mercoledì 28 novembre 2018

LumaLiebster Award

Diversi mesi fa, Ivano Landi del blog Cronache del Tempo e del Sogno mi ha gentilmente assegnato un Liebster Award. Con la consueta lumachezza che mi contraddistingue, mi accingo ora a ringraziarlo e a rispondere alle 11 domande che Ivano ha posto.

Andiamo a cominciare!

1) L'anno scorso ho chiesto di mettere in ordine di preferenza nove generi letterari. Ora ti chiedo di fare altrettanto con i seguenti nove medium espressivi che butto là in ordine sparso: romanzo, poesia, cinema, fumetto, fotografia, pittura, televisione, musica, illustrazione.

Partiamo già sul difficile perché non sono assolutamente in grado di fare una top nine del genere. Allora ho pensato di fare una grafica in cui mostro come queste arti si dividono attualmente il mio tempo.


Questa è una specie di rappresentazione della situazione attuale.
Ci sono stati momenti in cui la fotografia e la musica occupavano più spazio e l'illustrazione di meno. In passato anche la tv occupava uno spazio maggiore. Ci sono periodi in cui leggo i miei vecchi fumetti e non ho testa per iniziare romanzi.
Ultimamente la pittura sta aumentando il suo spazio e mi vengono raptus in cui acquerellerei come se non ci fosse un domani.
Praticamente tutte le arti oscillano nel tempo, l'unica che rimane sempre lì, in un angolo, è la poesia. Mi rendo conto che è proprio una mia mancanza, ma non riesco a entrare davvero nel mood poetico. Forse devo trovare un poeta che faccia al caso mio, non lo so, non riesco a superare il blocco.

2) Chi è il tuo ideale di donna/uomo (un nome di un personaggio riconoscibile da tutti, il tuo vicino/a di casa non vale)?

Ma perché limitarsi a fare un nome quando se ne possono fare 7? E allora, musica maestro!

week
MUSIC OFF
Music:
"Happy Happy Game Show" Kevin MacLeod (incompetech.com)
Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 License http://creativecommons.org/licenses/by/3.0/

3) Se non avessi intrapreso la strada del blogging a quale altro hobby pensi avresti dedicato l'equivalente del tempo?
Ecco, visto il tempo che passa tra un post e l'altro, nel mio caso la domanda giusta sarebbe: a cosa dedichi il tempo anziché al blog? A parte vita privata e lavoro, ho messo in cantiere altri progetti. Il blog per certi versi è stato un punto di partenza mentale per altre idee che spero di portare a pieno compimento.
Comunque, c'è da dire che di solito ci metto un po' a confezionare i post del blog perché, oltre alla lentezza insita nella mia natura, spesso non sono soddisfatta delle prime stesure degli articoli. Scrivo, rileggo, cancello, riscrivo...Anche i film di cui parlo, in genere li guardo più di una volta. Torno a rivedere pezzi, a riascoltare dialoghi, a esaminare dettagli, perché a volte la prima impressione non è detto che sia così obiettiva e potrebbe essere falsata perché magari non ho capito bene alcune cose. Anche quando parlo di libri, spesso vado a rileggere passaggi, se non interi capitoli, perché voglio evitare di scrivere cose troppo vaghe e generiche.
Questi tempi non propriamente brevi di stesura fanno sì che poi, anche a distanza di tempo, mi ricordo di anneddoti strani collegati alla stesura stessa, tipo quando scrivevo un post su Ed Wood e nel frattempo cercavo di sbloccare il lavandino della cucina che si era intasato.
Oppure di quando scrivevo il post su Collateral, che ero andata in fissa per la rete stradale di Los Angeles, per cui su Google Maps mi sono guardata la città per lungo e per largo e quando in tv si vedeva un'inquadratura della downtown, cercavo di capire da dove fosse stata fatta. Poi mi è passata 'sta fissa, eh.


4) Col senno di poi... hai scelto la strada giusta nel tuo percorso di istruzione scolastica (superiori, università, specializzazioni) o cambieresti qualcosa?

