mercoledì 11 gennaio 2017

Vacanze romane

Spesso le bambine amano giocare a fare le principesse. Dev'essere qualcosa che ha a che fare coi bei vestiti, le pettinature, l'essere ammirate. I bambini invece non mi risulta che giochino a fare il principe. Mettere un vestito con la fascia non desta, di solito, l'interesse dei giovani ometti. Al limite si mettono una corona in testa, prendono una spada e fingono di infilzare un drago. Di solito i maschietti prediligono l'azione.

Nel film Vacanze Romane (1953), con Gregory Peck e Audrey Hepburn, quest'ultima interpreta una principessa non particolarmente entusiasta del suo ruolo. Se incontrasse una bambina che si diverte a impersonare un'erede al trono, probabilmente cercherebbe di farle cambiare gioco.
Questa principessa sta facendo una tournée di rappresentanza in giro per l'Europa e si trova per la precisione a Roma. La vediamo durante una serata diplomatica impegnata a incontrare un numero interminabile di persone eminenti mentre il suo pensiero è rivolto alle scarpe che le fanno male. Poi le tocca ballare un'infinità di danze con partner che hanno mediamente l'età che potrebbe avere suo nonno.

Al momento di andare a dormire, gran dramma. La principessa si cruccia perchè ha una camicia da notte da vecchia e fa inorridire la sua segretaria/dama di compagnia raccontandole di certe donne che dormono nude. Poi si lamenta dell'acconciatura, anch'essa da ottuagenaria. Quante scene, la regina Elisabetta c'aveva già da un pezzo i capelli corti come poi te farai tu nel corso del film, cara la mia principessa.

Poi guarda dalla finestra e vede gente che balla a una specie di sagra e vagheggia di trovarsi lì anche lei, tra le persone comuni che si divertono senza dover sottostare ai doveri di corte. Secondo me, se avesse ballato tutta la sera con qualche figo granduca, di andare a mescolarsi con la gente comune le sarebbe fregato assai.

Comunque, niente sagra, si ficca a letto da dove ascolta la sua segretaria che le fa il riassunto degli appuntamenti che dovrà affrontare il giorno dopo. Colazione con l'ambasciatore, visita a una scuola, visita a una fabbrica di macchine dove le verrà regalata un'automobile. La principessa manifesta sempre più impazienza finché, al sentire l'ennesimo impegno, le viene una crisi di nervi. Comincia a gridare che lei è stufa, che non ne può più. Chissà, forse preferirebbe alzarsi alle quattro per allestire il bancone al mercato, come fanno le persone normali, alle quali tra l'altro nessuno dà le macchine aggratis.

Vabbè, sono un po' cattiva con sta principessa, in fondo a tutti capitano giornate no, dove qualsiasi cosa ci fa girare le palle. Inoltre, si sa che quando si è giovani, mal si sopportano le regole.

Insomma, viene chiamato un dottore che le inietta un qualche sedativo per calmare i nervi. Tutti vanno a dormire tranne la principessa, che all'insaputa di tutti scappa dal palazzo per andare all'avventura per le vie di Roma. Si tenga a mente che esce senza soldi.

I successivi 25 minuti di film, la principessa o dorme o nel dormiveglia farfuglia cose a caso usando un gergo da nobildonna. Perché dorme? Perché il sedativo del dottore ha iniziato a fare effetto e succede che lei si addormenta su un muretto dove viene trovata da un giornalista americano (Gregory Peck) che la crede ubriaca e per non lasciarla lì e non riuscendo a farsi dare il di lei indirizzo (perchè lei vuole mantenere l'incognito), se la porta a casa. Lei prima di crollare sul letto di lui, mentre si toglie i vestiti per mettersi il pigiama dice:"Non mi ero mai tolta i vestiti di fronte a un uomo e mi sembra del tutto naturale". Ma non è che il dottore, oltre al sedativo, le ha iniettato qualche droga che toglie le inibizioni?

