martedì 22 febbraio 2022

Oggi presento... un film che piacerebbe a Gazebo

Salve amici di blog, la scorsa settimana ho dovuto saltare l'appuntamento del martedì perché ero veramente troppo impegnata. Comunque vi ricordo che quel giorno era il compleanno nientemeno che di Totò, di cui vi agevolo un'immagine di quando aveva 47 anni e ha interpretato il suo quinto film dal titolo "Il ratto delle sabine".

"Sono Tito, il vostro Tato"

Ma seguendo quello che dice proprio in quel film il nostro principe della risata, quando gli viene detto che Aristofane è morto 2000 anni fa: "Dio, come passa il tempo", dobbiamo abbandonare il passato e concentrarci sulla giornata di oggi.

Ebbene, oggi è il compleanno di Luis Buñuel e di Jonathan Demme. Quest'ultimo ha diretto alla mia età "Il silenzio degli innocenti", che ho visto molti anni fa, ma non me la sono sentita, alla mia età, di rivederlo per farci un post.

Stavo dunque decidendo cosa presentare oggi, quando mi sono accorta che il 22 febbraio è il presunto giorno di nascita di Fryderyk Chopin! Come passare sotto silenzio questo evento, dal momento che c'è stato un periodo in cui mi sono molto dedicata a suonare i suoi notturni?

Allora mi sono detta: vuoi che nessuno abbia mai fatto un film sul celebre pianista polacco? Cerrrrto che ne hanno fatti (e qui gli amanti degli anni '80 avranno capito il senso del titolo del post). Ne hanno fatti ben quattro di film, di cui uno in polacco, uno in francese e due in inglese. Non conoscendo né il francese, né il polacco, ne ho scelto uno in inglese, del 1991, dal titolo "Chopin amore mio", di cui tra l'altro avevo un vago ricordo.

Ecco, già dal titolo italiano fesso avrei dovuto intuire il genere di film, però siccome il titolo originale è "Impromptu", una mezza speranza ce l'avevo, corroborata anche dal fatto che nel cast ci sono diversi nomi famosi.

Nei panni di Chopin, troviamo Hugh Grant, al suo nono film.

Hugh Grant: parliamone.

Arthur Newton
foto tratta da https://liabxl.wordpress.com
Quando ero alle superiori, avevo un libro di inglese molto divertente, che narrava le avventure di un certo Arthur Newton, che soprattutto nella prima parte della storia, era proprio il prototipo del personaggio sfigato. 

Quello sempre senza soldi, che fa un lavoro che non gli piace e in cui combina solo pasticci. Il tipico personaggio impacciato, innamorato della bellona che però lo snobba perché gli preferisce il riccone che la porta a cena nel ristorante chic e le regala l'anellone col brillantone.

Ma dopo tutta una serie di peripezie, il nostro Arthur riesce a conquistare il cuore della sua bella e a dare una svolta positiva alla sua vita.

Ecco, ho sempre pensato che se avessero fatto un film su Arthur Newton, Hugh Grant sarebbe stato l'attore ideale per interpretarlo. Credo sia quasi un suo marchio di fabbrica il ruolo del ragazzotto belloccio, goffo e imbranatino, che balbettando frasi imbarazzate, fa innamorare la donna di turno.

Certo, sono sicura che il vecchio Hugh ha fatto anche ruoli meno goffi, soprattutto ora che è in là con gli anni e si rifiuta di fare ulteriori commedie romantiche, comunque di sicuro quel genere di personaggio è una cosa che lui ha interpretato in svariate pellicole. 

Uno si chiede: in questo film Hugh è o non è goffo? Risposta: è goffo, goffissimo.

E per giunta, col parrucchino


Nella foto sopra sta facendo una tirata lamentosa e un po' imbarazzata sul fatto che non riesce a dare all'Improvviso (Impromptu) a cui sta lavorando, la giusta naturalezza che serve a far sì che l'ascoltatore non si accorga dell'incredibile calcolo che ci sta dietro.