Ho studiato diverse cose in diversi campi e credo che rifarei tutto quanto. Comunque, quando ero ggiovane, non amavo andare a scuola e studiare (tranne qualche materia), ma ho sempre studiato quello che dovevo in quanto lo ritenevo un mio dovere. Ma andando avanti negli anni, il desiderio di conoscenza è aumentato e quindi non ho mai smesso in realtà di studiare. Miro a diventare una donna rinascimentale versata in molte discipline! (Poi in realtà, non è che so granché, ma vabbè, sognare non costa niente)
Dirò una cosa forse impopolare: io non sono tanto favorevole ai discorsi sulla scuola che deve formare gente pronta poi al lavoro. Scuola-impresa, o cose del genere. Va bene, non dico che le due cose debbano essere del tutto avulse, però secondo me la scuola dovrebbe avere la funzione di aprire molte porte, mostrare molte strade e insegnare a pensare, elaborare, comprendere. Per imparare a fare un lavoro c'è sempre tempo e le conoscenze specifiche di ogni settore cambiano e si aggiornano rapidamente nel tempo, quindi non ha gran senso che la scuola, perlomeno fino all'università, debba star dietro a tutto questo.

La civetta della notte ammira il ritratto di un uomo versatile

5) Sei un/una amante della vita sedentaria? Un/una amante della vita nomade? Un sedentario/a costretto/a al nomadismo? O un/una nomade costretto/a alla vita sedentaria?

Dunque, io sono un bradipo pigro che ama starsene sul suo albero a sgranocchiare foglie, ma è anche vero che di tanto in tanto vinco l'inerzia e mi butto all'avventura, traendone gran soddisfazione. Poi torno sempre all'amato albero, fino all'avventura successiva. Nel frattempo viaggio con la mente, con l'aiuto delle arti della domanda numero 1.
Comunque, per rimanere in tema di bradipi, credo sia proprio tramite un link condiviso da Ivano che ho scoperto il divertente personaggio di Bradi Pit, sul blog "La firma cangiante" (a proposito, nel caso il creatore fosse in lettura, si vorrebbero nuovi episodi!)

Incontro con un bradipo proveniente da Pixabay

6) Domanda strettamente legata alla precedente: Ti senti radicato alla tua terra d'origine o piuttosto un/una apolide? 

In base alla risposta precedente scelgo l'opzione numero uno, ma ho una certa apolidità nel cuore.

7) Sempre sulla stessa onda: Il mio amatissimo Rilke (il poeta) diceva che seppure di origine praghese e di cultura tedesca, la sua patria spirituale era la Russia. Tu ti riconosci una patria spirituale? 

Quando ero adolescente, avevo il mito di Londra perché ci abitavano i cantanti che amavo all'epoca. L'ho poi visitata più volte ed è in effetti una città che mi piace molto, anche oggi che dei cantanti non me ne frega più niente.
In generale, c'è qualcosa nell'anglosassicità che mi attira, anche se non saprei spiegare bene cosa. Ancor prima di vederli dal vivo, mi hanno sempre attratto l'ambiente rurale, le colline verdeggianti, le brughiere, le scogliere, le case di mattoni, quelle bianche coi gradini, quelle bianche con le travi sulla facciata.
Se in Italia il Romanticismo aveva un risvolto politico e sociale, in Inghilterra era molto più personale e naturalistico, con sfumature gotiche di racconti fantasmatici. E infatti quanti libri ho di racconti e fiabe inglesi, soprannaturali e non? Ho perso il conto.
Pure la lingua mi piace (ma non nel senso di usare l'inglese perché fa figo) e chi dice che l'inglese è una lingua stupida, secondo me, non la conosce.
Beh, di solito le fascinazioni non sono aderenti al 100% alla realtà, nel senso che non tengono conto degli aspetti negativi, ma va bene così. 