A mezzogiorno dell'indomani lui si sveglia e va al lavoro. Lei dorme. Lui intanto scopre l'identità di lei e gli viene subito l'idea di fare un articolone esclusivo sensazionale, approfittando del fatto di avere la nobildonna per le mani.

Perfino la Bella Addormentata dormiva di meno
Torna a casa e lei ancora dorme. Sono le 2 del pomeriggio. Ma che razza di sedativo le aveva dato sto dottore per ridurla in tal stato letargico? Ma neanche il "sedatavo"di Frankenstein Junior era così potente.

Finalmente, a suon di cannonate, lei si sveglia (sì, perchè se lui non tornava a casa a svegliarla, lei avrebbe continuato ad libitum) e dopo quattro chiacchiere, senza mai rivelare la sua identità, gli dice che se ne deve andare e gli chiede qualche soldo. Lui dice che ha solo 2000 lire e gliene dà 1000. Lei preoccupata:"Ma non sarà troppo?". In quanto donna di alto lignaggio, lei non ha idea di quanto costi una cosa qualunque, forse non ha neanche mai visto del denaro in vita sua. Lui comunque la rassicura dicendole che 1000 lire equivalgono a circa 1 dollaro e mezzo.


Con le millelire in tasca la principessa prima si compra un paio di scarpe, poi entra da un parrucchiere, decisa a tagliarsi i capelli. Di solito, quando una donna dice al parrucchiere:"Solo una spuntatina", poi si ritrova un taglio alla Annie Lennox. La principessa invece becca l'unico parrucchiere che non vuole tagliare e vorrebbe dare solo spuntatine. Lei deve penare un sacco per convincerlo a tagliare abbondantemente. Il coiffeur, scocciatissimo, fa il taglio (senza nemmeno lavare i capelli), dopodiché tira fuori il dongiovanni che c'è in lui e invita la principessa a una festa danzante che si terrà la sera stessa su un traghetto.

Dopo aver pagato il parrucchiere con banconote a caso, la principessa va a comprarsi un gelato e viene fermata dal fioraio più caro dell'universo. Infatti si consideri: lei con mille lire si è comprata un paio di scarpe, un gelato, tagliata i capelli e le avanza pure qualche spicciolo. Il fioraio tenta di venderle un mazzo di 10 fiori semiappassiti per la modica cifra di...1000 lire. Io al fioraio gli avrei detto:"Ma mi faccia il piacere!"

Nel frattempo il giornalista spia le sue mosse e proprio mentre lei si sta pappando il gelato sulla scalinata di Trinità dei Monti, la abborda, fingendo di passare lì per caso. Lei gli racconta la frottola di essere scappata dal collegio e di volersi fare due ore di libertà, di mescolarsi alla folla, andare al caffè, come fanno tutti.

Vediamo di aiutare la principessa e chiediamo a lui:
"Quanto costa un litro di champagne?"
(mitico Crozza, by the way)
Ecco appunto, lui la invita al caffè ma lei, invece di fare come fanno tutti, che al caffè si prendono un caffè o al limite una bibita, lei che fa? Ordina champagne, naturalmente! Cara la mia principessa proletaria, ho capito che hai un concetto del denaro alquanto astratto, ma è mai possibile che non ti passi per la testa che lo champagne può costare un bel po'...diciamo certamente molto di più di 1 dollaro e mezzo? Che poi magari ti addebitano tutta la bottiglia perchè te la devono aprire apposta; difficilmente sarà passato poco prima o passerà tra poco qualche assetato regnante che si vuole bagnare il gargarozzo.
Per la cronaca, il giornalista si fa poi prestare 30.000£ per pagare lo champagne e lo stipendio di un operaio nel 1950 era di 32.000£. Poi siamo d'accordo che anche oggigiorno c'è lo champagne da 30€ e quello da 800€, comunque io avrei lasciato la principessa a lavare i bicchieri e che lo champagne se lo paghi da sola.

C'ho proprio il dente avvelenato che neanche la mela di Biancaneve, sì lo so. Ma torniamo alla storia del film.