Il Chopin di Grant è un personaggio timido, pudico, poco loquace, dal facile imbarazzo: quando è oggetto di attenzioni non richieste, gli parte un attacco di tosse devastante che gli consente di fare un rapida fuga e di sfuggire alle pretendenti indesiderate.

Nella realtà, Chopin era in effetti debole di salute, aveva problemi ai polmoni ed era spesso sofferente, quindi sicuramente queste cose si riflettevano sul suo carattere, di natura schivo, ma l'amico Hector Berlioz scrive di lui: "Chopin si mostrava di una bonomia maliziosa che dava un irresistibile fascino ai suoi rapporti con gli amici. Nella conversazione portava quell'humour che fu la grazia principale e il carattere essenziale del suo raro talento".

Nel film tutto questo fascino non esce fuori, anzi, da quel poco che lo si vede, il musicista polacco risulta essere un personaggio svenevole, amorfo, senza spina dorsale. Ho scritto "da quel poco che lo si vede" perché in questo film su Chopin, Chopin appare veramente in misura minina e mi pare che non sia lui il fulcro della vicenda.

Nella prima ora, quasi non lo vediamo e la protagonista indiscussa è la prolificissima scrittrice George Sand, uno degli amori fondamentali di Chopin. 

Judy Davis nei panni di George Sand

La scrittrice aveva assunto un nome maschile in modo che i suoi scritti non venissero pre-giudicati negativamente ed era in generale una tipa piuttosto anticonvenzionale: tra le altre cose, le piaceva vestirsi da uomo perché era molto più comodo, fumava il sigaro e aveva una vita amorosa piuttosto intensa. 

Nel film vediamo due dei suoi amanti. Il primo è lo scrittore sbruffone Alfred de Musset, dalla vita sregolata e amante dell'alcol.

Mandy Patinkin nel ruolo, mentre tenta di montare
a cavallo scolandosi una bottiglia


Poi c'è il secondo amante, un tipo molto focoso che ama fare duelli ogni due per tre, uno che dà l'idea di essere tutto muscoli e poco cervello. Ma molti capelli.

Amante tricoticamente dotato

Quindi, gran parte del film è dedicata a George Sand che cerca di sfuggire a questi due amanti che non si vogliono rassegnare per essere stati piantati. Ma tramite l'amico comune Franz Liszt, George Sand fa la conoscenza di Chopin, solo che per un bel pezzo non lo incontra, ne sente soltanto la musica.

Il sempre vestito di nero Liszt

Nei panni di Liszt c'è Julian Sands, che visivamente ci sta molto bene, però ha una strana recitazione. Non so descrivere il modo in cui pronuncia le sue battute, sembra declamarle in un modo innaturale, quasi forzato. Non so se volesse dare l'idea di un ungherese che parla in una lingua straniera o se proprio Sands recita così. Dovrei vederlo in un altro film per capire meglio.

Insomma, in definitiva George Sand si innamora di Chopin solo sentendone la musica. Quando riesce finalmente a conoscerlo, inizia a fargli la corte, ma lui non è molto ben disposto, non gli piace il carattere troppo forte della donna. In più, a ostacolare una possibile relazione tra i due, ci si mette anche l'amante di Liszt che fa di tutto per non farli mettere assieme. Non ho capito se questa amante voleva mettersi lei con Chopin oppure se voleva proteggere Chopin da una donna troppo irruente e indipendente come la Sand.

Comunque, finalmente al minuto 85, scatta il bacio tra la Sand e Chopin. Lei vorrebbe denudarlo lì, sul pianoforte, ma lui - timido - sguscia via come un'anguilla. Al minuto 94 lei ci riprova, ma anche stavolta rimane delusa perché lui si rifiuta di consumare un amplesso, adducendo come scusa di essere troppo malato. Ma al minuto 97, lui decide che tutto sommato non è poi così malato e dunque le zompa addosso slinguazzandola appassionatamente.