English landscape
(sempre con il contributo di Pixabay)

8) Tendi ad amare di più: La natura? Le cose vecchie/antiche? Le cose moderne? Per la cronaca, si tratta di una divisione in tre tipi di essenze umane (naturale, classica, moderna) appartenente a una particolare scuola psicologica. 

Amo decisamente la natura, anche se ci sono momenti in cui non mi tira su il morale, ad esempio in certe giornate invernali, quando fa così freddo e tutto è brullo e giallastramente secco. Ma in altri momenti, la natura è qualcosa di sconvolgentemente bello e mettersi lì, accanto all'acqua che scorre, immergendosi totalmente nell'ambiente, è qualcosa di estremamente rigenerante. Se poi ci si butta nell'acqua ed essa è assai fredda, ecco che l'effetto rigenerante e rinvigorente è assicurato! Gli svedesi che si buttano nel mar Baltico ne sanno qualcosa!
Riguardo alle cose, in generale preferisco quelle più antiche, però è anche vero che assegno agli oggetti un valore in base alle persone, ai momenti e alle situazioni a cui questi oggetti sono associati.

La civetta della notte medita se tuffarsi nel mar Baltico
in questa foto tratta da Pixabay


9) Ora una domanda facile facile, su qualcosa che pare molto d'attualità: qual è il tuo decennio preferito (da te vissuto direttamente o anche solo per via indiretta)? 

Non posso che dare una risposta banale: per quanto mi riguarda, dopo che sono passati almeno 20 anni, ogni decennio assume il suo peculiare fascino, sia quelli che ho vissuto, sia quelli precedenti.
Per uscire dalla banalità di questa mia risposta e dal momento che questo è un blog di cinema, per ogni decennio dirò un elemento cinematografico che mi piace particolarmente, escludendo i primi 3 decenni.

- Anni '30: le locandine dalle grafiche bellissime, impaginazioni insolite, font caratteristici:


- Anni '40: il fantastico bianco e nero con le sue splendide luci e ombre



- Anni '50: quella fantascienza tipica del periodo, capace di andare dall'infantile al profondo, regalando quell'inquietudine in grado di permanere per molti anni, anche dopo che il mondo è (apparentemente) cambiato parecchio.


- Anni '60: il colore sgargiante, lo stile pop vivace.


- Anni '70: l'eccelsa fotografia realistica dai colori naturali.



- Anni '80: non so se riuscirò a estrinsecare l'immagine mentale che ho della cinematografia di questo decennio.
È vero che l'estetica di quel periodo era molto artificiale e "piena" (si pensi alla musica o alla moda), ma trovo che i film avessero ancora quell'ingenuità e perfino "onestà" o "naturalità" nel raccontare le storie, senza far ricorso a troppi espedienti visivi fini a sè stessi. Secondo me, dalla seconda metà degli anni '90, l'estetica patinata e la ricercatezza visiva (nel bene e nel male) sono diventate sempre più preponderanti e spesso fanno sembrare un film decente quello che invece è un film pessimo o insulso. Si badi che sto facendo un discorso davvero a grandi linee, ma ho questa impressione che negli anni '80 ci fossero meno film "fintamente belli". Mi sembra si puntasse di più sull'aspetto attoriale e sulla potenza della storia e se questa non era così potente lo si capiva subito.

- Anni '90: mi piace guardare i film dell'epoca immediatamente pre-internet e dove i cellulari non erano presenti in ogni scena, perché siamo arrivati a un punto in cui 'sti attori son sempre al telefono, soprattutto nelle commedie e vabbè, nei soliti film horror dove però non c'è campo. Non per fare la retrograda, ma a me sembra che quando ci sono troppi telefoni, c'è qualcosa che non va nella storia. Comunque, guardando questi film anni '90, a volte ho proprio la percezione di star osservando un mondo vicino e lontano al tempo stesso.

