martedì 7 maggio 2019

Americani all'estero

E' piuttosto interessante vedere come gli americani rappresentano, filmano e descrivono le nazioni estere in cui vanno a fare film. Ho preso oggi in esame un filmettino americano ambientato in Italia. Un film romantico, perché questo genere di film macina luoghi comuni più di quanto un mulino macini grano.

Il filmetto si intitola Letters to Juliet e ha come protagonista principale una imbambolata Amanda Seyfried che fa uno di quei lavori più o meno romantici tipici delle redazioni dei giornali. Precisamente fa la "fact checker", ma mica controlla la veridicità delle sparate dei politici, oppure se veramente la luna diventa blu una volta ogni 19 anni e quindi se è il caso di mettere sul giornale una foto dove il nostro satellite è color puffo. O al limite, potrebbe controllare se davvero dopo il concerto di Vasco a Modena Park sono stati rinvenuti sex toys e pannoloni.

No, niente di tutto questo. Siccome siamo in un film romantico, la nostra protagonista verifica cose romantiche. Ad esempio: il bacio tra il marinaio e l'infermiera a Times Square, per festeggiare la fine della seconda guerra mondiale e immortalato da quella famosissima foto...era vero oppure inscenato? È una cosa che tutti si chiedono continuamente, in effetti.

La nostra Amanda è fidanzata con uno chef (Gael Garcia Bernal) che sta per aprire un ristorante. Cosa c'è di più romantico di uno chef che ti conquista con spezie e aromi, intingoli e timballi, risotti e dolcetti? Cosa c'è di più affascinante di uno chef che, invece di aiutare gli operai a finire di ristrutturare il ristorante, ti accoglie nelle sue cucine ancora in lavorazione, ma piene di linguine penzolanti fatte con le sue manine sante? Apparentemente niente, ma stiamo a vedere.

I due piccioncini sono molto emozionati perché stanno per partire per una pre-luna-di-miele che avverrà nientepopodimenoche nella città dell'amore e cioè Verona. Devo dire che non lo sapevo che era Verona la città dell'amore. Pensavo fosse Venezia, o al limite, Parigi. Certo, a Verona c'erano Giulietta e Romeo, ma quei due avevano una storia d'amore dal così alto tasso di tragedia che sinceramente se la possono pure tenere.

Comunque, i due arrivano a Verona e lui è gasato a mille perché l'Italia è la patria del buon cibo e lui ha preso tutta una serie di appuntamenti con i fornitori del suo futuro ristorante per andare ad assaggiare tutti i prodotti tipici della zona.

I due affittano una macchina che non può essere altro se non una 500 (quella nuova, eh) e partono in direzione di un'azienda vinicola. La colonna sonora ci propone una musica tipo tarantella, con il mandolino, dallo stile più meridionale che veronese. Però la musica si intitola "Chianti Country". Vabbè, Chianti, Verona, mandolino, pizza checcefrega, siamo sempre in Italia.

I due fidanzati bevono vino e magnano pane e olio. Lui è gasatissimo, sembra veramente che abbia preso degli eccitanti perché si contorce, si agita, esterna al massimo grado la sua soddisfazione e come un invasato decanta le proprietà organolettiche dei prodotti italici. Vanno ad assaggiare un formaggio e lui comincia ad avere un delirium tremens dall'emozione. Poi dichiara che vorrebbe essere un topo. La fidanzata lo guarda perplessa.

"SQUIIIIIIIIIIIIT!!!!"

Dopo il formaggio, lui vuole andare in un bosco situato a 120km, dove ci sono dei tartufi straordinari. Lei dice che non ha voglia di farsi tutta quella strada per andare a vedere un fungo. Lui reprime a stento le convulsioni al sentire lei definire "fungo" il tartufo, comunque acconsente a non andare, basta che lei non dica ancora la parola "fungo".

Poi, da ridere quando lei fa notare che 120km sono un po' tanti e lui le risponde dicendo che i km non sono come le miglia. Appunto, se fossero state 120 miglia, la distanza sarebbe stata minore!  EDIT: Ho scritto una cacchiata. Grazie della correzione a Emanuele Di Giuseppe!