Quindi tutto è bene quello che finisce bene. La tecnica dell'imbranato del vecchio Hugh ha funzionato anche stavolta.

Insomma avete capito che questo film non è altro che uno sceneggiatone dove la cosa principale sono gli intrecci amorosi e che quindi di Chopin non abbiamo che un pallido fantasma malaticcio e di lui ci viene detto ben poco. Anche della sua musica non è che si parli più di tanto, figuriamoci poi dell'amore per la sua amata Polonia, dominata dalla Russia, a cui negli ultimi anni non aveva più potuto far ritorno.

Il film non ci dice più di tanto nemmeno dell'attività di scrittrice della Sand; c'è solo un riferimento al fatto che lei non si strugge per l'arte e scrive libri uno dietro l'altro perché ha bisogno di soldi. Inoltre, il suo amante alcolizzato ci fa sapere che da quando non stanno più assieme, la Sand scrive solo spazzatatura e quando stavano insieme, era lui, che tutte le mattine, mentre lei dormiva, eliminava dai manoscritti della donna metà degli aggettivi: un lavoraccio che perfino Ercole avrebbe rifiutato, preferendo invece pulire le stalle di Augia.

Comunque, questo film ha il pregio di non prendersi sul serio e nel suo genere è anche abbastanza divertente, quindi non c'è nessuna pesantezza o melensaggine e il film scorre rapido.

Bene, anche per oggi è tutto, vi lascio con un'immagine di Emma Thompson, presente anche lei nel film, nei panni di una nobile dalla pettinatura tripartita.

Ciao belli!

16 commenti:

  1. Ah, che mi sei andata a ripescare! Questo film l'ho visto nella metà dei Novanta: hai presente quando ti capita di vedere un film proprio nel momento esatto in cui lo volevi e nella perfetta predisposizione d'animo per vederlo? Non dico che mi sia piaciuto, a parte l'imbarazzo di Chopin davanti alle profferte della Sand non ricordavo altro, ma di sicuro ricordo il mio grande entusiasmo nello scoprire la sua programmazione. (Credo su Tele+1, non vorrei sbagliare ma era uno dei film recuperati dal canale a pagamento dopo il grande successo di "4 matrimoni e un funerale", a cui seguì la programmazione anche del filmino della Comunione di Hugh :-D)

    In quel periodo tumultuoso della mia vita (1994-95) oltre alla passione per il cinema si era unita quella per la musica classica - genere in cui sono cresciuto, visto che piace ai miei genitori quindi in casa si sentiva sempre - e nella mia capoccia di ventenne il tutto si era fuso nel "film biografico sui compositori", per il quale persi la testa. Non è stata una mia scelta, Qualcuno ha deciso per me...

    In quei giorni uscì al cinema "Amata immortale" su Beethoven, che ovviamente sono corso a vedere, e mentre a casa consumavo la mia VHS di "Amadeus" di Forman in videoteca compare "L'altra faccia dell'amore", il rarissimo film di Ken Russell su Chaikovskij, introvabile da sempre (prima del DVD del 2012) se non per quella fugace apparizione in VHS economica (che ancora conservo). E poi, di nuovo, in TV appare "Chopin amore mio" che non era certo facile da recuperare altrimenti: capisci che non possono essere tutte coincidenze isolate, Qualcuno voleva che io mi immergessi in quel genere ^_^

    Scherzi a parte, quando ho letto il cast di "Chopin amore mio" a momenti svenivo: a parte Hugh, che all'epoca era pressoché ignoto, gli altri erano attori che all'epoca adoravo. Julian Sands era ovunque, ma avendolo sempre sentito doppiato non saprei dirti come recitava, Judy Davis l'adoravo (ma che fine ha fatto?) e Emma Thompson mi piaceva ma nella sua veste di moglie di Kenneth Branagh :-P
    Ripeto, non ricordo nulla di quella visione di trent'anni fa, che temo mi abbia lasciato davvero freddino - per le stesse ragioni che illustri - ma ho apprezzato il dono di Qualcuno che ha voluto regalarmi un altro film biografico (o supposto tale) su un compositore ;-)