A questo punto giunge l'amico del giornalista: un fotografo, chiamato a fare le foto per questo mega articolo scoopone sulla principessa. Io pensavo che il giornalista volesse fare amicizia con la principessa e poi farsi rilasciare un'intervista in esclusiva. Invece no, non le dice nemmeno che è un giornalista, vuol fare un servizio "rubato", da giornaletto gossip, insomma. Infatti questo fotografo fa delle foto di nascosto usando una macchina fotografica dall'aspetto di accendino. Una cosa da James Bond;  non pensavo che già negli anni  '50 ci fossero macchine del genere.

La scena col fotografo è abbastanza divertente perché lui all'inizio ignora di trovarsi di fronte alla principessa e rischia di dire cose che potrebbero mandare a monte il piano del giornalista. Comunque riesce a dire:"Ma lo sapete che siete un bel bocconcino?". A me questa frase era apparsa alquanto strana. Sarebbe come se uno, oggigiorno, dopo essere stato presentato a una ragazza, le dicesse:"Ma lo sai che sei una bella gnocca?". Ha più tatto l'Armando Feroci di Gallo Cedrone che, per commentare il culo di una dice:"Lo sai che c'hai un sito da paura? Te c'hanno mai cliccato sopra?".
Ma questa faccenda del bocconcino è una cacchiata della traduzione italiana perché il fotografo nella versione originale dice:"Lo sapete che siete la sosia di..."; niente bocconcini, quindi.

Gnam, questi sì che sono dei bei bocconcini
Pressapoco a questo punto c'è la famosa scena della Vespa, con lui che porta a spasso lei per le vie di Roma, come si vede in quasi tutte le locandine. A un certo punto lui scende dalla Vespa per parlare con un vigile e lei, genia, decide di mettersi ai comandi del motomezzo. Parte in quarta, lui riesce a stento a risalire mettendosi dietro di lei che, ça va sans dire, non ha idea di come si guidi. Sarebbe troppo facile fermarsi, ma vuoi mettere il divertimento di andare a tutta birra travolgendo tavoli, sedie, bancarelle? Da ultimo sfascia il carretto pieno di cocomeri di un tizio che grida:"So' rovinatooooo!!"

Dopo un inseguimento, tutti quanti vanno al comando di polizia, anche quelli che hanno subìto i danni. Dopo aver sparato la cavolata che stavano festeggiando le loro nozze in Vespa, o qualcosa del genere, la princi e il giornalista vengono rilasciati. Il tizio che gridava:"So' rovinato", un omaccione villoso in canottiera, tutto allegro esclama:"Andiamo a congratularci con gli sposini!". Va dalla principessa e la bacia in bocca. Credo che se fossi stata al posto di Audrey Hepburn mi sarei fatta pagare un extra, per questa scena.

La giornata non è ancora finita. Strafregandosene che a palazzo sono probabilmente in delirio con lei sparita da ore e ore, tutti gli impegni andati a monte, roba da casino diplomatico internazionale, la principessa propone di andare nientemeno che alla festa sul traghetto a cui l'ha invitata il parrucchiere!

E infatti lo trovano lì, il parrucchiere, tutto giulivo. Si è pure tagliato i baffi! Ormai, coi tagli c'ha preso la mano, se potesse si metterebbe pure a tagliare le siepi stile Edward mani di forbice. La principessa fa pure una danza con lui. Il parrucchiere, quando era nel suo salone, pensava quasi più a fare il casanova che non a tagliare capelli; adesso che potrebbe veramente fare il casanova, si mette a fare il parrucchiere. Infatti, mentre sta ballando con la nobildonna, si ferma, la guarda, estrae un pettine dal taschino e le pettina la frangia. Poi, dopo essersi dato anche lui una pettinata, si rimette a ballare! Ormai è lanciato verso l'olimpo degli hairstylists. Un uomo, una missione.