Tornati a Verona, lei va a passeggio per le vie attirando l'attenzione dei maschietti italiani che le gridano:"Ehi, americana!" Poi giunge nel cortile di Giulietta dove le molte persone lì presenti fanno una delle seguenti due attività: scrivere disperate lettere d'amore oppure toccare le tette della statua di Giulietta facendosi fare una foto. Quelle che scrivono sono disperate, quelli che toccano no.

C'è una ragazza che piange affranta e dice (in italiano anche nell'originale) alla protagonista:"Ho paura, ho paura di non riuscire a vivere senza di lui!" e se ne va, sempre piangendo come una fontana. Ma dal modo in cui si muove e recita, sembra uscita da un film horror. Potrebbe tranquillamente dire: "Non aprire quella porta! Vedo la gente morta!"

Comunque, dopo un po', arriva nel cortile Luisa Ranieri dotata di cestino nel quale ripone tutte le lettere che le donne disperate e innamorate hanno scritto e poi appiccicato sul muro sotto il balcone di Giulietta. Seguendo la Luisa, la nostra protagonista scopre e conosce un gruppo di donne che si definiscono "segretarie di Giulietta" e che rispondono a tutte le lettere che vengono depositate nel cortile.

Ho fatto una ricerca e ho scoperto che queste segretarie esistono davvero e chiunque può unirsi al gruppo. Visitando il loro sito Juliet Club, si scopre che presso di loro si può fare perfino degli stage riconosciuti dalle università o dalle istituzioni scolastiche! Una cosa del genere non l'avrei mai immaginata.

Tornata in albergo, la nostra protagonista racconta al fidanzato di queste segretarie ma lui la ascolta con lo stesso interesse che potrei avere io a sentir parlare di macroeconomia alle tre di notte. Improvvisamente lui si anima: sente un profumo provenire da un cartoccio al cui interno c'è un pasticcino. Mangia il dolcetto e inizia ad avere un mezzo orgasmo gustativo, emette suoni gutturali tra i quali si percepisce a stento:"That's incredible, that's incredible!"

Lui vuole conoscere assolutamente la cuoca autrice di codesto dolcetto, la quale accetta di insegnargli delle ricette, in particolare quella del risotto all'amarone. Menomale che non era la ricetta delle fettuccine Alfredo. Nel frattempo la fidanzata può stare con le segretarie.

Insomma qua è chiaro che non può essere lui il principe azzurro della nostra protagonista: questo chef dimostra troppo interesse per l'arte culinaria e troppo poco per lei. Non perde occasione per sganciarsi dalla fidanzata, addirittura scova un'asta di vini a Livorno dove rimanere per qualche giorno. Senza di lei, ovviamente, perché è già tanto trovare un biglietto, due sarebbe impossibile.

Vediamo un po' se da qualche parte c'è una fiera culinaria dove andare
senza quella noiosa della mia fidanzata

Qua siamo a mezz'ora di film e non si vedono altri possibili candidati maschili. Tagliando corto la trama, la nostra protagonista trova sotto un mattone del muro di Giulietta una lettera scritta cinquant'anni prima da una ragazza inglese che si era innamorata di un italiano ma che per non dispiacere alla famiglia se ne era tornata in Inghilterra. La protagonista decide di rispondere a quella lettera e una settimana dopo irrompe nello studio delle segretarie un belloccio inglese.

Eccolo qua, il nostro principe azzurro, che già dopo due minuti di presenza dimostra di essere di un acidino insopportabile. È tutto imbizzarrito perché a causa della lettera scritta da lei, gli è toccato venire in Italia ad accompagnare la nonna che vuole ritrovare il suo amore di gioventù. Un protagonista maschile che più parla e più si rende antipatico. Più lo guardavo e più mi assomigliava fisicamente a Biff di "Ritorno al futuro".

Insomma, la protagonista, Biff e la nonna (una splendida Vanessa Redgrave) partono alla ricerca di questo antico innamorato di cui sanno solo il nome e che abita in Toscana. Quindi ciao Verona, ciao città dell'amore, ciao Giulietta, è stato bello ma noi ora si va in Toscana che fa più figo. E almeno adesso, se parte la musica "Chianti Country" ci sarà un senso.

