domenica 4 dicembre 2016

Il braccio violento della legge

Il film di cui parlo oggi ci porta indietro nel tempo, nella New York del 1971, dove seguiamo le peripezie di due agenti della narcotici alle prese con una banda di spacciatori che hanno un traffico di stupefacenti tra gli Stati Uniti e la Francia (The French Connection - titolo originale).  

Bene, in una frase ho raccontato la trama.

Si potrebbe in effetti usare due frasi per dettagliare un po' la storia ma non credo sia così essenziale. Questo non è il genere di film in cui gli eventi accadono in una sequenza stretta, come perle su un filo. Che poi magari ti perdi una perla e non capisci più cosa sta succedendo.

Se dovessi continuare con le similitudini e dovessi paragonare il film a un quadro, direi che la trama potrebbe essere la cornice. E quindi cosa c'è dentro la cornice?

Innanzitutto c'è che ora la smetto con le similitudini, che tra perle e cornici mi è già venuta l'orticaria. Torniamo invece alla prima frase del post, quando dico che questo film ci fa fare un tuffo nel passato.

Una delle cose che mi piacciono del cinema, infatti, è proprio questa: i film sono una sorta di macchina del tempo, capace di trasportarci in epoche passate, non troppo distanti, a volte epoche che abbiamo vissuto direttamente. Non mi sto riferendo ai film in costume: se il film "Cleopatra" mi viene girato a Cinecittà o in "Braveheart" gli scozzesi combattono in kilt qualche secolo prima di quanto non sia accaduto in realtà, non mi viene da dire:"Ecco, così era in Egitto duemila anni fa" o "Così che si stava in Scozia nel 1300".

Ho qualche dubbio al credere che Cleopatra
usasse veramente una cuffia cosi! Ma forse il mitico
Zahi Hawass mi scriverà e mi smentirà!
Sia chiaro, non ce l'ho con le inaccuratezze storiche di cui sono pieni i film, anzi. I film non sono documentari e il loro scopo è anche affascinare. Renie Conley, l'ideatrice dei costumi per Elizabeth Taylor in Cleopatra, si è sicuramente ispirata all'estetica egizia ma ha poi creato i vestiti con l'intento di valorizzare l'attrice e accendere l'immaginario del pubblico. E ha fatto bene.

E anche gli scozzesi in gonna fanno il loro porco effetto.

Quando si ricrea un'epoca o l'estetica di un'epoca passata, volente o nolente c'è sempre l'influenza dell'epoca in cui si fa il film, anche quando gli anni tra le due epoche non sono poi così tanti. E in quest'ultimo caso, per far credere allo spettatore di essere veramente nel passato, c'è la tendenza a sovraccaricare e ad accentuare ogni elemento. Questo aspetto mi piace un po' meno, a dire il vero. Personalmente preferisco che ci siano inesattezze dove gli attori si sentono a loro agio o dove ci sono elementi visuali interessanti e con dei significati piuttosto che tutto filologicamente curato nei minimi particolari: il risultato tende a essere ingessato e troppo finto. Poi, bisogna anche vedere caso per caso.

"American Hustle" (2013) - tutto molto curato, troppo curato:
forse per questo non mi sento veramente negli anni '70

Inoltre, c'è una cosa che è difficile ricreare: gli esterni. Nel film "Fratello dove sei?" (2000), ambientato negli anni '30 e girato in gran parte nelle campagne del Mississippi e South Carolina, i pali della luce sono stati eliminati digitalmente.

Finchè c'è da togliere, è facile. Finchè le scene si svolgono in ambiente naturale, è ancora facile.

Se però la scena si svolge, mettiamo, nella Londra degli anni '30? Bisogna costruire un set apposito, o molti set appositi. O ricreare tutto in digitale. E non è un caso che molti film ambientati nel passato, presentino inquadrature con strane angolazioni proprio per mostrare il meno possibile l'ambiente urbano troppo moderno per l'epoca in cui si svolge la storia del film. Le cose sono complicate.



Tutta questa pappardella (nostalgica) quindi per dire cosa? Che un film girato nel 1971 non può essere la stessa cosa di un film girato nel 2010 e ambientato nel 1971.

E voi direte: Bella scoperta, non era così difficile da capire.

Ma tutta questa pappardella, nostalgica fino a un certo punto perchè nel '71 io non c'ero, mi serve per dire che l'elemento principale del film, quello che sta dentro la cornice di cui sopra, è la città di New York di quegli anni, con i suoi palazzi, i suoi negozi, le insegne, le macchine, le pubblicità, le torri gemelle in costruzione, i suoi abitanti, non delle comparse vestite per l'occasione.