Sul traghetto ci sono però dei loschi figuri vestiti di nero che osservano la situazione. Salta fuori che sti qua sono degli agenti segreti incaricati di rintracciare la principessa e riportarla a palazzo. Ci provano ma ne vien fuori una rissa, la solita rissa stile telefilm di Batman anni '60, ovviamente. Anche il parrucchiere, dopo essersi dato una pettinata, si getta nella mischia.

La principessa e il giornalista riescono a fuggire e a sto punto tra loro scocca la scintilla. Chi vuol sapere il resto, si guardi il film.

Come si sarà capito dal tono, non sono rimasta proprio conquistata da questa pellicola. So che l'ho tirata un po' alla lunga con sta faccenda della principessa insoddisfatta. Questo non è un film drammatico dove si parla di possibilità, responsabilità e scelte dei regnanti. Questa è una commedia romantica dove il desiderio di evasione è solo un pretesto per far vivere alla principessa una avventuretta in giro per Roma.

Però il romanticismo è solo accennato, le parti di commedia non mi hanno divertito particolarmente, mi sembravano molto ingenue. La trama è alquanto minimale e Roma è la classica Roma da cartolina.

Negli anni poi, si sono visti parecchi film dove gli "innamorati" si nascondono l'un l'altro identità, parentele, lavori e quant'altro.

In definitiva trovo il tutto un tantinello datato. Il film era probabilmente adatto per l'epoca in cui è stato fatto e forse esprimeva il desiderio di normalità dopo un periodo di conflitto e l'auspicio di vivere senza essere continuamente sotto controllo, visto che lo sceneggiatore era in lista nera e la pellicola è stata realizzata in piena epoca maccartista (leggi post precedente).

Audrey Hepburn ha vinto l'Oscar...mah. E' vero che lei in questo film spicca per grazia e bellezza e mette in ombra Gregory Peck, che in questo film mi sembra abbastanza scialbo. E' vero che anche parti non drammatiche sono del tutto degne di vincere un Oscar ma il ruolo della principessa è veramente un po' troppo "misero" per essere premiato con la statuetta. Un ruolo niente di che, non da premio.

In definitiva: non mi è particolarmente piaciuto ma la maggior parte degli utenti di imdb non la pensa come me e su quel sito la votazione media del film è di 8,1. Anche su mymovies.it il film va per la maggiore: la votazione è di ben 4,11 su 5. Capisco che il film possa piacere ma gridare al capolavoro mi sembra quantomeno inopportuno.

Per finire, lancio un grido da leggersi alla romanesca:"SOPRAVVALUTATO-O!"


21 commenti:

  1. Oddioddioddio sto morendo dal ridere :-D Quando Audrey chiede quanto siano mille lire mi immagino Peck che fa la faccia di Crozza che fa Padoan e non sa la risposta: «Però aveva detto che oggi spiegava!» :-D
    Scherzi a parte è un piacere trovare finalmente qualcuno che sappia descrivere il film per quello che è, una commediola zuccherosa figlia dei tempi e ultra-datatissima, che teoricamente non dovrebbe avere più nulla da dare già negli anni Sessanta, figuriamoci oggi! Invece chiunque ne abbia occasione lo cita come il più romantico film di sempre, il più grande capolavoro bla bla bla. Di solito chi lo dice non lo ha visto o non lo ricorda: è così che lavorano i critici, vanno a comando. "Com'è Vacanze romane?" "La più grande commedia romantica di tutti i tempi". "Com'è Blade Runner?" "E' cyberpunk!" Tutte rispose senza senso: bello essere critici...
    I problemi di doppiaggio che citi sono proprio le cose che mi mandano in sollucchero, e questo fa il paio con "L'uomo dal vestito grigio" sempre con Peck: bisognerebbe indagare se l'evidente discrepanza monetaria è da attribuire agli americani - campioni olimpionici di falso storico e quindi amanti dell'inserire particolari palesemente sbagliati nei loro film - o ad una scelta di doppiaggio nostrana. Il "bocconcino" sicuramente è colpa nostra, ma sulle mille lire non saprei. Va bene che siamo agli albori del boom, che il Piano Marshall ci sta portando in alto, ma che mille lire siano un dollaro e mezzo mi pare eccessivo: lo erano negli anni Ottanta, e non ci compravi manco un fumetto! Chissà se si trova un sito con l'archivio dei cambi monetari...
    M'hai fatto morire e per me questa è la recensione definitiva del film ^_^