E infatti, peregrinando tra le colline toscane stavolta a bordo di una Lancia, ci becchiamo prima una canzone degli 883, poi una versione moderna di "Quando quando quando", una canzone di Malika Ayane, una di Caterina Caselli e poi di nuovo gli immancabili mandolini del Chianti.

Gli omonimi dell'antico innamorato sono parecchi, quindi prima di trovare quello giusto, il terzetto incontra tutta una serie di personaggi che tengono fede alla fama dell'uomo italico che è sempre in qualche modo appassionato, galante, piacione, ammiccante. Tranne quando fa il gesto del dito medio (accade in un caso).

Tra i vari omonimi, troviamo brevemente Fabio Testi, inquadrato sempre di spalle (avevo perfino il dubbio che fosse lui) e pure il compianto Angelo Infanti alias Manuel Fantoni di Borotalco, in una scena in cui, mentre fa il galante, muove un pezzo degli scacchi. E questo lo dico a beneficio del blog scacchistico CitaScacchi del multisciente Lucius Etruscus.

Durante il viaggio scopriamo che Biff è orfano, fa l'avvocato però ha un cuore tenero dal momento che fa delle attività legali pro bono, a beneficio di poveri e indifesi. Insomma, devono pur in qualche modo confezionarcelo in modo che, tra un bicchier di vino e un cono gelato, sia verosimile che la protagonista si innamori di lui.
Per me, Biff era e Biff rimane.

Insomma da qui in avanti, niente di che, tutto procede come deve procedere. La nonna trova l'antico amore, interpretato da Franco Neri, marito della Redgrave nella vita reale. L'amora trionfa per tutti, in tutti i luoghi, in tutti laghi e in tutti i balconi.

Filmetto niente di che, in un'Italia da cartolina, ma ci sta anche. In fondo l'Italia è anche da cartolina. Il risultato è comunque naturale non come, ad esempio, in To Rome With Love di Woody Allen dove tutto era forzato e pure un po' anacronistico.
I due innamorati sinceramente non mi hanno ispirato granché. Molto meglio la Redgrave la cui presenza scenica è piuttosto potente.
Comunque, nel film si sente parlare italiano più di quanto mi aspettassi.

Ma cosa sto facendo ancora qui? Ora scappo che devo salire sulla 500, mettere su la musica del Chianti e magari vado a cercare quel famoso fungo che si gratta sulla pasta!

"NON - CHIAMARLO - FUNGO!!!!"

32 commenti:

  1. E niente... Per gli americani l'Italia è solo una puntino sulla mappa che corrisponde a una grossa dispensa piena di buon cibo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E vino...fiumi di vino. Vino, vino, in Italia non si può bere neanche acqua, solo vino.

      Elimina
  2. Guarda il film non lo vedrei mai, però il post è spettacolare mi sono rotolato dal ridere ;-) Ci va ancora bene essere rappresentati come una grossa vigna a forma di scarpa, forse distrae dai clichè sulla Mafia. Però questo rientra di diritto nel filone dei film tipo “Eat. Love. Pray” oppure “Il mandolino del capitano Corelli” ;-) Cheers!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Menomale che da questi filmucoli, in qualche modo, ne esce qualche risata. Grazie mille :D
      La vigna a forma di scarpa è proprio l'immagine giusta. D'altronde l'uva si pigia coi piedi...
      "Eat. Love. Pray & Play Mandolin".

      Elimina
  3. Mi ricordo di questa pudanade, e anche di aver notato tutti i soliti cliché sul cibo! Sempre meglio di quelli sulla mafia, almeno....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah ah, lo hai visto! Ma che poi mi chiedo: gli americani in Italia cosa mangiano? Non è che poi si scopre che vanno al MacDonald?

