venerdì 5 maggio 2017

I tre pensionanti

Quando fuori piove, non è forse bello starsene accoccolati sul divano come gatti, cullati dal suono della pioggia, guardando un bel film thriller? Approfittando di queste intime giornate piovose ho guardato non uno, non due, ma ben tre film thriller, tutti tratti dallo stesso romanzo: "The Lodger", scritto da una certa Marie Belloc Lowndes.

The lodger
Locandina in stile futurista
Il primo film, con titolo italiano "Il pensionante", è del 1927 ed è nientemeno che uno dei primissimi film di Alfred Hitchcock.

La storia si svolge nella Londra di fine '800, dove c'è un certo allarme a causa di un misterioso serial killer che, ogni martedì, uccide una ragazza dai capelli chiari e lascia sul cadavere un biglietto firmato "Il vendicatore" (non verrà mai spiegato di cosa si deve vendicare questo crudele vendicatore).

I protagonisti principali della pellicola sono i membri di una famiglia composta da padre, madre e figlia dai capelli biondi. Lei è più o meno fidanzata con un poliziotto dagli inquietanti occhi chiari, che sembra più interessato a fare il cascamorto con lei che non a indagare sul killer.

Una sera, il padre entra in casa tutto eccitato perché il giornale dice che un testimone ha visto il Vendicatore: pare sia un uomo con una sciarpa che gli copre la parte inferiore del viso. Vabbè, non certo la miglior descrizione per un identikit comunque meglio di niente.

Improvvisamente, qualcuno bussa alla porta. La madre, che ha i capelli come la parrucca di Anthony Perkins in "Psycho", va ad aprire. Dalla nebbia emerge una figura: un uomo con cappello e mantello e la faccia mezza coperta da una sciarpa!

La madre è un po' sconvolta perché, oltre che per la sciarpa, l'uomo non si presenta con l'aspetto più rassicurante del mondo. Sembra un vampiro e anche le sue movenze fanno pensare più al conte Dracula che striscia sui muri che non a un normale uomo che vuole una stanza in affitto. Comunque, siccome i soldi non puzzano, neanche quando hanno una sciarpa sospetta, la padrona di casa è ben felice di dare una stanza all'uomo misterioso.

Pensionante alla finestra
La prima cosa che egli fa appena mette piede nella stanza è quella di girare i quadri raffiguranti donne più o meno discinte. La padrona di casa è un po' basita, invece il fidanzato/poliziotto è tutto contento perchè ipotizza che l'uomo misterioso sia più attratto dagli uomini che dalle donne.

Ben presto, però, il poliziotto si dovrà ricredere perché il nuovo pensionante non solo non è gay, ma è anche molto interessato alla sua fidanzata e il peggio è che lei sembra ricambiare. La ragazza preferisce il tenebroso e in qualche modo fascinoso pensionante piuttosto che il poliziotto che passa il tempo a fare lo spaccone e a fare scherzi stupidi con le manette.

Ecco che strane cose accadono. Il martedì notte, la padrona di casa sente che il pensionante sta uscendo furtivamente dalla sua stanza per ritornare dopo mezz'ora in maniera altrettanto furtiva. Il giorno dopo, il marito di lei legge sul giornale che il killer ha colpito ancora e proprio vicino a casa loro! I due iniziano a nutrire un tremendo sospetto: che il misterioso pensionante sia proprio il killer!



Il fidanzato poliziotto, quasi più che per gelosia che per altro, si procura un mandato per ispezionare la stanza del pensionante. Cosa contiente l'armadio chiuso a chiave che il pensionante non vuole venga aperto? Agli spettatori la sorpresa di scoprirlo.

Il pensionante scende le scale nottetempo
La pellicola è bella anche se non mostra ancora appieno l'abilità raggiunta in seguito dal regista. Il film è muto e in certi momenti l'assenza del sonoro si fa sentire (quasi un ossimoro). In alcune scene si vedono i personaggi conversare lungamente e, nonostante si capisca il senso del discorso, a volte vien da chiedersi:"Sì ma cosa si stanno dicendo esattamente?"

A volte ci sono stacchi di montaggio non chiarissimi oppure palesemente sbagliati tipo: pensionante con la testa appoggiata sulla spalla della ragazza; stacco sul primo piano della ragazza in cui si vede chiaramente che sulla sua spalla non c'è nessuna testa di pensionante; stacco dove si vede di nuovo lui con la testa appoggiata su di lei ecc. Dei macroscopici errori di continuità; d'altronde se li fanno ancora oggi, possiamo perdonare quelli del passato.

