abbiamo il gigante rimaiolo Fezzik, interpretato da Andrè The Giant, di cui si dice che sul set bevesse ogni giorno una secchiata di un liquido alcolico random e poi facesse puzze tonanti.

Il divertente spadaccino Inigo Montoya, la cui missione è quella di trovare e uccidere l'assassino di suo padre. Il siciliano Vizzini alle prese con arguti ragionamenti per dedurre quale coppa non sia avvelenata. Billy Crystal irriconoscibile ma assai spassoso nel ruolo del taumaturgo Miracle Max. Convincente e mellifluo Chris Sarandon nel ruolo del malvagio principe e sottilmente divertente il personaggio del prete durante la celebrazione nuziale.

Insomma, un film molto gradevole anche se mi sembra esagerato definirlo capolavoro, come recita la locandina. E a proposito di locandina, essa mi sembra poco convincente, anche un po' fuorviante, con quello che sembra un orso e invece dovrebbe essere un ratto gigante e con quel personaggio in primo piano che impugna uno spadone alla Excalibur e che invece nel film nessuno usa. I protagonisti, infatti, si sfidano con spade più leggere, in coreografici duelli danzanti alla Errol Flynn.

Per riassumere, ero partita veramente prevenuta e pensavo che mi sarei slogata la mascella sbadigliando durante la visione. E invece no!

E ora vi consiglio di andare a leggere i post seguenti:

1) Questo, dove Cassidy vi spiega per filo e per segno tutto quello che dovete sapere su La storia fantastica

2) Qui, sul Zinefilo, dove si parla di film dalla serie A alla serie Z, per scoprire a che lettera Lucius avrà classificato il film.

3) E qua, su IPMP, guardatevi un po' la locandina d'annata!





8 commenti:

  1. Ti sono compagno di viaggio in questa occasione, visto che neanch'io ho mai visto questo film, ed essendo uno storico odiatore di fantasy ero sicuro che l'avrei detestato. Invece quel gioco continuo con i dettami del genere e uno stile divertito mi hanno intrigato e sono riuscito addirittura ad arrivare alla fine, onore che ho concesso a ben pochi fantasy nella mia vita.
    E' incredibile lo sforzo della distribuzione italiana per spacciare questo film come un qualcosa collegato a Conan (lo spadone) ma ancora di più a "La storia infinita", che viaggia su binari ben diversi.
    Chissà se invece i giapponesi avevano in mente il titolo originale del film quando nel 2001 hanno fatto "Princess Blade" ;-)

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    1. Questo film è un piccolo portento se è riuscito, dopo 30 anni per giunta, a convincere perfino noi due che eravamo partiti con i peggiori presupposti.
      In effetti sto titolo fesso pare esserci solo in Italia, comunque mi pare di aver letto che in generale la promozione non deve essere stata del tutto azzeccata perché faceva sembrare il film come un prodotto per bambini quando invece è quasi più per adulti o comunque non solo per bambini.

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  2. Temevo lo bocciassi, ed in effetti hai ragione, Robin Wright carinissima ma appena appena acerba nel recitare, però è anche vero che il suo ruolo di damigella in pericolo resta un tassello di un puzzle più grande. Sono felice che ti sia piaciuta l’ironia del film, lo trovo una pellicola moderna dei dialoghi e nelle dinamiche, non dimostra i suoi trent’anni, felicissimo di averti a bordo nel blogtour! ;-) Cheers

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    1. Eh, ma ero partita infatti pensando che lo avrei fatto a fettine a colpi di Durlindana e invece non ci potevo credere: più lo guardavo e più mi piaceva!
      Robin Wright era sì acerba però è anche il ruolo a essere troppo incolore, forse l'unica pecca del film. Gli altri personaggi sono tutti memorabili, il suo è meh.
      Sono contenta di essere salita a bordo della nave blogturesca (che naviga in un mare di anguille urlanti)!

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  3. Diciamo che è un cult, più che capolavoro. Specie per una intera generazione :)
    Vero, è molto televisivo.
    P.s. io come te ho recuperato Titatic eoni dopo :p

    Moz-

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    1. Non sapevo nemmeno che fosse un cult, pensavo fosse il solito film tv che propinano in certi momenti dell'anno, pensa un po' come me ne interessavo!
      Per Titanic, noi facciamo da contraltare alle fan di DiCaprio che si chiudevano in sala a vedere il film tutto il giorno, tutti i giorni, quando ancora con un biglietto unico ti potevi vedere un film 4 volte.

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  4. Direi che molta della potenza di questo film è legata anche all'età dello spettatore.
    Nel senso che tutti coloro che lo hanno visto da bambini/ragazzini come lo ero io all'epoca sono stati sedotti un po' dalla storia e dal carisma dei suoi personaggi più che dall'aspetto tecnico.
    Lo riguardassi adesso con occhi più adulti, anch'io avrei meno fremiti.
    Non a casa molte delle tue osservazioni le trovo sacrosante.

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    1. Ma io sono rimasta molto stupita: questo film mi sembrava avere tutte le carte per annoiarmi, con questa confezione televisiva anni '80 e la storia che non mi sembrava potesse offrire chissà quali spunti.
      Va detto che io apprezzo moltissimo i film dei passati decenni e lo stile patinato di molti prodotti attuali mi innervosisce perché cerca di nascondere il nulla. In questo caso però pensavo che avrei avuto a che fare con un film dallo stile datato con una storia noiosa. E invece ho trovato il tutto molto frizzante senza nessuna caduta di ritmo. E anche i ratti giganti erano secondo me fatti bene. Oggi, molto probabilmente, avrebbero fatto una roba anonima in CGI.

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