10) Collezioni qualcosa (francobolli, farfalle, cartoline, ecc.)? 

posta aerea
Da piccola ho collezionato francobolli e ricordo ancora di quando li staccavo da vecchie buste. Però non ero del tutto soddisfatta quando mi arrivavano francobolli nuovi, quelli raccolti in fogli. Mi sembrava di barare! I bolli li dovevo trovare su lettere o cartoline, dovevano essere vissuti e quindi timbrati.
Da quella volta non ho più collezionato niente e il solo pensiero mi agita. Troppe cose, troppi oggetti (da tenere in un certo modo, poi) mi mettono ansia.

Però anche se ho poi smesso di collezionarli, ho sempre prestato attenzione ai bolli e quando spedivo lettere (soprattutto quelle verso l'estero) cercavo di usarne diversi, non sempre quelli delle serie ordinarie.

11) Hai o hai avuto una tua enciclopedia preferita?

Beh sicuramente conservo un posto nel cuore per I Quindici, che di tanto in tanto ancora sfoglio. Ricordo con gran piacere i volumi con gli aneddoti sui personaggi famosi e anche quelli delle fiabe. Gradivo molto anche le illustrazioni, che spaziavano nei vari stili.
Le enciclopedie hanno un loro fascino e mi ci perdo piacevolmente leggendo qua e là,  passando a caso da una voce all'altra. Dove, se non in un'enciclopedia, si può passare da Osiride a Oslo in un battito di ciglia?

E con questa, chiudo. Non assegno il Liebster a nessuno perché nessuno dei blog che leggo ha meno di 200 followers!

14 commenti:

  1. Grazie mille per la tua bellissima partecipazione! E capisco perfettamente perché hai impiegato così tanto a rispondere al mio invito. Per preparare un post così ce ne vuole di tempo, ma immagino che tu ti sia anche divertita molto.
    - Trovo eccezionale la soluzione che hai adottato per rispondere alla domanda 1. Molto meglio della classica lista e da tenere presente per il futuro.
    - Ma pure la strategia adottata alla domanda 2. Anch'io voglio sette donne e mi vien quasi voglia di aggiornare il mio post! Per scegliere Soldedad ho dovuto sacrificare altre meraviglie celesti.
    - Sul punto 4 concordiamo completamente, dalla prima all'ultima riga.
    - Bradi Pit (punto 5) purtroppo è sparito, così come l'ottimo Writerman di Ariano Geta (che comunque, per chi amasse il genere, si è dato al manga).
    - Io nel Baltico (punto 8) non mi ci sono mai buttato, ma nei laghi svedesi sì. E ti assicuro che almeno loro di estate non sono per nulla freddi (in caso contrario mi sarei mantenuto saldamente a riva).
    - Bella anche soluzione adottata al punto 9. Riguardo al tuo discorso sul cinema, sto riflettendo sulla mia partecipazione in corso a un meme su facebook in cui devi pubblicare i poster di 10 film che ti hanno segnato, uno al giorno. Per ora sono al giorno 6 e finora ho pubblicato: 1) Picnic at Hanging Rock (1975), 2) Das Wilde Leben (2007), 3) Luna nera (1975), 4) Valerie and Her Week of Wonder (1970), 5) Grave/Raw (2017), 6) Leolo (1982). Per ora almeno, mancano gli '80 e i '90. In quanto al cinema pre-'60 posso apprezzarlo, ma raramente mi colpisce al cuore (a parte i comici, per esempio Chaplin o Oliver & Hardy).
    - Anch'io, oltre a una vasta collezione di fumetti e di film, ho una piccola collezione di francobolli (punto 10) di quand'ero bambino. E' ferma al 1974 ma ogni tanto mi capita di integrarla, quando trovo dei mancanti di serie che ho a metà. Per esempio, di recente ho completato quella meravigliosa dei francobolli Disney di San marino del 1970 di cui avevo 5 pezzi su 10.
    - Infine, punto 11. Credo che il mio culto per I quindici (perduti e poi fortunosamente recuperati) ti sia più che noto. Anch'io amo la varietà degli stili grafici e il volume delle fiabe è il mio preferito.
    Cioè, in pratica, ho appena realizzato un Liebster in risposta alla tua risposta al mio Liebster ;-D

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    1. Scusa, Kuku, errata corrige. Volevo dire: "Per ora almeno, mancano i '60 e i '90".