Comunque ci sono diverse scene visivamente interessanti, ne ho postate due immagini come esempio. Inoltre, c'è una scena molto inventiva dove madre, figlia e poliziotto vedono il lampadario del soffitto oscillare perché nella stanza superiore il pensionante sta camminando avanti e indietro molto nervosamente. La scena è particolare perché si vede brevemente il soffitto diventare trasparente e si vede proprio il pensionante mentre cammina. La scena era stata realizzata facendo camminare l'attore sopra una lastra di vetro e inquadrandolo da sotto. Sicuramente una cosa insolita, soprattutto per l'epoca poi. Peccato che duri pochissimo, appena pochi secondi. Si ha quasi la sensazione di aver avuto una allucinazione...o forse era proprio così che doveva sembrare. Anche se solo una volta il soffitto diventa trasparente, il lampadario viene poi inquadrato più volte per indicare, con il suo movimento, la presenza o assenza del pensionante al piano di sopra. Un tocco da vero regista.

Ivor Novello, attore all'epoca molto famoso, interpreta la parte del pensionante. Il suo modo di recitare è molto teatrale ed enfatico, un po' troppo per i miei gusti anche se guardando il film la seconda volta ho apprezzato la sua interpretazione più che non durante la prima visione. Anche Malcolm Keen, l'attore che interpreta il fidanzato poliziotto, ha una recitazione da palcoscenico, con quel suo modo di mettersi spesso in posizione frontale rispetto alla cinepresa.

Nel 2012, in occasione del restauro del film, è stata composta una (nuova) colonna sonora. La musica è costruita bene ma non sono sicurissima che sia sempre adatta ad accompagnare le scene del film. A volte mi sembra troppo invadente: ad esempio, nel punto in cui, durante la notte, la padrona di casa sente il pensionante strisciare fuori dalla sua camera, la musica è troppo piena e incalzante. Per accentuare la tensione del momento, ci sarebbe stato bene un suono leggero, come succede peraltro nei moderni film; invece qui la musica mi pare eccessiva, più adatta a una scena d'azione.

Il secondo e il terzo film tratti dal romanzo della Belloc Lowndes sono rispettivamente intitolati "Il Pensionante" del 1944 e "La mano nell'ombra" (Man in the Attic) del 1953.

La trama in entrambi i film ha qualche variazione rispetto all'opera di Hitchcock: il pensionante si professa medico patologo, affitta praticamente mezza casa ed è contento di avere un fornelletto per fare certi suoi misteriosi esperimenti. Inoltre, la ragazza che bazzica per casa non è fidanzata e non è la figlia dei padroni bensì la nipote. Siccome è una attrice/ballerina deve stare particolarmente attenta perchè il killer, che in questi film è diventato nientemeno che Jack lo Squartatore, sceglie le sue vittime tra le donne di teatro. Poi c'è qualche altra differenza che non rivelo.

I film sono in bianco e nero e la fotografia è molto bella. In entrambi i film (forse leggermente di più nel secondo) c'è un sapiente uso dell'illuminazione per cui le luci, le penombre e le zone scure rendono bene l'atmosfera di tensione dove il dubbio e il sospetto sono il leitmotif della storia.

Una cosa molto singolare è che i film sembrano uno la fotocopia dell'altro. Quasi tutte le scene si ripetono in entrambi e anche i dialoghi sono molto simili. Siccome però gli attori interpretano i rispettivi personaggi in modo molto diverso, è interessante vedere quanto una scena possa cambiare se diversamente recitata. Anche il modo in cui i personaggi si rapportano tra loro è differente. Il pensionante del secondo film è un tipo abbastanza inquietante e la ragazza, seppur gentile con lui, è più interessata al poliziotto (che tra l'altro è molto fascinoso). Invece nel terzo film il pensionante non ha quell'alone di stranezza che genera disagio e non ci si meraviglia se la ragazza è attratta da lui e non dal poliziotto.

Bene, è tutto per ora. Nei prossimi giorni è prevista pioggia...io il consiglio ve l'ho dato.


2 commenti:

  1. Beh, mi attira molto più il muto di Alfred che gli altri due.
    Sicuramente un bel giallo/thriller, in b/n e muto, farà il suo lavoro. Eh, peccato per gli errori negli stacchi, ma appunto... i bloopers li fanno anche oggi.

    Moz-

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    1. In realtà sono ben girati e ben recitati anche gli altri due, secondo me meritano. Tutto sommato, di Hitchcock preferisco film posteriori a questo. Forse perché per i film muti ho il riferimento assoluto e quasi inarrivabile di Chaplin: è vero che il genere è diverso però i suoi film sono film e basta, non c'è la sensazione che manchi qualcosa perché non c'è il dialogo.
      Comunque questo del pensionante è un bel film, non lo nego; l'ho visto due volte di seguito.

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