domenica 24 dicembre 2017

Auguri

From "The Dean Martin Show" - NBC

Buon Natale, buone feste e buon anno nuovo!
Siate sereni e felici!

E come cantava il vecchio Dean:
"...wrap your trouble in dreams
and dream your troubles away..."

giovedì 21 dicembre 2017

L'uomo dal vestito grigio

La gente normale recensisce l'ultimo Star Wars o il nuovo Blade Runner e io invece son qui a scrivere di un film di 60 anni fa che parla di un uomo col vestito grigio, che nell'originale inglese è di flanella, per di più. Mi sento un tantinello assurda.

Usano la flanella gli Jedi?

Ok, andiamo a iniziare, sempre che a questo punto non abbiate già desistito. Ricordatevi che alla fine ci sarà la chicca, che non so mica se è scritta da altre parti. Quindi o la leggete qui o vi dovete vedere il film (leggetela qui).

New York, 1953. Tom Rath (Gregory Peck) è un impiegato come tanti, sposato e con tre figli. Siccome la moglie insiste sempre più per comprare una casa migliore e lo accusa di non essere abbastanza ambizioso, Tom accetta un impiego ben remunerato presso una rete televisiva.

Un giorno, mentre va al lavoro, la visione di una giacca col collo di pelliccia gli riporta alla mente il periodo fatto in guerra, durante il quale aveva dovuto uccidere diverse persone tra cui un giovane soldato tedesco che portava proprio una giacca col collo in pelliccia.

I ricordi proseguono e Tom ripensa alla ragazza di Roma con cui aveva avuto un'intensa relazione prima di essere spedito in una pericolosa missione nel Sud Pacifico. Prima di salutarla definitivamente, la ragazza gli aveva detto di aspettare un figlio da lui. Glielo aveva detto soltanto a titolo informativo, senza chiedergli nulla.

Ma non c'è più tempo per i ricordi poiché il presente di Tom pare farsi sempre più stressante. Il nuovo lavoro non gli è del tutto chiaro e fatica a scrivere un discorso soddisfacente per il suo nuovo capo, un tipo iperattivo che vive solo per lavorare.

La moglie, da casalinga disperata, pare trasformarsi in esperta del settore immobiliare e vorrebbe frazionare in lotti edificabili un vasto terreno da loro ereditato.

Un domestico, che abitava nella casa che Tom ha ereditato insieme al terreno, asserisce di avere un documento comprovante che la casa spetterebbe a lui e vuole dargli battaglia legale.

Inoltre, dall'Italia giungono richieste di aiuto...

La grinta con cui un tipo dice a Gregory Peck che deve scrivere un discorso con più grinta

Il film dura ben due ore e mezza. Come? Sì, proprio due ore e mezza. Decisamente troppo. Per la versione italiana qualcuno ha avuto la felice idea di sforbiciare via una ventina di minuti, ma io mi sono vista l'edizione integrale. Ben fatta e recitata, ma decisamente troppo lunga. Una potatura da parte di Edward MdF non sarebbe stata inopportuna. Anacronistica forse, ma non inopportuna.

Prima di vedere il film ho letto metà del romanzo omonimo da cui è stato tratto. La lettura mi aveva preso bene perché la storia conteneva diverse idee interessanti. A metà libro ho deciso di vedere metà film e l'impressione è stata "mah". Il film riproponeva semplicemente gli eventi della storia, ma mi sembrava che avesse lasciato fuori proprio i concetti che nel libro mi erano parsi più interessanti.

Nel film mi sembra trovare ben poco spazio l'idea dell'individuo che deve vivere secondo schemi imposti e predefiniti, indipendentemente dai suoi desideri personali. A un individuo è richiesto di raggiungere certi obiettivi che faranno di lui un soggetto ammirato, realizzato e soddisfatto. Un bravo impiegato, soldato, marito, padre e così via. Nel libro, il protagonista si rende amaramente conto di come i progetti fatti con entusiasmo subito dopo la guerra si siano grosso modo realizzati, ma che sia rimasto ben poco dello spirito con cui erano stati fatti. L'uomo vive con la costante preoccupazione del futuro, getta qualche malinconico sguardo al passato, ma gode poco o nulla del presente.