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    1. Capisco benissimo quando tutto gira in un modo tale da farti andare in una specifica direzione, per cui non PUOI non accettare certi segnali, soprattutto se solleticano il tuo interesse specifico. E mi sa che molti hanno cavalcato l'onda dei compositori classici in quel periodo, così come invece ora piace fare film biografici sui cantanti.

      Amadeus continua a rimanere bellissimo e si erge sopra gli altri, temo. Non ho ancora visto L'amata immortale ma ho il sospetto che questo qui di Chopin sia meglio se non altro perché in definitiva non è un film serio, non è una parodia, chiaramente, ma ha quella leggerezza che alla fine fine te lo fa guardare piacevolmente. Ho come il sospetto che quello su Beethoven sia pretenzioso e pesantuccio!
      E quello su Chaikovskji com'è? Non lo conosco.

      Il cast stellare all'epoca era forse una garanzia che il film non fosse troppo una ciofeca, oggi invece, più divi ci sono e peggio è! Julian Sands è uno di quelli che mi fanno proprio pensare a quel periodo a cavallo tra gli anni '80 e '90. Allora appariva spesso, mentre poi non si è più visto, anche se credo lavori ancora, ma fa le cose più disparate. Ha un'aura particolare comunque, tra il Pasto nudo e Boxing Helena fa delle cose che non sono certo mainstream. Però rivederlo mi ha fatto fare proprio un viaggio nel tempo.

      Anche Judy Davis la si vede poco, la ricordo in diversi film con Woody Allen, ma molti anni fa. Molto brava. Emma Thompson qua fa ridere, ha una certa verve e forse all'epoca era ancora sposata con Branagh!

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    2. "Amata immortale" l'hai preso in pieno, se la tira da filmone ma in realtà è una storiellina d'ammmmòre che sfrutta il Gary Oldman istrione che adora fare le boccacce. Però le immagini sono splendide e l'Inno alla gioia che viene messo in scena alla fine è qualcosa di titanico, che sono contentissimo di aver visto in sala per la grandiosità della scena mostrata.
      Subito comprai la colonna sonora, e diciamo che è un film più da sentire che da vedere :-P

      "L'altra faccia dell'amore" sulla carta è un filmone ma poi alla fine è venuto fuori con le ali spezzate. E non lo dico a caso.
      Nel raccontare la "doppia vita" di Chaikovskij, che per la buona società doveva prender moglie quando in realtà l'animale femminile gli faceva alquanto ribrezzo - la scena della "prima notte" sembra un film horror, per far capire quanto al compositore l'argomento "donne" proprio non piacesse - viene usato il Lago dei Cigni, e chissà, magari l'idea del Cigno Nero come l'omosessualità che si tiene nascosta ma torna sempre a infestare chi voglia fingere di ignorarla potrebbe davvero essere la chiave di lettura della storia. Dietro ogni Odette, dietro ogni essere puro si cela sempre il Cigno Nero dei bassi istinti.
      Richard Chamberlain è ovviamente perfetto per il ruolo, visto che all'epoca se non ricordo male ancora non aveva dichiarato la propria omosessualità, quindi si aggiunge "doppio al doppio", però alla fine malgrado le ottime premesse il tutto è poco incisivo.
      Purtroppo è un film intrappolato: è troppo scabroso per mandarlo in TV, anche in questi tempi dove si finge di parlare di omosessualità, ma sembra troppo leggero per essere un film di Ken Russell. Lo stesso vederlo in quel momento di passione mi ha fatto piacere, così come conservare la VHS per trent'anni :-P

