venerdì 19 ottobre 2018

Leggere per vincere (o anche solo perché ci piace)

C'è un libro che possiedo dal 1994.
Ellapeppa, che precisione. Come mai sfoggio tanta certezza sulla data?
Presto detto: il libro era in allegato a una rivista e con esso si poteva partecipare a un concorsone dal titolo Leggere per vincere. Bisognava portare il libro ancora incellofanato presso una concessionaria di una famosa marca automobilistica dove il signor concessionario avrebbe provveduto a scellofanare il libro davanti a te e a controllare cosa c'era scritto nel paragrafo in grassetto a pagina 8. Se c'era scritto "Hai vinto", avevi vinto.

Tutta speranzosa, portai il libro al signor concessionario che lo scartò e andò a pagina 8. Il paragrafo in grassetto era questo:
"Nico!" Gli stringo la mano. Porta un fiore all'occhiello; è un'abitudine che ha preso da quando è diventato candidato. Chiede di mia moglie e di mio figlio, ma non aspetta la risposta. Assume subiro un'aria di tragica sobrietà e comincia a parlare della morte di Carolyn.
Al che, ho arguito di non aver vinto niente. Ma "la fortuna era ancora in lista d'attesa": bastava compilare un tagliando e partecipare così all'estrazione con cui si poteva vincere i premi non assegnati che consistevano in una macchina nuova, un viaggio per due persone per assistere a una partita USA '94 e un'autoradio.

Non ho vinto nessuno dei tre premi, ma la copia del tagliando è rimasta tra le pagine per tutti questi anni. La data in cui è stato compilato è il 20 aprile 1994.

Il libro protagonista di questo aneddoto è Presunto innocente di Scott Turow e non lo avevo mai letto fino a quest'anno. Ne avevo sempre avuto l'intenzione, ma giuro che non so per quale motivo ho rimandato così tanto. Il libro ha vagato per diverse case, è finito in scatole e soffitte, a volte è riuscito ad avvicinarsi al comodino accanto al letto ed aveva quindi buone speranze di essere iniziato, dal momento che di solito leggo la notte, prima di dormire. Invece niente, così come si avvicinava al comodino, ne finiva sempre allontanato.

E per questo motivo ho sempre rimandato la visione dell'omonimo film. Di solito, quando esiste l'accoppiata libro/film, preferisco vedere prima il film e poi leggere il libro, così non mi faccio troppo influenzare dalla lettura. Cerco di capire se il film funziona in quanto opera a se stante e poi al limite leggo il libro.
Per i gialli però le cose sono diverse. Un film lo guardo in due ore, mentre ci metto più tempo a leggere un libro. Se impiego sette o otto ore per la lettura, spalmate in più giorni, preferisco decisamente non sapere chi è il colpevole. La tensione mi deve durare per tutte quelle ore! E quindi, se avessi già saputo l'identità dell'assassino, la tensione sarebbe in parte scemata.

Chiaro che anche quando si guarda il film sarebbe meglio non sapere prima quella che sarà la rivelazione finale, ma un film può avere altri modi di mantenere la suspense, non ultimo il fatto di essere pensato per essere guardato in un'unica sessione.

Quindi per 24 anni, ogni volta che in tv passava Presunto innocente, io immediatamente cambiavo canale ed evitavo la visione dicendo:"nononononono (alla Zohan), devo prima leggere il libro!"

Alla fine mi sono decisa e, usando il tagliando non vincente come segnalibro, mi sono fatta strada attraverso le 285 pagine del tomo. La lettura è avvincente, il testo ben scritto. Potrebbe essere definito un solido legal-thriller. Forse il finale mi ha pò deluso, mi sembrava vanificare un po' l'intreccio, ma vabbè; sono quasi incontentabile coi finali.

La storia vede come protagonista il viceprocuratore della Contea di Kindle (sarà una contea in cui si legge molto?) alle prese con l'omicidio di una collega ed ex-amante; comincia le indagini ma poco dopo si ritrova principale indiziato.

All'inizio ero un po' spaesata perché dovevo prendere confidenza con i personaggi e i loro maneggi legal-politichesi, i loro altarini, gli accordi e i compromessi. Poi però la storia mi ha preso e mi sono trovata ben coinvolta in questa complicata rete di rapporti tra poliziotti, giudici, avvocati, procuratori. Turow è avvocato e si capisce che se ne intende di quel che scrive.