      Elimina
  4. Che ridere questo resoconto! :) A cominciare dal lavoro di lei. Trovo invece significativo che lui legga una rivista inititolata "Cucina italiana" mentre noi ci siamo messi a esprimere in inglese le nostre eccellenze culinarie, dai wine bar, altro che "vino", a Eataly o Slowfood...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì guarda, fanno di quei lavori queste protagoniste. Sempre con quell'aria sognante e svagata, poi.
      Mah, forse le riviste di cucina si salvano ancora, se non altro nel titolo, poi magari dentro avranno cose tipo veggie, cupcakes, cookies, muffin o che so io. Ma penso che l'inglese venga soprattuto usato per locali, manifestazioni, eventi di vario tipo e in genere una dimensione sociale del cibo. Le cose fashionfood. E con questo ho detto tutto.
      E pensare che in America, nei menu, scrivono i peggiori strafalcioni pur di richiamare lo stile italiano.

      Elimina
  5. Ahaha, mi ha colpito la storia delle donne che rispondono alle lettere giuliettose! XD
    Comunque, lei la preferisco tossica in Twin Peaks, anche se mi piace quando -pur coi cliché- viene rappresentata la nostra Italia.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda ti giuro che credevo che fosse una cosa inventata dal film! Era veramente troppo cinematografica come cosa! E invece ho scoperto che queste segretarie giuliettose rispondono alle lettere da quasi novant'anni. Una cosa pazzesca.
      In Twin Peaks non l'ho vista, la Seyfried, ma anche io me la ricordavo un po' meglio. Qua l'ho trovata moscia.
      Beh se non altro i clichè di questo film sono positivi, dai. C'è di peggio e più esagerato e magari prima o poi ritornerò sull'argomento con altre "perle".

      Elimina
    2. Perfetto, le aspetto: l'argomento è interessante :)

      Moz-

      Elimina
    3. Stay tuned, ho già individuato la prossima fesseria.

      Elimina
  6. Più che cliché sembra una storia surreale che pare uscita da un romanzo della Jackson.
    Sicura che alla fine i due piccioncini non sono in fuga da qualche manicomio criminale? :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahaha, ma quando mai le storie romantiche non sono surreali?
      Il fidanzato sembra sotto effetto di anfetamine. Sempre gasato a palla. Poi se ne esce sempre con delle frasi tipo "io faccio questo, così tu fai quello, win-win." Lei invece sembra aver fumato qualche cannone. L'innamorato invece è così irritante che sembra che qualcuno lo stia perennemente schiaffeggiando con delle ortiche.

      Elimina
  7. Se non c'è almeno un mafioso, per me questo film è privo di senso!
    Ma dai, ma pure Fabio Testi c'era in 'sta zozzeria?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah, dici che col mafioso il film avrebbe guadagnato qualche punto in più? Forse non l'hanno inserito perché non è facile inserire un personaggio del genere in un film romantico che a quanto pare ha delle regole strutturali molto ferree dove le schermaglie amorose e i dilemmi, sempre amorosi, la fanno da padrone. Se fosse stata una commedia romantica allora forse le cose sarebbero state più libere.

      La presenza di Fabio Testi mi perplime. Alcuni omonimi vengono mostrati in maniera velocissima, altri un po' meno. In teoria Testi fa parte di quest'ultimo gruppo, interpretando un conte che vive in una grande tenuta. Ma oh, non lo inquadrano mai di fronte. Quasi neanche di profilo, direi di un quarto. Non capisco...

      Elimina
  8. evvai con i luoghi comuni :-D :-D
    pizza e mandolini, + bocelli che ha preso il posto di Pavarotti...
    c'è da dire che noi però non siamo da meno, quanto a luoghi comuni sugli altri paesi, bisogna essere franchi...
    ( p.s.: ho cancellato per sbaglio il tuo commento su cate blanchett, chiedo scusa ;-) )
    ciaoo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, noi non siamo da meno, infatti prima o poi affronterò anche il contrario. Ce la farò con Uno scugnizzo a New York?
      (re-p.s. no problem, non era niente di significativo)

      Elimina
  9. Ah, ah, avrei un bell'elenco da farti, a cominciare dal "superlativo" (nel senso che difficilmente può esserci di peggio) Only you con Marisa Tomei e Robert Downey Jr. Grazie in ogni caso per il divertentissimo post... ormai gareggi di diritto con Cassidy ;-)

    P.S. Mi dispiace un sacco che il tuo commento al mio ultimo post è finito cancellato per sbaglio. Se sei in grado di ricostruirlo, sei la benvenuta a postare di nuovo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma sai che mi pare di averlo pure visto "Only You"? O forse alcuni spezzoni, ma molti anni fa e ho dimenticato tutto, per fortuna. Immagino l'alto grado di scempiaggine. Ecco, sarei curiosa di sapere altri titoli di questo tuo elenco di fesserie italiche!
      Grazie mille anche per il paragone con Cassidy, alquanto onorevole!