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    2. Mitico Ivano! Hai davvero fatto una contro-risposta! Hai fatto bene perché le domande erano interessanti e mi hanno ispirato! Mi sono divertita sì!

      Sono andata ora a guardare Writerman: davvero inventivo! Ora me lo leggo per bene. Devo dire che invece il genere manga non mi ha mai particolarmente attirato. Delle storie manga non so nulla, ma lo stile grafico non è tra i miei preferiti e anzi vorrei che non manghizzassero così tanto i cartoon non-manga, occhi giganteschi in primis.

      Sono andata a guardare i film che hai citato e di cui conosco e ho visto solo Picnic a HR. Non sono molto ferrata sulla cinematografia non USA e non italica. Ho visto diverse cose ma molto a macchia di leopardo. Sono andata a guardare le trame di quei film; molto particolari senza dubbio. Quello di Malle sembra molto visionario.
      Trovo un Leolo del 1992, ma è quello che hai visto tu o un altro? Se fosse quello, ti mancherebbero quindi i '60 e gli '80.
      Dalla lista che hai fatto finora,sembrerebbe che gli anni '70 sono quelli che ti ispirano di più, cinematograficamente parlando. Può essere o è un caso?
      Sto pensando a quello che hai detto dei film pre-60s. Cosa potrebbe mancare in essi per cui non ti colpiscono tanto come i film dei periodi dopo?

      Adesso che mi ci fai pensare a quei francobolli di San Marino, da bambina avevo davvero una visione mitica di questa Repubblica che faceva bolli del genere! Era una cosa veramente pazzesca vedere i personaggi Disney su dei francobolli! Mi sembrava una cosa così strana.

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    3. Oi oi, adesso ne esce fuori un altro contro-Liebster. Cercherò di essere sintetico...
      - I manga neanche io riesco a digerirli, per cui credo che avrei smesso in ogni caso di seguire il fumetto e i cartoni animati dai primi anni '90 come ho fatto, anche se non vi fosse stata altro che questa sola ragione: la progressiva manghizzazione di tutto, dai supereroi a Topolino.
      - Sì, il film di Malle è estremamente visionario, ma anche "Valerie e la settimana delle meraviglie" che dispiega il tipico immaginario di matrice slava. E senza dubbio gli anni '70 sono, cinematograficamente parlando, i miei preferiti, come ho ribadito in varie occasioni anche nel mio blog.
      - Su Leolo hai assolutamente ragione: è del 1992. Io sono andato a memoria e ho sbagliato di un decennio. In effetti faccio un po' fatica a immaginarlo così recente, per il tipo di linguaggio cinematografico che adotta. Comunque se sei interessata a saperne di più, ne ho parlato in un mio post: https://ivanolandi.blogspot.com/2014/03/chanson-de-bianca-incantesimi.html
      - Riguardo al discorso dei film pre-60s, dipende dal fatto che faccio fatica a immergermi, soprattutto per quel che riguarda il cinema realista, in certi codici stilistici con cui non sono cresciuto insieme. Ne rimango sempre distaccato e molto spesso anche annoiato nel giro di una decina di minuti. L'unico film con Bogart di cui conosco il finale è "Casablanca", ma solo perché l'ho visto isolato dal resto del film.
      - Sei di quei francobolli Disney di San Marino uscirono anche abbinati a sei numeri di "Topolino" del 1971. Forse li hai conosciuti allora?

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    4. Forse i film tipo Casablanca sono troppo Hollywood. Forse un genere europeo rientra di più nei tuoi gusti. E i film di Bergman degli anni '50?
      Quei francobolli non so bene dove li ho visti, credo in qualche pubblicità. Forse sul Topolino stesso, ma non mi veniva comprato regolarmente perché preferivo tomi più grossi (mi piacevano le storie e non tanto le rubriche).