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    3. Adesso rimpiango io di non essere andata al cinema a vederlo! L'inno alla gioia e la nona tutta sono di una bellezza indicibile e al cinema l'esperienza dev'essere davvero potente! Beh, ma dunque arguisco che se non altro nel film di Beethoven hanno usato abbastanza bene la musica. Che non è poco. Non posso dire lo stesso del film di Chopin, dove la musica era praticamente come un sottofondo; potevano mettere qualsiasi altra musica per piano dell'epoca che sarebbe stato uguale, secondo me.
      Mi incuriosice il film su Chaikovski, anche se un film è meno che perfetto può avere comunque delle cose interessanti ed essere piacevole da vedere. Poi mi piace che ci sia un'idea che si intreccia con l'aspetto musicale, che non dovrebbe mai passare in secondo piano per far spazio sempre alle solite melensaggini d'amore che vengono sempre ficcate dentro a sproposito.

      Quello che mi innervosisce di solito è che quando fanno biografie di personaggi famosi, di solito si concentrano poco sul motivo per cui sono famosi e vanno sempre a scavare in aspetti caratteriali, romanzandoli fastidiosamente, col risultato che poi parlare di un musicista, di un pittore, di un sarto, di un esploratore è sempre la stessa cosa.

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  2. Ci sono arrivato a scoppio molto ritardato sul senso del titolo 😆 E adoro quella canzone dei Gazebo...
    Simpatico il libro d'inglese ma non mi è mai capitato.
    Madonna che brutto Ugo Concessione con quel parrucchino! 😂
    Un film di Chopin in chiave commedy ne fa uscire fuori quasi una parodia... ma comunque sì, viva la leggerezza! Anche se mi chiedo perché tutto 'sto teatrino dell'uomo anguilla... 🤣
    Diciamo che George Sand era "maschia" non solo di nome, quasi ci avesse preso gusto a interpretare un uomo, anche se lo aveva fatto per evitare pregiudizi 😅 E nel film la screditano anche col "ghost editor" 😆 Ma sarà stato vero? Non la conosco la scrittrice.

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    1. ahahah ho fatto il titolo criptico, per intenditori! :D ma perché mi dici "dei Gazebo"? Non mi dirai mica che era un gruppo? Come quelli di cui si vede solo uno e poi dietro le quinte c'è il dj? Perché se è così, mi fai una rivelazione!

      ahahaah, sì il parrucchino non gli stava affatto bene e ancora che non ho messo quei fotogrammi dove gli sta ancora peggio. Sì, comunque più ci penso e più è un film da ridere, in definitiva. Tra lui che sviene durante un duello, poi gli altri due amanti che durante il duello, invece di spararsi tra di loro, feriscono l'arbitro...

      Credo che essere l'uomo, all'epoca fosse molto meglio che essere donna :D e nel film alla Sand viene proprio detto che se vuole conquistare Chopin, deve fare un corteggiamento maschile, per cui deve fare come quegli uomini che per sedurre una ragazza la seguono da tutte le parti, spuntando fuori come funghi e facendo un complimento, un invito, mandando fiori...

      Chissà se è vero che l'amante le faceva da "ghost editor" ahahah, da ridere, invece del ghost writer, uno che ti corregge senza che manco lo sai! :D

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    2. No, errore mio, è IL Gazebo 😝 Colpa dello zio di una mia ex che lo chiamava al plurale e mi è rimasta 'sta cosa in testa.
      Figurati che non sopporto il plurale de GLI Elio e le Storie Tese. Mi pare si dicano al plurale anche Bon Jovi. Mentre, al contrario, ero convinto che Simply Red fosse il nome del cantante e non del gruppo... e alla fine è rimasto così, per me sarà sempre il nome d'arte del cantante 😆

      Ahahah Chogrant che sviene e i due che feriscono l'arbitro, fa ridere solo a leggerlo!

