venerdì 10 dicembre 2021

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Eccoci qua, di nuovo nel 1976. 

Qualche giorno fa eravamo rimasti ad Andreotti che era andato in America a batter cassa. Tutto è andato bene, Andreotti è tornato "con le spalle coperte". Sia il governo uscente Ford, che quello entrante di Jimmy Carter hanno promesso di aprire i cordoni della borsa.

E a proposito di presidenti americani, guardate questa incredibile pubblicità:


Siccome non credo si legga, vi trascrivo la descrizione che, dopo le solite decantazioni sulle proprietà benefiche del liquore di turno, dice: "Ve lo conferma anche il signore qui ritratto, noto sosia di un importante uomo politico. Del resto... chi può dire che 'quello vero' non se ne beva un goccetto di tanto in tanto?"

Nixon adesso è pure testimone involontario! Nuove frontiere della pubblicità!

Ma lasciamo perdere i presidenti americani veri e finti e parliamo della prima della Scala, che come sapete avviene ogni anno il 7 dicembre. Ma nel 1976 le cose non vanno del tutto lisce perché il giorno dopo, i giornali raccontano in prima pagina degli scontri violenti tra la polizia e alcuni collettivi giovanili che volevano dare l'assalto al teatro. Lacrimogeni da una parte e bombolette incendiarie dall'altra hanno segnato una serata di devastazione e feriti. E pur senza venire ferite, nemmeno le signore impellicciate sono rimaste immuni dai tafferugli e sono state oggetto di lancio di uova. 
 

Niente lanci di uova, invece, per la diva Liz Taylor che, fresca di settimo matrimonio è in luna di miele a Tel Aviv. Il suo sesto marito è il futuro senatore John Warner. Il matrimonio durerà pochi anni, la vita a Washington sarà noiosa per Liz e poi nel suo cuore ci sarà sempre Richard Burton, di cui lei ha detto che dopo di lui, gli uomini erano lì solo per tenere il cappotto e aprire la porta. Solo per compagnia.

Ma decidiamoci orsù ad accendere la tv! Ma mica vorremo sederci in poltrona? No, troppo borghese. Optiamo invece per la moquette Sit-in:

Molto più comodo, no?

Dunque, accendiamo la tv e scopriamo che sul primo canale c'è teatro. Nientemeno che "Le allegre comari di Windsor", riprese televisive dal Teatro Romano. Sul secondo canale, abbiamo invece il film di oggi e cioè "L'incidente" che fa parte del ciclo "Oppressori e vittime nella giungla di Losey".

La storia inizia nel cuore di notte, nella campagna inglese. Vediamo una casa, di quelle tipiche, avvolta nel silenzio.

A un certo punto, un rumore di schianto. Dalla casa esce un uomo che va a vedere cosa è successo e trova un ragazzo e una ragazza, dentro una macchina ribaltata.

Il ragazzo è morto, invece la ragazza è in stato semi-confusionale. L'uomo la porta in casa, ma quando arrivano i poliziotti da lui allertati, nasconde loro la presenza della ragazza.

Parte dunque un flashback da cui capiamo la storia dei personaggi. L'uomo è un professore e la ragazza una sua studentessa, fidanzata del ragazzo morto in macchina, anch'egli suo studente. (Uno dei motivi per cui l'uomo ha nascosto la presenza della ragazza è che aveva capito che era stata lei a guidare, pur non avendo la patente, perché il ragazzo era ubriaco fradicio). 

L'uomo, che dunque abbiamo capito che è un professore, nutre una fascinazione nei confronti della ragazza, ma non osa farsi avanti, anche perché è sposato con figli. 

Una domenica, il professore invita a casa i due ragazzi, ma si aggiunge in modo inaspettato anche un suo collega. Il professore rimane un po' stupito ma comunque il collega è uno di casa, uno che non si fa problemi a sbevazzare e mangiucchiare la roba che trova, a buttarsi sui divani, a essere come uno di famiglia, insomma.

La giornata trascorre un po' tesa, si intuisce che ci sono diverse cose non dette nel gruppo. E il giorno dopo, il professore scopre che il collega e la ragazza hanno una relazione già da qualche settimana e perfino la moglie del collega lo sapeva.

Il professore reagisce alla scoperta con fastidio e invidia e non si comporterà in modo irreprensibile...

Film tutto ambientato a Oxford, in parte nell'ambito universitario, in parte in quello domestico. Ambiti entrambi composti e formali, ma che nascondono in realtà pulsioni represse. Il professore in particolare, sembra essere un padre e marito fedele, ma non è proprio così.

E in tutto questo, i personaggi bevono, bevono, bevono... non c'è quasi scena in cui non hanno il bicchiere e la bottiglia accanto.

Non c'è da meravigliarsi dunque di tutte queste pubblicità alcoliche... 

Alla prossima!

15 commenti:

  1. Sospetto che le pubblicità fossero proprio così tante proprio per allargare il mercato in Italia e renderlo simile a quello inglese e americano dove, oggettivamente, bevevano in modo assurdo. In quegli anno, stando alle pubblicità, gli interessi principali degli italiani erano bere superalcolici e avere il bucato più bianco di quello della vicina.
    Il film, manco a dirlo, non l'avevo mai sentito nominare ma dovrebbe essere di quelli che mi piacciono ^_^

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    1. Penso che il film potrebbe piacerti, è sicuramente un bel film, magari non è per tutti, comunque è drammatico ma mi pare meno cupo di certi film nordici. La sceneggiatura è di Harold Pinter.

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    2. Harold Pinter? Epperò...
      Me lo segno, magari riesco a raccattarlo.