Anche la moglie di Tom, nonostante abbia idee "espansivistiche", si rende tristemente conto, ad esempio, di come nel loro quartiere tutti siano sotto gli occhi di tutti. Ciascuno è sotto osservazione e valutato per quello che possiede, per i progressi economici che fa, per lo stile di vita che conduce. Chi va ad abitare in quel quartiere lo fa in genere in via temporanea, nell'attesa di potersi permettere qualcosa di "meglio". Chi invece non ha ambizioni e si trasferisce lì in via permanente viene giudicato dagli altri quasi come un paria e non degno, quindi, di essere preso in considerazione.

Nel film tutto viene presentato con una maggior morbidezza. Ad esempio, Tom non dice alla moglie cose del tipo: facile come voi mogli diciate ai mariti di esseri sinceri con i capi e poi chiediate: "Quando compriamo una macchina nuova?"

Poi però - sorpresa, sorpresa - anche il libro, nella seconda metà, perde il suo mordente. A parte che inserisce troppi elementi narrativi, tipo tutta la questione della lottizzazione del terreno ricevuto in eredità e a cui viene dato ampio spazio. Secondo me, tutta quella storia è un po' di troppo, anche perché se Tom rappresenta l'individuo americano medio, mi sembra un po' strano vederlo anche in qualità di aspirante palazzinaro.

Ma la cosa più deludente è la melassa con cui si risolve un po' tutto quanto. Io non ho niente in contrario alle liete fini però, insomma, se mi dai un'impronta realistica a una storia, poi me la devi mantenere e non sconfinare quasi nel fiabesco. Un esempio è rappresentato da Tom che dice al suo capo di non voler lavorare notte e giorno, ma di essere un tipo da orario 9-5 perché non vuole trascurare la famiglia. Il capo gli dice occhei e gli dà il lavoro perfetto, per giunta sotto casa, così non deve neanche prendere il treno per andare in ufficio. Omnia vincit amor, omnia vincit sinceritas, omnia vincit America.

Una cosa positiva, mantenuta anche nel film, è però la presa di posizione contro certi moralismi ipocriti che spesso ben tollerano cose che sarebbero da condannare, ma condannano cose che non lo sono per niente. Tom dice:"Dovrei sentirmi in colpa per avere un figlio illegittimo ma non per aver ucciso delle persone, sia pure in guerra? La vera colpa sarebbe se non me ne occupassi, di questo figlio!"

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E ora, come promesso, il momento della chicca!
C'è una scena che si svolge a Roma e che vede Gregory Peck e la sua ragazza arrivare in taxi a casa di lei. Nel libro, questa scena non ha niente di particolare: arrivati a destinazione, lui paga e insieme entrano in casa.
Nel film, Gregory Peck chiede al tassista-cocchiere:"Quanto costa?"
Il tassista gli risponde:"Mille lire".
Gregory sta già tirando fuori i soldi ma la ragazza si intromette esterrefatta:"Ma sta scherzando??"
Il cocchiere si imbizzarrisce:"Non sto parlando con lei, ma con il capitano e cosa vuole che ne sappia il forestiero del prezzo giusto? Si faccia gli affari suoi, del resto io so' povero mentre gli americani c'hanno un sacco de sordi". La ragazza rincara: "Ma lei crede sia onesto?" e lui: "Ma che onesto e onesto..vabbè ho capito".
Insomma al cocchiere tocca accontentarsi di 100 lire e dice pure:"Te possino ammazza'!"
Gregory lo saluta con un: "Take off, Mac" e lui:"Eh, teic off macche".
Insomma mi pare che già allora, oltreoceano, godevamo di grande stima! Oppure c'era già l'usanza, da parte di alcuni commercianti, di gonfiare i prezzi a dismisura con gli stranieri!

