martedì 11 luglio 2017

Celeb Birthday: Yul Brynner

L'11 luglio del 1920 (pare) nasceva a Vladivostok, nell'estrema Russia orientale, Yul Brynner che sarebbe diventato in seguito un famosissimo attore. I suoi antenati erano di provenienza alquanto variegata e questa mescolanza etnica gli ha regalato una fisionomia alquanto particolare grazie alla quale Yul ha potuto interpretare credibilmente faraoni egizi, re siamesi, capi indiani, condottieri cosacchi, rivoluzionari messicani e altri personaggi di varia nazionalità.

Adesso, di attori calvi e fascinosi ce ne sono parecchi, si pensi a Bruce Willis, o Ben Kingsley, o Dwayne "The Rock" Johnson. In precedenza non ce n'erano così tanti: negli anni '70 c'era il tenente Kojak e prima ancora c'era lui: Yul Brynner. Si era rasato malvolentieri a zero per interpretare il re siamese Mongkut, ma il nuovo look ebbe un grandissimo successo, tanto da essere adottato in via permanente. Per decenni il taglio rasato è stato definito "alla Brynner".

Brynner fu perfino di ispirazione a Stan Lee, quando questi creò il personaggio del professor Xavier degli X-Men.

Breve divagazione. Siccome ho sempre questa fissa di andare a vedere i posti sulla street view di Google, volevo dare uno sguardo a Vladivostok e farmi un'idea della città. (Sì lo so che ai tempi di Brynner era tutto diverso). Comunque, ho cliccato in quattro punti a caso e l'impressione che ho avuto di questi posti non è stata così eccezionale, un gran numero di casermoni, non tanto diversi da quelli che ci sono anche in Italia. Ho deciso quindi di vedere dov'era la statua di Brynner la cui foto c'è su Wikipedia e mi sono accorta che era nella via corrispondente al quarto posto da me cliccato a caso. Ho preso quasi paura per questa coincidenza! Vladivostok non è così minuscola. Che lo spirito di Yul abbia guidato il mio mouse? Assurdità a parte, anche se a distanza, si riesce a vedere la statua. Di fronte a essa, dall'altra parte della strada, c'è un negozio di articoli per la pesca e per la caccia, con sull'insegna un salmone e una tigre, nientemeno. E dopo ci si stupisce se quest'ultima è a rischio estinzione. Già che ci sono dico: basta caccia!

Tornando a Brynner, egli è stato sicuramente un personaggione. Prima di diventare attore, fu trapezista in un circo francese, chitarrista folk nei night club russi di Parigi, speaker alla radio, direttore televisivo, modello anche nudo e in seguito diventò pure un apprezzato fotografo. Scrisse perfino un libro di cucina! Un uomo a tutto tondo.

Locandina, dal bel formato stretto,
con classico font egiziano, tipo Playbill,
tipico degli ambienti del West
Per celebrare il suo compleanno, vorrei oggi parlare di un bel film da lui interpretato: Invito a una sparatoria, pellicola di ambientazione western, del 1964.

La storia narra di un uomo, tal Matt Weaver, che fa ritorno al suo paese dopo aver combattuto nella guerra di secessione americana. Sta per entrare in casa, ma qualcuno lo accoglie con un fucile. E se nei film romantici un bacio è un apostrofo rosa tra le parole "ti amo", nei film western una pallottola è un apostrofo grigio tra le parole "chi sei". Quindi il povero Matt non ha nemmeno modo di capire chi è quello che si è installato in casa sua, che questo inizia a sparare. Matt si difende e l'altro ci lascia le penne.

Salta fuori che il tizio che stava in casa sua non era un abusivo, ma aveva regolarmente acquistato la proprietà dal riccone del villaggio, il quale però l'aveva non tanto regolarmente confiscata mentre Matt era in guerra.