      Ho inventato una professione. Dal correttore di bozze ufficiale a quello che lo fa di nascosto, c'è differenza 😅

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    3. E io che ancora devo capire se si dice Gazebo o Gazibo, perché lo sentivo pronunciare in entrambi i modi.
      Ahaha c'è davvero qualcuno che dice Gli Elio? Però a volte li ho sentiti chiamare Gli Elii. Riguardo a Bon Jovi credo che al singolare sia lui, al plurale sia il gruppo, quindi in un modo o nell'altro ci si salva.
      Il cantante dei Simply Red mi pare si chiami Mick Hucknall, o qualcosa del genere? Ma canta ancora? O è insieme a Sting nelle colline del Chianti?

      Ma guarda che questa storia dell' editor fantasma correggino è pazzesca, da scriverci una trama. Uno scrittore che solo a libro pubblicato di accorge che lui aveva scritto tutt'altro e poi gli vengono le turbe psichiche e pensa di essere bipolare!

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  3. Mai visto, ma mi solletica per il cast. E poi c'è Mandy Patinkin che è il grande Inigo Montoya, lo spadaccino de La Storia Fantastica

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    1. Mandy Patinkin praticamente fa un personaggio simile, leggermente meno esagerato, ma neanche tanto! :D

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  4. Adesso mi hai messo una curiosità pazzesca: devo vedere questo film a tutti i costi! Comunque Franz Liszt interpretato da Julian Sands è fascinosissimo, a parte l'approfondimento che s'impone sul modo di recitare.
    Comunque ho notato una cosa, che questi film degli anni '90 sono riconoscibilissimi tutti dalle pettinature folte degli attori e delle attrici, oltre che dai colori pop.
    Ma sai suonare il pianoforte e addirittura i notturni di Chopin? Complimenti!

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    1. :D dai, dai, dai adesso lo devi veramente guardare! In definitiva, se non si ha un'aspettativa di vedere un film biografico, la pellicola risulta gradevole e forse a pensarci, di questi tempi mi pare non ci sia molta leggerezza quando si fanno film con personaggi famosi: l'opera seriosa spesso risulta pesantuccia e iper drammatizzata in tutti i sensi. Quindi, largo alla frizzantezza :D

      Julian Sands all'epoca aveva una presenza fisica piuttosto d'impatto e come Liszt ci stava proprio bene, credibile nel ruolo del musicista fa impazzire le donne! E siccome voglio approfondire la questione della recitazione e al tempo stesso buttarmi nel clima anni '90, voglio indagare nella sua filmografia, piuttosto variegata, direi.

      Mi affascina come ciascun decennio lasci una impronta di stile. Almeno fino agli anni 90, ogni decennio ha qualcosa di caratteristico. Mi pare che gli anni 90 abbiano tolto un po' il sovraccarico degli anni '80, cercando un qualche minimalismo, mantenendo però alcune cose eccessive (le spalline sulle giacche, i capelli folti...). Mi viene voglia di fare un tuffo in quel periodo.

      Sì, i notturni li avevo studiati per portarli al diploma di pianoforte. Invece Liszt mai suonato, troppo virtuoso e poi ho le mani troppo piccole!

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  5. parlando di grandi compositori mi è venuto in mente Ennio Morricone. Da poco ho visto al cinema il suo documentario girato da Tornatore. Te lo consiglio è veramente belle ed emozionante.
    Un saluto.

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    1. Grazie per il suggerimento! Di sicuro nel documentario di Tornatore c'è più musica che non in questo film! Comunque, in linea di massima, preferisco guardare documentari che parlano di personaggi famosi, trovo molto interessante vedere le loro vite senza le inutili drammatizzazioni che mettono spesso nei film

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  6. Buon 8 marzo e resto in attesa di nuovi post 😉

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    1. Grazie mille! Sto per l'appunto guardando un film... :D

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