Mentre procedevo nella lettura, mi chiedevo quali attori avrebbero interpretato i personaggi del libro. Sapevo solo che il protagonista principale era impersonato da Harrison Ford, ma se devo essere sincera, mentre leggevo non riuscivo a immaginarmi la sua faccia. A dire il vero, non riuscivo a immaginarmi nessuna faccia specifica per questo protagonista, forse perché la storia è narrata in prima persona e quindi l'aspetto interiore del personaggio è preponderante, mentre quello esteriore molto meno presente. Credo che la narrazione in prima persona faccia diventare il narratore quasi trasparente.
In ogni caso, c'è un accenno all'aspetto fisico del protagonista: "il naso grosso e le arcate sopracciliari sporgenti come quelle di un uomo di Neanderthal". Ahah, a Harrison Ford deve aver fatto proprio piacere!

Ma devo dire che, in generale, anche quando gli scrittori descrivono i personaggi in maniera precisa, non è detto che la rappresentazione mentale che me ne faccio corrisponda a quello che leggo e spesso sono condizionata da immagini che ho acquisito da altre parti. E la prima immagine mentale che mi viene di un personaggio, mi rimane poi appiccicata fino alla fine, anche se non è per niente corrispondente alla descrizione, come vedrete alla fine del post.

Il personaggio della vittima viene descritto come avente "un torrente di capelli biondi, quasi niente didietro e un seno molto colmo, [,..] con unghie lunghe e rosse". Una donna che non si può non notare e che attira gli sguardi di tutti gli uomini. Ma anche una donna "maledettamente dura" che si occupa di casi difficili e a cui piacciono le luci della ribalta. Io tutto il tempo mi immaginavo Sharon Stone, che dal punto di vista fisico corrisponde alla descrizione solo il per colore dei capelli, ma che mi sembra però adatta a rappresentare il connubio tra cervello e sensualità. Il ruolo nel film è interpretato da Greta Scacchi (e su imdb spiegano come pronunciare il suo cognome: "skacky").

C'è una certa somiglianza, però

Poi c'è il poliziotto amico del protagonista, alto un metro e sessantasette, pesa cinquantaquattro chili dopo un pasto completo, si pettina in modo buffo e ha [..] l'aria da piccolo delinquente". Io figuriamoci se mi sono creata una immagine mentale corrispondente alla descrizione. Macché, io mi figuravo nientemeno che David Morse che è praticamente l'esatto contrario di un tipo bassetto e smilzo. Tutto perché ne Il miglio verde Morse faceva il poliziotto affidabile (nonché amico del protagonista). Beh menomale che nel film c'era un John Spencer molto più in parte.

Chi è pettinato in modo più buffo?

Il personaggio del procuratore nonché capo del protagonista è descritto in maniera meno precisa. Si accenna ai "lineamenti massicci [..]atteggiati in un'espressione di solennità e coraggio e una sfumatura di tristezza". Inoltre,"è ingrassato e ha assunto un'espressione perennemente torva". Brian Dennehy credo sia la scelta giusta per questo ruolo, ma io tutto il tempo mi immaginavo Harry Yulin.

Dennehy, sulla sinistra, corrisponde meglio alla descrizione del libro

Poi c'è l'esperto avvocato difensore: "basso, rotondetto, vestito in modo impeccabile. Pochi capelli sparsi gli attraversano la cute rosea e lucida". Io mi immaginavo qualcuno sullo stile di David Paymer, mentre nel film c'è il bravo Raul Julia che ci dà il giusto tocco latino e suadente, in sintonia con le origini effettive del personaggio. Devo dire che qualcosa nel look di Raul Julia mi ricorda Lillo in Normalman.

Avvocati a confronto

Il personaggio del carismatico giudice che presiede al processo viene descritto come "bello, vivace, straordinariamente imponente. [..] alto poco più di due metri e robusto in proporzione. Ha i capelli di media lunghezza, pettinati all'africana e quasi tutti grigi, la faccia grande, le mani enormi e un'oratoria principesca, la voce sonante dai toni molto mascolini". Io mi immaginavo qualcuno di corpulento ma anche più minaccioso di quello che poi è in realtà il personaggio. Qualcuno sullo stile di Danny Glover o addirittura Richard Gant. Ma non sfigura nel film Paul Winfield.