Ecco qui in corso le trattative al rialzo

Riassumendo, in un anno ho visto due film con Gregory Peck e nessuno dei due mi ha soddisfatto, non per colpa di Gregory, sia chiaro. L'altro film era Vacanze Romane che in questo post ho ampiamente sbeffeggiato. Ci riproverò con Il buio oltre la siepe e se anche quello non mi soddisferà, invece dei film con Gregory Peck, guarderò i cartoni di Woody Woodpecker!
HEHEHE HE HE!

giovedì 14 dicembre 2017

Boomstick Award 2017: la Civetta assegna

Il cine-esperto nonché fine umorista Cassidy è stato così gentile da assegnarmi il Boomstick Award 2017, premio ideato da Germano di BookandNegative.com.
Già Cassidy mi stava simpatico di suo e uno dei motivi è il suo soprannome (ma, ah ah ah - ghigno - non per il motivo che credi tu, Cassidy :D).
Bisogna sapere, infatti, che negli anni '80, tutte le estati guardavo tutte le puntate della serie tv Saranno Famosi e mi piaceva un personaggio minore, tal Cassidy appunto, una specie di rockettaro in erba con l'orecchino.

Questo è il Cassidy di Saranno Famosi. Cassidy, ci somigli?
Sia che ci somigli, sia che non ci somigli, caro Cassidy, ti ringrazio per l'award.

Ma ecco che stavo apprestandomi a copincollare il regolamento, quando scopro che il premio mi è stato assegnato anche dal vulcanico re del pop MikiMoz, colui che sprizza di idee ed energia da tutti i pori tanto che i conigli e gli orsi che suonano il tamburo nella famosa pubblicità non riuscirebbero a tenere il suo passo (dovevo fare il riferimento anni '80)! Grazie Miki!

Grazie a entrambi per le parole gentili che avete avuto nei miei confronti.

Detto ciò passo a copincollare il regolamento.

1 – I premiati sono 7. non uno di più, non uno di meno. non sono previste menzioni d’onore
2 – I post con cui viene presentato il premio non devono contenere giustificazioni di sorta da parte del premiante riservate agli esclusi a mo’ di consolazione
3 – I premi vanno motivati. non occorre una tesi di laurea. e sufficiente addurre un pretesto, o più di uno, se ne avete
4 – È vietato riscrivere le regole. dovete limitarvi a copiarle, così come io le ho concepite

 Ecco quindi i blog a cui assegno il premio; l'ordine è casuale:

1) Penna Blu - Un blog a cui sono affezionata e dove si parla di scrittura ma anche di lettura. Io non sono scrittrice ma mi piace leggere di scrittura e anche di editoria. Daniele, l'autore del blog, è molto competente in materia e sempre disponibile al dialogo con i suoi lettori.

2) La tosca non è per tutti - Pascal si scusava per avere scritto una lettera lunga, ma non aveva avuto tempo di scriverne una più breve. Non so quanto tempo ci metta Cecilia a scrivere i suoi post ma è certo che nelle sue recensioni di film e libri, riesce sempre a cogliere il nocciolo delle opere di cui parla e con poche frasi, ben scritte, vi dice tutto quello che è necessario voi sappiate. Anche tu, Blaise, puoi imparare da lei.

3) Cronache del tempo e del sogno di Ivano Landi.
Gli argomenti trattati in questo bel blog sono molti e apparentemente lontani tra loro, ma Ivano Landi, come un abile tessitore, mette insieme i fili formando una tela che non potrà che catturarvi. Adesso però basta con le metafore sennò vi immaginate Spider-Ivano che arriva a mangiarvi! Niente paura: Ivano Landi è un gentilblogger.

4) Appunti a margine è il blog di Chiara, scrittrice e comunicatrice, che da un po' di tempo ha iniziato una rivoluzione benefica della sua vita e la sta comunicando con un tangibile entusiasmo. Trovo che Chiara sia di grande ispirazione. Vola alto colui che si libera dalle catene...

5) Un paio di uova fritte - Dove il Bibliofilo dice quello che pensa su questioni inerenti alla cultura. Cultura in senso alto e basso, lato e stretto. Da leggere anche per il suo personalissimo e divertente stile.

6) Il diario di Murasaki è il blog di una insegnante che parla di vari argomenti e lo fa così bene che io mi ritrovo come ipnotizzata leggendo i suoi post, anche quelli molto lunghi. Se parla come scrive, credo che i suoi allievi possano stare contenti.