      Non preoccuparti del commento, si capisce comunque quello che c'era scritto dalla tua risposta. Blogger tira strani numeri anche a me.

      Elimina
    2. La miniserie erotica "The Diary", per esempio, che nel complesso non è da buttare, nella parte "italiana" diventa un bel campionario di stereotipi.
      Però, in compenso, ci sono anche esempi pregevoli, tipo la Roma del grande Radley Metzger in "Camille 2000", che più che immagini da cartolina presenta immagini da galleria d'arte. E niente stereotipi.

      Elimina
    3. Mi sa che più una cosa è pensata per il largo pubblico e più si va sullo stereotipo cartolina. E la cosa non vale solo per le situazioni estere: molti film americani, anche quando sono ambientati in metropoli americane, scelgono questo taglio visivo patinato che le fanno sembrare i posti migliori del mondo in cui vivere, con i personaggi che vivono con ritmi da villaggio.

      Elimina
  10. ahhh che mi sono perso!!! Maledetto blogspot che non mi avverte mai delle novità...
    Ho riso dall'inizio alla fine, sono contento che esista questo film per la tua recensione: sulla descrizione del fidanzato-topo-da-formaggio sono morto :-D Peraltro quell'attore è chiamato a ricoprire qualsiasi etnia possibile: in "Mozart in the Jungle" fa il messicano-argentino-colombiano e mille altri stereotipi sudamericani in un personaggio solo, quindi è un jolly da tirar fuori ogni volta serva un attore "che sa di straniero".
    Grazie mille per avermi avvisato della scena scacchistica, ma questo vuol dire che dovrò vedermi il film... Mmm, mi sa che la cerco saltando veloce di qua e di là :-P
    Ti prego, però, dimmi che ci hai fatto uno scherzo e non è vero che esistono le segretarie di Giulietta...
    Ah, la Caselli me l'aspettavo perché riesce sempre ad infilarsi ovunque, ma 883 è una novità assoluta!
    P.S.
    Essendo io di Roma, "From Rome to Love" l'ho odiato con una forza che fa male: Woody dovrebbe mangiarsi la pellicola e chiedere scusa per una caduta di stile così vergognosa. Non credo ci sia bisogno da dire che la valanga di fetenti luoghi comuni su Roma si riferisce ad una città inesistente...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda, mentre guardavo il film pensavo: maddai, che americanata, solo gli Americani potevano inventarsi delle "segretarie" che rispondono alle lettere d'amore...e invece! E poi quanto costerà spedire tutte quelle lettere?? Spero abbiano una convenzione con le poste perché sennò sono guai.

      Ti capisco se non vuoi vedere il film e anzi te lo sconsiglio, è solo per irriducibili fan del genere romantico. La sola cosa vagamente divertente è il fidanzato-topo che si attiva solo quando c'è da magnà! In effetti quell'attore lo piazzano dappertutto dove devono mettere un personaggio non ameregano. Qui non specificavano la sua provenienza però lui gli andava bene per dire un po' di parole in italiano senza essere troppo inverosimile.

      "To Rome with Love" veramente era qualcosa di assurdo, mi ricordo poi l'episodio coi due sposini, sembravano usciti dagli anni '50: lei con le gonnellone, lui con le camicie abbottonate fino al collo...