Glover, Gant e Winfield

Però dove veramente, ma veramente, ho deragliato è nella mia immaginazione mentale dei ruoli degli avvocati Nico Della Guardia e Tommy Molto. Dai nomi è evidente che sono due italoamericani. Il primo "è sulla quarantina, di media statura, sempre lindo e azzimato. [..] brutta carnagione e aspetto un po' stridente (capelli rossi, pelle olivastra e occhi chiari)". Il secondo, che è una specie di braccio destro del primo, "è alto un metro e sessantasette, [..], pesa dodici o quindici chili di troppo, ha la faccia butterata e le unghie rosicchiate". Anche nel film non sono andati troppo sul preciso (anche perché la descrizione del primo sembra quella del padre di Ron Weasley). Ecco la foto degli interpreti:


Ma nella mia testa, due italoamericani, di cui il primo ambizioso e sempre pronto a mettersi in mostra e a parlare in pubblico e il secondo, un sottoposto schivo e allampanato, potevano forse apparire diversi da così?

Clicca per vedere


Dopo questa, l'udienza è tolta.

8 commenti:

  1. Ahahaa, non so nemmeno se l'ho mai visto, tra millemila passaggi su Rete4...
    Sicuramente non ho letto il libro, non è il mio genere.
    Fighe le descrizioni... ma infatti è sempre così, non corrispondono mai agli attori che sceglieranno XD

    Oh, ma che figata quel concorso!!

    Moz-

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    1. AHahah, chissà quante volte è passato sui Bellissimi di Rete4! Comunque secondo me il film è bello, di buon intrattenimento e non sembra un tv movie. Poi, certo, se non ti piace il genere, lo puoi tranquilliamente evitare.

      Non me ne intendo molto, ma in effetti non ho mai visto un concorso del genere, una cosa insolita. Chissà se qualcuno ha trovato il paragrafo vincente o se i premi sono tutti stati assegnati tramite sorteggio. Mi piacerebbe proprio vedere una pagina vincente, anche per vedere se c'è differenza di messaggio in base al premio vinto.

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    2. No ma io sinceramente non conosco nessuno che abbia mai vinto (tranne alcuni, con la birra).
      Devo farne un post XD

      Moz-

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    3. Ecco, facci un post sì. A quanto pare c'è gente che partecipa ai concorsi quasi come fosse una specie di professione.

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  2. Intanto, BEN TORNATA! Il trespolo vuoto della CineCivetta era davvero un peccato! :-P
    All'epoca l'uscita del film era pompatissima, "CIAK" (sia trasmissione che rivista) ne parlava a raffica e i trailer abbondavano. Poi l'ho visto e non mi ha lasciato niente, come tutti film con Harrison Ford, che sarà tanto un bell'omino ma ha il carisma di un opossum che si finge morto. Non a caso suoi film come "K9" e "Air Force One" le considero le più grandi commedie di sempre, per quanto si ride forte nelle scene drammatiche. :-D
    Sai che nell'ultimo repulisti ho dato via proprio quella edizione del romanzo? Ad averlo saputo prima avrei controllato, ma temo fortemente che una casa editrice non avrebbe affrontato l'enorme spesa di stampare una copia diversa dalle altre milioni di copie solo per inserire in mezzo al testo (!!!) un "hai vinto". Però sarebbe una splendida trovata per un racconto del mio investigatore bibliofilo Marlowe :-D

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    1. Mi instilli il dubbio che il concorso fosse un concorso civetta :D
      Purtroppo credo che le regole fossero scritte nella rivista e vado quindi a memoria. Però c'è davvero il paragrafo in grassetto, quindi una qualche modifica rispetto all'edizione solita c'è.
      Ecco, ho ora guardato nella pagina con tutte le edizioni e c'è scritto "Edizione speciale per Panorama 1994 T.E.R", quindi è una edizione particolare. Bisogna trovare un vincitore che sveli il mistero! Investigatore Marlowe, è una missione per lei!

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  3. Ho amato moltissimo il libro, ma il film, che andai a vedere con grande entusiasmo, non mi lasciô niente. Considera che ADORO Harrison Ford - e che il giudice com'è descritto nel libro mancô molto anche a me.

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    1. Grazie mille Murasaki di essere passata!
      Il film è ben confezionato e di intrattenimento ma certo non ha delle cose distintive che te lo fanno ricordare nel tempo.
      Nel libro era abbasatanza insistita la figura di questo omone di giudice! Era impossibile non immaginarselo gigantesco!

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