7) Il Zinefilo - Lucius avrà vinto di sicuro una trentina di questi premi, ma visto che siamo a dicembre, se si fa 30 si può anche fare 31. La motivazione del premio è che Lucius è un bravissimo divulgatore. Leggetevi ad esempio il post The Experiment.


mercoledì 6 dicembre 2017

Punti di vista

"Non sono gli anni, sono i chilometri"

Non sono i chilometri, sono gli anni


venerdì 1 dicembre 2017

La mia esperienza con Dolph Lundgren

 [UPDATE: Non devo certo dire io chi è Lucius Etruscus, (il link è solo a uno dei suoi numerosi blog), ma voglio almeno dire che, tra le altre cose, è uno che ha una conoscenza vastissima e scrive molto, molto bene. Lucius è stato ispiratore di questo post e vi consiglio di leggere questo articolo nel suo blog del Zinefilo dove vedrete la bellissima immagine che ha creato per questa occasione.]

Un bel dì, Lucius passeggiava, chiedendosi pensoso:
"Ma Dolph Lundgren sarà davvero poi così famoso?"

"Se chiedessi a un tizio a caso, seduto in un caffè,
Mi scusi, Dolph Lundgren, lo sa mica lei chi è?"

"Otterrei in risposta soltanto un vacuo sguardo?
Oppure un Ma certo! Dolph sì che è un gagliardo!"

Lucius indisse allora un grande sondaggione
allo scopo di vedere chi conoscea lo svedesone

Compilò una lunga lista di film col biondo attore
"Sceglietene fino a 5!", spronò i lettori con ardore

Decisi di partecipare, del resto ai sondaggi non resisto,
Ma mi accorsi che dell'elenco neanche un film avevo visto.

All'improvviso, il palinsesto di Sky mi venne in salvataggio
Proponendomi ben due film con il soggetto del sondaggio.

Anthony Hickox ha firmato entrambe le opere in questione,
La prima delle quali intitolata "Nell'occhio del ciclone".

Dolph fa il pilota e vorrebbero bombardasse la Casa Bianca
Ma 'sti cattivi, pensano proprio, con lui, di riuscire a farla franca?

Non c'è grande abbondanza di scene d'azione, a dir la verità,
In compenso, scene aeree di repertorio in discreta quantità.

C'è spazio anche per qualche momento divertente,
Come Dolph alle prese con un panzone assai potente.

È sol col calcio negli zebedei che del panzone si sbarazza,
Per poi rimanere schiacciato dalla sua spropositata stazza.

Rilevo anche qualche dialogo non esente da difetti
"Han tentato di uccidermi", dice Dolph a denti stretti

"Ma chi è stato?", chiede l'amico afroamericano
"Dei dannati assassini", risponde Dolph lapalissiano.

È un film che procede senza infamia e senza gloria,
Scorre come acqua, senza lasciar alcuna memoria.

"Jill Rips" è l'altra opera che ho preso in esame
E qui vediamo addirittura Dolph legato come un salame.

Legato e per di più con le chiappe al vento,
Appeso a testa in giù, con poco godimento.

Per far luce sulla misteriosa morte del fratello
Tocca a Dolph indagare in più di un bordello.

Purtuttavia, in questa pellicola, spero non troppo pretenziosa,
c'è un'atmosfera decadente, desolata e anche nevosa

che si adatta discretamente a questa intricata storia
lasciando perlomeno una flebile traccia nella memoria.

I due film sono quello che sono, ma Dolph mi ha stupito,
me lo aspettavo ben più legnoso, rigido e impietrito.

Invece ho notato che di espressioni ne ha una certa gamma
e potrebbe spaziare dall'azione, al comico finanche al dramma.

Dopo essermi sorbita queste due perle della cinematografia,
Vado sul sito di Lucius per poter finalmente dire la mia

Ma! Sto quasi per svenire, spero una poltrona mi assista,
neanche uno dei due filmacci è presente nella sua lista!

Prima di poter alfin votare,
Dovrò dunque ancora pazientare

Ma alla fine vincerò
e una spunta su una casella, infine metterò!