Per il fatto di aver ucciso un uomo del paese, Matt viene subito inviso da tutti gli abitanti del luogo, fomentati nel loro odio proprio dal riccone di cui sopra. A Matt non rimane che asserragliarsi nella sua fattoria in attesa di decidere il da farsi.

Viene stabilito che Matt deve essere fatto fuori ma siccome nessuno osa andare a stanarlo, un pistolero viene assunto per lo scopo. Il pistolero è un personaggio certamente degno di nota. Vestito con una certa ricercatezza - camicia bianca con le ruches sul davanti - abile nello sparare, nel giocare a carte e nel suonare il clavicembalo (e devo ancora capire cosa ci fa un cembalo nel West). In una scena ambientata nell'emporio cittadino, il pistolero, in assenza della proprietaria, addirittura consiglia a una donna quale stoffa potrebbe usare per farsi un vestito e riesce perfino a venderle un filo per cucire! Dove si è mai visto un pistolero del genere!



Un personaggio così non poteva avere un nome banale e infatti si chiama Jules Gaspard d'Estaing e ci tiene anche a far sapere esattamente come si scrive mettendolo bianco su nero con del gesso su una lavagna. Forse, in caso che gli abitanti del paese lo paghino con un assegno, vuole accertarsi che sappiano fare lo spelling. E poi bisogna anche stare attenti a pronunciarlo bene. "Jules: J morbida, S muta - Gaspard: D muta - d'Estaing: con un leggero dittongo".

Inoltre, il pistolero ha dei metodi di lavoro tutti suoi. Non ha nessuna intenzione di andare alla fattoria di Matt poiché dovrebbe andarci a piedi o a cavallo, ma sia camminare che cavalcare sono attività che gli scocciano assai. Aspetterà che la sua vittima venga nottetempo a rifornirsi all'emporio. Comunque, il nostro gunfighter non ha tutta questa fretta di portare a termine il suo lavoro dal momento che ha messo gli occhi sulla proprietaria dell'emporio.

Cosa succederà? Avverrà la sparatoria? La proprietaria dell'emporio fuggirà col pistolero? Il riccone verrà punito? Guardate e saprete. Ma uno dice:"A me non piacciono i western". E io dico che in realtà, di western, c'è solo l'ambientazione e che essa potrebbe tranquillamente essere sostituita con un'altra. Il film è basato più che altro sulle psicologie dei personaggi con i loro drammi e disillusioni. Ed è proprio la caratterizzazione di questi personaggi a rappresentare il punto di forza del film, superando la consuetudine del genere western che solitamente predilige i ruoli stereotipati. Oh, ma non pensate che, dopo aver detto ciò, il film sia un pippone noioso. Tutt'altro.

Il ruolo del pistolero è interpretato proprio dal nostro Yul Brynner che qui sfodera tutto il suo carismatico magnetismo; credo che sia più affascinante qui che non ne "I magnifici 7". La prima volta che ho visto questo film ero in un periodo in cui avevo una preoccupazione che mi accompagnava per tutte le giornate e mi ricordo che il film mi aveva permesso di dimenticarmi per un paio d'ore di quell'ansia perenne. Mi aveva molto coinvolto.

Curiosità finale: la casa del riccone è la stessa usata per il film Psycho.


4 commenti:

  1. Grande Yul Brynner! M'è sempre piaciuto. Ricordo due altri film, La città dei robot e anche uno post-apocalittico che ora mi sfugge.

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    1. Bellissimo "Il mondo dei robot". Yul era proprio minaccioso con quella sua falcata decisa e gli occhi dal freddo scintillio robotico. Forse l'altro film a cui ti riferisci è il seguito di Westworld ma non sono sicura perché non l'ho visto.

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  2. Autore della più bella frase per tutti gli "scarsi criniti" del pianeta, un gran mito sul serio! Cheers

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    1. L'ho letta sul tuo blog: fantastica! Yul mito!
      Hai letto cosa aveva detto all'accettazione dell'oscar? Se avessero fatto con lui come il casino di quest'anno, non oso immaginare cosa sarebbe successo.

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