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    5. Sì, di Bergman mi piace quasi tutto, ma se devo citare un suo film che mi ha davvero segnato è "L'ora del lupo" e guarda caso siamo già nel 1968.

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  2. Concordo con Ivano, un bellissimo post a flusso libero che ho letto con molto piacere ;-) Cheers!

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  3. Ammazza sei perfezionista, Kukuviza! :D
    Io penso che riuscirei a farmi tirare su il morale dalla natura in ogni istanti, ma se c'è il sole è meglio XD
    Grande la panoramica cinematografica parlando delle varie annate!^^

    Moz-

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    1. Della perfezionista non me lo aveva mai dato nessuno, per cui una volta tanto ci sta!
      Se c'è la neve è bello, mi piace, ma quando in inverno non c'è e il paesaggio è davvero spoglio e in più freddo...devo dire che faccio fatica a farmelo piacere.
      Eh sì, ogni decennio ha il suo fascino. Non ho contemplato gli anni '00 né il decennio in corso. Sono troppo recenti, ho bisogno di una certa distanza per poterli valutare.

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  4. Divertentissimo post e complimenti per la grafica dei dieci attori, tutti grandi miti. Mi ha incantato il tuo sguardo su cento anni di cinema, e ho scoperto ora che anch'io amo quei concetti che hai evidenziato.
    Penso anch'io che nei '90 sia cambiato qualcosa che è ancora lì, magari sotto la sabbia. Sicuramente non è così, ma l'impressione è che negli Ottanta per esempio i vestiti non fossero importanti: se non fosse impossibile sarebbe addirittura da pensare che gli attori si presentassero sul set con i loro vestiti normali. (Parlo anche dei film normali, non solo dei filmoni). Poi invece nei Novanta è arrivato uno studio maniacale del vestito e in ogni singolo fotogramma l'attore dev'essere perfetto come un quadro, sia per il vestito che per il trucco. Negli Ottanta sembra che neanche ci fossero i truccatori sul set...
    Ripeto, non è così, c'erano truccatori e costumisti, ma l'impressione è che vestiti e make-up perfetti fossero solo strumenti ai fini del film, mentre invece dai '90 si ha impressione del contrario, che il film sia solo una scusa per mostrare abiti di marca e make-up perfetti.
    Nel 2005 è morto il cinema, a parte rarissimi casi il budget medio dei film è la stessa cifra con cui negli Ottanta ci si compravano le sigarette per il regista, le ambientazioni sono al 70% romene, 20% bulgare e 10% poco altro, con tanto di locandine piene di effetti di Photoshop ma prive di spessore. Quindi temo che ci sia ben poco degli anni Duemila che lasci il segno a livello di decennio...

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    1. Grazie mille Lucius!
      Sottoscrivo tutto quello che hai scritto. Dai '90 in poi c'è troppo controllo su tutto e più una immagine è controllata e più vedo la finzione.
      Non è tanto tempo fa che ho rivisto "Tootsie" per la centesima volta e ho pensato: ma guarda questi, che stanno a New York, come sono vestiti. La Lange con questi vestitoni a fiori, lui con delle magliette e giacche sgualcite e stravissute. OK che la moda era diversa, ma sembrava tutto meno pretenzioso e, come dici tu, sembrava davvero che gli attori si fossero portati i vestiti da casa. Il risultato era che questi personaggi sembravano davvero esistere, al di là della finzione.
      Quando vedo un film dove un personaggio alle 7 di mattina è truccato e pettinato come se fosse stato ore dal truccatore (e appunto è così), io vedo solo l'attore e non più il personaggio. Non parliamo dei film in costume che davvero non riesco nemmeno per un attimo a credere che quelli che vedo non sono attori. Come se ci fosse tanta tecnica ma mancasse un'anima.
      Rinascerà il cinema?

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  5. Questo post ha figliato: https://ildiariodimurasaki.blogspot.com/2018/12/luma-liebster-award-insomma-un-po-di.html

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