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    3. Il vecchi Pinter, so che lo avevamo perfino studiato a scuola ma mentre per Osborne mi ricordo di "Look Back in Anger", non mi ricordo un cavolo di Pinter, guardando i titoli delle sue opere, non riesco a ricordare cosa avessi studiato di suo.

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  2. Bellissimi flashback che mi fanno pensare com'era diverso il mondo allora. Magari non migliore, ma credo meno bigotto.

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    1. Grazie caro Bobby, beh forse una volta c'erano certi formalismi e attenzione alle apparenze che ora non ci sono, anche se forse adesso ce ne sono di altri di formalismi. Ad esempio certe esasperazioni di politically correct che badano più alla forma che alla sostanza delle cose.

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    2. Esatto. Con il politically correct ci siamo fatti prendere un po' troppo la mano forse

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  3. Mamma mia! Se avessi visto Nixon (o sosia) consigliarmi l'amaro Ramazzotti, avrei iniziato a bere a 4 anni 😂 (ho un debole per i presidenti USA ritenuti "cattivi")

    Misoginia "mode on": la morale del film è che è meglio far guidare un maschio ubriaco che una femmina sobria, per evitare incidenti mortali 🤣

    Ma il collega è un cafone!

    Comunque a parte l'amore per le bevute dei personaggi, che mi costringerebbe a guardare il film con una boccia di Averna sul tavolinetto, mi intriga molto. Dovrei cercare con cura più film vecchi, più di mio gusto, a discapito di tanta merda odierna che guardo attualmente!

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    1. ahahah mi vien da ridere al pensiero di te con la boccia dell'Averna (non era quella del "c'è un falco da salvare" o simili?) Aaahah, non sapevo fossi sensibile ai bad presidents!
      Sì, il collega era cafone, ma almeno era più palese, non ipocrita come il professore che poi pure si approfitta della tipa mentre lei è in fase di shock. La tipa poi un po' strana, enigmatica, anche un po' freestyle, comunque più che altro era il simbolo di qualcosa che sconvolge la vita del professore.
      Devo dire che i film vecchi forse escono un po' di più da certi schemi di oggi, schemi commerciali collaudati. Come anche per i libri o anche per i fumetti, dove ho l'impressione che le tante scuole di scrittura e fumetto un po' tendano ad appiattire gli stili. Comunque di fumetti non sono molto esperta, forse tu ne sai di più e puoi confermare o ribaltare questa affermazione :D

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    2. Ahahah crollerei dopo i primi 20 minuti di un film, adoro sorseggiare e preferisco bevande più leggere, come la birra, in modo da arrivare alla fine ancora sobrio 🤣
      Mi sa che quelle degli amici che partono per salvare qualcuno o riparare qualcosa sono dell'amaro Montenegro ma non vorrei dire una cazzata.
      Per i fumetti direi che è un problema di quantità. Oggi ne escono 10 volte tanto confronto a 30 anni fa. Già 20 anni fa c'era una saturazione per via dei tantissimi manga. Quindi è inevitabile incappare in tante cose simili che appiattiscono gli stili. Per fortuna ci sono sempre le eccezioni, come in ogni altra cosa.

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  4. La pubblicità della moquette mi ha fatto tenerezza! ^_^ E come al solito si beve come spugne a destra e a manca. Ora in tv ti martellano con la pubblicità delle automobili e ovviamente della green economy, chissà come potrebbe risultare il calendario dell'avvento dei giorni nostri.
    Anche questo film non l'ho mai sentito, ma sembra interessante. :)

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    1. La pubblicità della moquette è quanto di più anni '70 io abbia mai visto in vita mia! :D
      Si beveva alla stragrande e ho messo solo le pubblicità con spunti un po' più "comici", perché altrimenti sarebbero infinite. Oggigiorno credo che la sequenza di pubblicità sia Offerta telefonica - Automobile - Altra pubblicità - Offerta telefonica - Automobile - Altra pubblicità e via avanti. Già prima della green economy le pubblicità di macchine andavano per la maggiore. Negli anni '70 invece poco, anche se la Fiat quando pubblicizzava la 127 usava due pagine, magari ne metto una.
      Il film è interessante, non è un film teatrale, però forse per via di Pinter alla sceneggiatura, secondo me c'è qualcosa del teatrale, anche nella recitazione. O almeno, un certo tipo di teatro: molti silenzi, scene lunghe. Non un film per tutti i gusti, ma a me è piaciuto, casomai se ti capita prova e vedi se può essere il tuo genere.

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    2. Non conosco L'incidente, e la pubblicità col sosia è veramente assurda, suppongo che oggi come oggi non potrebbero permettersi una roba del genere per il pericolo denuncia!

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    3. Penso anche io di no, ma anche quella volta sono stati attenti perché non hanno fatto nessun nome, hanno fatto solo allusioni. Immagino che fossero su una linea di confine molto sottile comunque...

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  5. Se il film "Dave. Presidente per un giorno" (1993) ci ha insegnato qualcosa, è che i sosia dei presidenti americani lavorano parecchio, almeno finché l'originale è al potere. All'epoca di quel film il sosia di Bill Clinton stava ovunque, lo ricordo tipo su Italia1 nelle pubblicità delle linee telefoniche a pagamento! Quindi pubblicizzare un amaro è un tocco di classe, al confronto :-P
    E se da Dolph Lundgren abbiamo imparato qualcosa, è che gli amari italiani spaccano all'estero.

    Incredibile la programmazione filmica, finora stai citando tutti film poco distribuiti, forse proprio perché una volta che se li comprava la RAI sparivano nel nulla. Peccato.

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