Una scena si svolge nel Roosevelt Hotel, usato in molti film. Ogni volta che vedo un film e si vede il Roosevelt mi viene da sorridere e dico:"eccolo!" ed è interessante vedere i cambiamenti che l'hotel ha subito nel tempo: il logo è stato cambiato diverse volte e anche l'ingresso ha subito modifiche, tanto che a volte non lo riconosco subito. Il palazzo adiacente è adibito a negozio e nel corso degli anni la merce in vendita ha cambiato genere più e più volte ma la decorazione simil-marmo della facciata è rimasta immutata.

Ma soprattutto, questa New York è immortalata con una fotografia splendida. D'altronde negli anni '70 si sono raggiunte vette di qualità fotografica eccelsa, con immagini significative ed esteticamente belle ma non patinate, come si vede purtroppo negli ultimi tempi. Inoltre le pellicole anni '70 hanno una luce e dei colori particolari, inconfondibili: non così brillanti come negli anni '60 ma più caldi delle pellicole dei decenni successivi.

Lo stile di ripresa tende al realismo e questo era un fatto nuovo per l'epoca. Naturalmente, in seguito, film e telefilm su questo stile ne sono stati fatti a bizzeffe ma questa pellicola ha fatto un po' da apripista. Ci sono molte riprese con cinepresa a spalla, in stile reporter, ma l'effetto è bello, non quella schifezza che si è vista in "The Blair Witch Project" e che poi tutti hanno copiato. Se c'è una cosa che non sopporto è quel tipo di riprese con effetto maremoto che ti fa venire l'ubriacatura dopo cinque minuti. E sembra che per questi "autori", più una ripresa è mossa e più è realistica. UNA REALISTICA SCHIFEZZA, ecco cos'è.

Tornando al nostro film, i dialoghi sono pochi, a farla da padrone sono gli inseguimenti, gli appostamenti al freddo da parte dei poliziotti, mentre gli spacciatori mangiano lauti pranzi in caldi e comodi ristoranti. Ci sono le irruzioni nei localacci malfamati, i pedinamenti - in particolare quello nella metropolitana con una specie di balletto tra pedinatore e pedinato (scena citata in altri film).

C'è una sequenza che mostra uno spacciatore su un treno che viaggia sulla ferrovia sopraelevata e il poliziotto lo insegue in macchina, da sotto. Una scena adrenalinica, girata in condizioni semiabusive, che un po' mi ricorda la folle corsa dei Blues Brothers sotto la sopraelevata di Chicago.

Inoltre c'è un punto del film che mi ha fatto scompisciare dalla risate: i poliziotti sospettano che gli spacciatori nascondano la droga in una certa macchina. Requisicono l'automobile con un pretesto (perchè non vogliono scoprire troppo le loro carte), la smontano completamente, in maniera estrema. Spaccano, aprono, strappano, disfano...la macchina alla fine è da discarica, peggio di così potrebbe essere solo sotto la pressa. Ebbene, dopo aver trovato la droga, in sole 4 ore riescono a rimettere a posto la macchina come nuova! Da sganasciarsi!

Chissà se Danny The Kount Koker e Rick Dale saprebbero
rimontare una macchina in sole 4 ore

Per finire, qualche nota tecnica. Il film, vincitore dell'Oscar, è basato su un libro che narra le vere indagini newyorkesi di due agenti antidroga. I due poliziotti sono interpretati da Gene Hackman (che ha vinto l'Oscar come attore protagonista) e Roy Scheider (che ha avuto la nomination come attore non protagonista). Anche il regista William Friedkin ha vinto l'Oscar, così come pure lo sceneggiatore e il montatore.

Il film non ha vinto l'Oscar alla migliore fotografia, il premio quell'anno è stato vinto da "Il violinista sul tetto". Devo assolutamente vederlo per dire: "Sì, i giudici degli Academy Awards avevano ragione".

Di locandine ce n'è diverse ma sono una peggio dell'altra. Quella che si salva, è quella che ho postato a inizio articolo. Ha un bel disegno, forse la somiglianza con Gene Hackman non è perfetta, ma lo stile è bello. Il poster è anche ben impaginato.

Bene, spero di avervi convinto a guardare questo bel film. Se non vi è piaciuto, ditemi perchè.

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