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    1. Ahahah, Peck con l'espressione di Crozza è da poster!
      Ma veramente, io non capisco tutta sta esaltazione per sto film, io mi aspettavo chissà cosa e invece è una robetta ma proprio etta. A livello di un film Disney di quelli minori, straight to video. Poi mi sembra che una delle motivazioni principali di questa esaltazione sia che la Audrey è fantastica e bellissima e quindi anche il film lo è. Mah.
      Il "bocconcino" in originale è "ringer" che, a quanto mi risulta, vuol dire sosia. Non mi pare che ci siano giochi di parole e non capisco perché abbiano fatto così.
      Chissà in quanti film ci sono questi strani valori monetari, adesso che ci penso non ho sentito in inglese cosa le diceva lui, su quanto valevano le mille lire.

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    2. Stando ai sottotitoli del DVD, il pastrocchio è proprio americano.
      «Here's a thousand lira.»
      «A thousand? You can spare all that?»
      «It's about a dollar and a half.»
      Quindi il doppiaggio si limita a trasporre la strana scelta dell'epoca.
      Pensa che proprio stamattina ho prenotato per il 6 gennaio prossimo un pezzo dove presenterò una tabella a cui lavoro da tempo, dove riporto il prezzo di alcune principali testate da edicola dal 1951 ad oggi. Visto che il film è del 1953 e immagino si svolga in tempi "attuali", posso dirti che un numero di "Topolino" costava 80 lire, "Il Giallo Mondadori" 130 e "Urania" ben 150. Plausibilmente un caffè o un gelato costavano meno di una di queste pubblicazioni, quindi forse nel '53 si poteva davvero fare parecchio con mille lire... tranne un taglio di capelli, però :-D

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    3. Sì il taglio farebbe sforare e forse anche le scarpe anche se erano acquistate al mercato e magari venivano meno. A me stupiva anche il prezzo dei fiori, cioè lei faceva tutte queste cose con mille lire e poi i fiori, sempre al mercato, costavano così tanto?

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    4. Dubito fortemente che gli americani si siano messi a fare calcoli perché quanto mostrato fosse plausibile, non è proprio nella loro natura. Il problema è che è difficile controllare: sarebbe da beccare un film italiano dell'epoca e sentire che cifre citano.
      Per esempio ne "I tartassati" (1959) con Totò e Fabrizi si citano tantissime cifre, molto ma molto più alte di semplici mille lire, però è anche vero che si parla di un negozio di vestiti di classe e quindi sicuramente di classi più alte rispetto ai popolani che immagino volessero rappresentare gli americani.
      Come ti citavo l'altra volta, ne "La banda degli onesti" (1956) parla delle nuove banconote da diecimila lire, ma non ricordo i prezzi che si dicono quando entra dal pizzicagnolo... Mi sa che vado a controllare :-P

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    5. "I tartassati", che film divertente, mi era piaciuto parecchio!
      Bella la frase che gli americani non si sono messi a fare i calcoli, "non è proprio nella loro natura" :-D

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    6. Per tutto il film "Era mio padre" il ragazzino legge i fumetti di un personaggio che ancora non esisteva, all'epoca dei fatti: capisci che stiamo parlando di una cultura che i falsi storici li cerca con il lanternino?
      Ho controllato, purtroppo non si citano i prezzi nella banda degli onesti, ma rimane forte l'idea che in Vacanze romane le cifre in lire siano ampiamente fantasiose :-P

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    7. Dal dialogo che hai scritto, tra l'altro, non sono nemmeno riusciti a usare il corretto plurale di "lira".

