mercoledì 19 ottobre 2016

Giovani si diventa

Oggi parlo di un film non impegnativo ma nemmeno scemo: Giovani si diventa (While We're Young - 2014).

Quando mi trovo di fronte a un film con Ben Stiller, non so mai quale sarà il livello di assurdità. Quindi non avevo molte aspettative quando mi sono messa a guardare la pellicola (ma si può ancora parlare di pellicola nell'era del digitale?).

Il film viene definito come comedy - drama cioè si ride ma non troppo; oppure ci si commuove ma non si esce dal cinema piangendo. Anche se mi è successo veramente di uscire in lacrime dal cinema dopo aver visto una commedia. Una commedia di Adam Sandler, per di più. Non so se mi spiego: Adam Sandler, il re delle commedie demenziali. Lacrime a fiumi. Ma questa è un'altra storia.

Dicevo, non avevo molte aspettative, pensavo a quei film dove i personaggi sono più o meno in una crisi esistenziale e fanno cose a random per poi uscire dalla crisi più o meno trionfalmente. Quel genere di film in cui la trama è una non trama, qualsiasi evento porta avanti la non-storia.

Invece ho visto un film a fuoco, un film che è riuscito a dare corpo ai personaggi e ai loro disagi; un film dove i personaggi sono credibili e le cose che fanno hanno un senso.

I protagonisti principali sono due coniugi quarantenni. Lui (il nostro Ben Stiller) tiene dei corsi di cinema ma si occupa principalmente di un documentario a cui sta lavorando da qualcosa come 8 anni. Ha girato tanto di quel materiale da poter riempire l'equivalente di qualche migliaio di puntate di Beautiful ma non riesce a dargli una forma. Il soggetto del suo documentario, un vecchio intellettuale di sinistra (un po' meno affascinante del mascellone Ridge Forrester), non è esattamente dei più leggeri e il suo orgoglio gli impedisce di farsi consigliare da altre persone, come ad esempio suo suocero produttore che gli fa notare che forse 8 ore di un documentario del genere sarebbero troppe anche per Noam Chomsky, che magari all'argomento potrebbe essere interessato.

Sua moglie (Naomi Watts) è una produttrice di film ma non lavora con il marito; lui non vuole, preferisce fare da sè.  Dopo alcuni tentativi non andati a buon fine, è rassegnata a non poter diventare madre.

Quindi diciamo che i due non stanno proprio bene ma cercano di convincersi di stare bene. Ma non stanno neanche proprio male, diciamo che sono impantanati in una palude emotiva senza una forma precisa.

Lo scossone alle loro vite avviene tramite l'incontro, apparentemente casuale, con una giovane coppia, sui 25 anni. E loro sono affascinati da questi giovani: sempre attivi a tutte le ore, pieni di cose da fare e di stimoli nuovi; sono creativi, senza preoccupazioni, vivono senza ansie o drammoni.

E qui vengono rese bene le sensazioni dei due adulti. Da una parte sono rivitalizzati dalla frequentazione dei due giovani ma al tempo stesso avvertono una sorta di disagio; si sentono meno interessanti, più scialbi e senza una direzione. Quando si è insicuri e non si ha trovato la propria strada, il confronto con gli altri è spesso deprimente. Gli altri sembrano sempre meglio, anche quando magari fanno cose che tu hai già fatto.

In questo film, il confronto giovani/adulti è secondo me più marginale di quello che sembra. La vera chiave secondo me è l'insoddisfazione e anche la poca chiarezza personale dei due adulti. E' vero, i due quarantenni sono in un'età in cui si fanno bilanci, si tirano delle somme e si ha anche paura del tempo che passa. Marito e moglie si guardano attorno e vedono i loro amici coetanei che hanno avuto un figlio, i pischelli che in quattro e quattr'otto fanno un documentario e gli viene pure finanziato. Insomma, magari è anche normale che un po' di sconforto gli venga.

Poi, come spesso succede quando si guardano gli altri superficialmente, non è tutto oro quello che luccica e in ogni caso è bene rendersi conto che fare confronti non aiuta granchè. Anzi, bisognerebbe proprio evitare di fare confronti con gli altri.
La chiave di tutto è capire cosa si vuole e quali sono i propri punti di forza e lavorare su quello. E' forse la cosa migliore che si può fare per raggiungere la felicità e la soddisfazione di sè.

E dopo queste perle di saggezza chiudo con il commento trash: I due giovani sono interpretati da Adam Driver e Amanda Seyfried. Lui è bravo nel suo modo di fare l'hipster untuoso ma credo che lo metterò nella mia lista di attori antipatici.
Numero 1 perchè in questo film il suo personaggio non è poi così simpatico.
E soprattutto, numero 2 per quello che mi combina nel film "Il risveglio della forza". Bisogna sapere che io ho una passione pluridecennale per Harrison Ford e guai a chi tocca Harrison!

Dai, finisco in modo meno trash. Durante il film si sente parecchia musica di Vivaldi, molto bella, ed è raro sentire musica del genere in un film non di nicchia.


E ora giunge il momento grafico, il momento delle locandine!

Poster americano:
Vagamente retrò per il fatto di usare un fotogramma del film. Impaginazione pulita e gradevole. C'è il motivetto grafico in giallo che appare in tutte le declinazioni del poster e presumo stia a indicare gli anni d'oro della giovinezza.
Nel film c'è anche la canzone "Golden Years" di David Bowie.

Come giudizio dico che non è strapparsi i capelli ma nemmeno da strappare la locandina.

Poster italiano:
Qui i fotogrammi aumentano permettendo di mostrare i quattro attori principali: Ben Stiller, Naomi Watts, Adam Driver e Amanda Seyfried. Viene data preferenza agli attori più famosi con Ben Stiller un po' più in grande rispetto a Naomi Watts. Evidentemente è lui, dei due, l'attore più popolare in Italia.
Non fantastica la foto a destra di Naomi Watts; nemmeno quella di Adam Driver è straordinaria ma, visto quanto scritto sopra, va bene una brutta foto per lui.
Anche qui abbiamo il riquadro giallo, tuttavia non sulla parola "giovani": perché? Se il giallo rappresenta i cosiddetti anni d'oro, allora bisogna metterlo su quella parola, non ha senso mettere il riquadro su "si diventa".
Credo che la grafica debba possibilmente anche veicolare dei significati.
Inoltre, mentre la locandina originale usa due font che mi sembrano appartenere alla famiglia dei Bodoni (detta così, sembra la famiglia dei Gobboni!), quella italiana ha l'accoppiata Bodoni/Futura, mi chiedo perchè. Forse il Futura bold è più leggibile da lontano? Soprattutto nei nomi degli attori?

Mia versione alternativa
La grafica che c'è in me ha provato a fare una versione alternativa, con il giallo al posto giusto e con il Bodoni Bold Italic anzichè il Futura Bold. Credo che con il giallo sotto "Giovani" sia anche meglio mentre spezzo una lancia a favore del Futura; in questa situazione è più leggibile a distanza e forse anche più giovanile.

E anche per stavolta è tutto.

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