      Elimina
  11. Sembra un film comico, più che romantico!
    Non era Baghdad la città dell'amore? 😅
    Aspetta, sulle miglia ha ragione lui. Il convertitore mi dice che 120 km sono 74 miglia e che 120 miglia sono 193 chilometri. Se fossero state miglia, sarebbero state di più, non di meno. Oppure ho capito male ciò che volessi intendere tu?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma porca miseria, che conversione ho fatto? Hai ragione, mi sa che i vini del Chianti mi hanno dato alla testa! Ho cancellato, grazie per la correzione!
      Magari questo film fosse stato almeno un po' comico, invece niente, tutto molto melenso.

      Elimina
  12. AHAHAHA mi hai fatto morire! :'D
    Senti, ma allora te lo devo confessare: l'ho guardato tipo sei o sette anni fa e..niente, mi è piaciuto tantissimo! :3 ahahaha ecco, lo so che adesso mi tiro addosso le etichette peggiori del mondo, e so anche che i film veri sono altri, ma che ci posso fà! :')

    Ps. E una volta ero amante degli horror. Vedi come cambia la vita! ahahaha

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nooooooooo, ti ho distrutto il film! Mi dispiace :)
      E' che il genere romantico non mi esalta tanto, preferisco già di più la commedia romantica, la trovo un po' meno legata a dei cliché fissi. Film tipo Pretty Woman li trovo piacevolissimi. Poi devo farmi prendere dagli attori, se li trovo affascinanti e credibili nella storia, allora apprezzo molto. In questo caso,la Seyfried mi è parsa spenta, amorfa,mentre lui il belloccio un po' nevrotico e quindi poco fascinoso, per i miei gusti, ovviamente! E tra di loro non mi sembrava ci fosse una grandissima alchimia e questo mi penalizza la credibilità della storia d'amore.

      E comunque anche io ho i miei film che mi rendo conto che sono filmacci eppure li guardo volentieri...un giorno o l'altro ne confesserò qualcuno...:D

      Addirittura ti piacevano gli horror??! E ora non più? Ecco, quello è un genere che non mi piace tanto, perlomeno non lo splatter, fin che non si vede niente allora sì. Ma pure in quel genere ormai è diventato tutto stereotipato.

      Elimina
  13. E il primo fidanzato? E' rimasto a Livorno? Che scemo, non sa cosa si è perso, oltre la fidanzata.
    Fabio Testi non lo hanno fatto vedere, forse perchè si è fatto vecchiarello pure lui e quindi ha perso il suo charme. (si usa questo termine per un uomo? Mica lo so)
    Abbraccio siempre <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il primo fidanzato pare sia riuscito a schiodarsi dall'asta livornese ed è poi riuscito ad aprire il suo ristorante.E' rimasto un po' male che lei lo ha piantato ma credo che dopo due secondi si sia consolato ingozzandosi di grana e scolandosi qualche damigiana di Chianti.
      Forse è vero che Testi si è invecchiato, ma perché lo hanno chiamato allora? Potevano mettere un attore comparsa e sarebbe stato uguale. A meno che la sua parte non fosse più lunga e allora l'hanno tagliata la minimo.
      Gli uomini però di solito tendono a essere più fortunati e a conservare a lungo lo charme..però la Redgrave spacca!

      Elimina
  14. Me lo ricordo vagamente. Uno di quei filmettini che ti metti a vedere nelle sere d'estate, di cui poi non ricordi nulla. Tanto più che ne ho ricordato qualche passaggio leggendo il tuo post.
    Che dire... questi cliché legati all'Italia divertono molto gli americani e pare che queste produzioni vadano anche piuttosto bene al botteghino. Ce ne sono diverse, tutte più o meno con una sceneggiatura identica.
    Lui, l'attore, mi piace. È per altro il protagonista di una serie, "Mozart in the jungle", dove è praticamente perfetto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, penso li facciano con lo stampino questi film!

      Peccato che lui faceva solo il fidanzato innamorato-a-modo-suo anche se probabilmente la parte era più "divertente" (più o meno). Lui ha una faccia e un'espressività particolari.
      Invece l'innamorato vero e proprio, di cui non ho messo la foto, è uno di quei bellocci che a me non sanno né di carne né di pesce.
      Secondo me la forza di questi film sta massimamente negli attori. Se sono insipidi, c'è poca credibilità o comunque poco trasporto per me spettatrice.

      Elimina