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    8. Stasera il film va in onda in prima serata su La7: speriamo lo mandino con la titolazione italiana, invece che la copia originale. Sarebbe un bel regalo, visto che La7 ha già presentato in questo modo alcuni classici, come "Sfida all'OK Corral".
      Ne approfitterò per rivedere il film? Mmmmmm mi sa di no :-P

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    9. Scusa, ho letto solo ora.
      Come lo hanno poi trasmesso il film?

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    10. Sì, ma purtroppo nella solita versione originale. Stranamente però alla fine dei titoli di coda sono apparse tre schermate con il doppiaggio del film, cosa davvero strana. Sembravano schermate tipiche da DVD: mi sa che La7 ha preso il DVD o il Blu-ray del film e l'ha mandato in onda paro paro :-P

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    11. Sul Mereghetti dice che solo di recente sono stati riconosciuti ufficialmente i contributi di Ennio Flaiano, Suso Cecchi D'Amico e di Dalton Trumbo. Potrebbe forse essere che hanno mandato proprio una di queste copie con i dati aggiornati?

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  2. La copia originale mi sembra decisamente classica, solamente i nomi dei doppiatori sembrano "moderni", come appunto se la copia trasmessa in TV fosse il semplice DVD che potremmo vederci per conto nostro...

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    1. È possibile che La7 non abbia la copia classica? Come funziona il discorso di quale copia viene proiettata? Devo ammettere di non saperne nulla.

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    2. Sul blog Doppiaggi Italioti ne sanno molto più di me, sono veri esperti del settore, quindi mi limito a tirare le somme della discussione che si è svolta in questi giorni a proposito di "Via col vento", che il 1° gennaio scorso Rete4 ci ha regalato in una splendida edizione italiana molto rara.
      A quanto ho capito sin dagli anni CInquanta le emittenti usano un antenato di quello che noi chiamiamo videoregistratore, cioè mandano in onda dei film che le case mandano loro su nastro, avendoli riversati da pellicola. I diritti di proiezione però non sono infiniti, hanno tempi ben limitati e quindi le emittenti italiane hanno gli archivi pieni di tesori, film dimenticati, preziose e rarissime edizioni italiane, titoli ormai perduti, tutta roba che non hanno i diritti per mandare in onda e che sta morendo mangiata dai topi. Viva l'Italia!
      A parte questo, con l'avvento delle nuove tecnologie questo passaggio - cioè la casa che riversa da pellicola su nastro analogico - è in pratica azzerato: la casa si limita a dare all'emittente i diritti di mandare in onda il DVD o il Blu-ray del film e via. SOlo che questo significa che tu non vedi più la versione italiana del film, come abbiamo visto tutti fino al 1999, bensì la versione originale - di solito americana - con solo l'audio italiano. Infatti l'altro giorno se io avessi messo "muto" alla TV, non c'era nulla che facesse pensare che "Vacanze romane" stava andando in onda in italiano: dalla prima all'ultima scritta era inglese, perché evidentemente era il DVD che puoi comprare in negozio.
      Da quando Evit mi ha fatto conoscere questo mondo sono impazzito, e da tempo sto bazzicando mercatini in cerca di vecchie VHS che conservino i titoli italiani dei film, come cioè una volta venivano trasmessi in TV: una volta era impensabile che iniziasse il film e leggevi "Roman Holiday", che è? Io voglio vedere "Vacanze romane", che è 'sto "Roman Holiday"? Da più di un anno curo la rubrica "Italian Credits" proprio per presentare il frutto delle mie cacce e il contributo di tanti appassionati che danno la caccia alle edizioni italiane dei film, ormai dimenticate dalla distribuzione.
      Per puro caso sono riuscito a conservare una prova del fatto che le emittenti si limitano a mandare in onda gli stessi dischi che potremmo comprare noi in videoteca. Ti mando questo filmato in cui si vede l'inizio di un film ma, dopo 13 secondi, evidentemente è andato in tilt il lettore e vediamo la schermata tipica di un Blu-ray. L'operatore rimette Play e il film riparte: il tutto mentre sta andando in onda! E la cosa buffa è che ogni volta che Retecapri ha mandato in onda quel film, appare l'errore: è come se in pratica avesse registrato il film. Come se non mandasse in onda direttamente il Blu-ray ma la registrazione del Blu-ray...

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    3. Grazie mille per l'approfondita e interessante risposta. Adesso ho capito meglio il discorso sui titoli di testa che viene portato avanti sul sito dei Doppiaggi Italioti.
      Il filmato con l'errore è pazzesco! Mi fa pensare a quella volta che ero al bancomat, mi è andato in tilt tutto e sullo schermo è apparso Windows che stava facendo il reboot!
      Mi chiedo chi avrebbe da ridire qualcosa se mostrassero quei vecchi nastri su cui non ci sono più i diritti, che mi pare abbastanza assurdo, tra l'altro. Siamo proprio il paese delle assurdità.
      A sto punto, invece di mettere gli stagisti a fare fotocopie, che li mettano a mettere a posto gli archivi con tutto questo materiale (sì è un'idea scema lo so, ma non più scema del tenere le robe lì a perdersi).

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    4. Altro che idea scema, magari lo facessero! Capisco che il finto capitalismo italiano spinge le aziende a fare di tutto per NON guadagnare, altrimenti perdono i ricchi aiuti statali (tanto perché chi parla di capitalismo in Italia sta proprio sbagliando bersaglio), perciò capisco che le case nostrane non abbiano interesse a vendere i loro prodotti: basterebbe che aprissero le porte agli appassionati, che gratis recupererebbero quel materiale. Non sarebbe proiettato né trasmesso, ma almeno ne rimarrebbe copia.
      È come per i libri: le case sono le prime a fregarsene di conservare il proprio patrimonio, per non parlare dello Stato con i libri chiamati "di interesse nazionale": per fortuna ci sono i pirati che, gratis, salvano queste opere. È come se un ladro si occupasse dell'istruzione dei miei figli perché io non ho né soldi né voglia di farlo... Di nuovo, viva l'Italia! :-D
      Comunque negli ultimi anni alcune case - Golem Video, Sinister Film, A & R Productions, credo spesso riconducibili a Cecchi Gori - stanno ristampando film in DVD con la scritta "doppiaggio italiano dell'epoca". Non so se sia sempre vero, ma è un buon segno che non stia andando tutto perso...

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    5. Sì, mi sembra che denoti un po' quella mentalità per cui non vuoi far fare un lavoro neanche gratis perché sia mai che poi qualcuno trova il modo di guadagnare dal tuo materiale. Quindi in pratica è meglio che il materiale vada a peripatetiche piuttosto che correre il rischio che qualcuno ci guadagni.

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    6. C'è il serio rischio che sia così. Sai che molti testi italiani, dimenticati da noi, li trovi liberamente consultabili su GoogleBooks? Parlo di testi degli ultimi tre o quattro secoli che nessun ente o impresa italiana ha il minimo interesse a salvare: li ha salvati Google, scansionando le copie custodite nelle università americane, mentre nelle nostre i topi ingrassano...
      Lamentarsi che così Google fa i soldi con il nostro patrimonio è stupido: la stessa cosa poteva farla lo Stato italiano, ma siccome non c'è da mangiarci o da rubare non interessa. Anni fa vennero stanziati finanziamenti per ristampare opere italiane, salvandole dall'oblio, ma poi questi fondi sono "misteriosamente" finiti subito... Sai che una decina d'anni fa lo Stato ha iniziato un'opera di pubblicazione dei documenti diplomatici italiani di inizio Novecento desecretati? Ora infatti possiamo sapere cosa gli ambasciatori all'estero scrivevano a Mussolini e cosa lui rispondeva (giusto per fare un esempio): quella roba è tutta di pubblico dominio, ora, ma i soldi per pubblicarla sono finiti subito...
      E tutto questo è patrimonio pubblico: pensa se parliamo di film, che è roba di case private!

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    7. Della serie "neanche il cane muove la coda per niente". Però per quanto riguarda il lamentarsi, nessuno batte il popolo italico...

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