sabato 12 dicembre 2020

CineAvventario #12

Buongiorno, gentili lettori!

Passate un buon sabato e nel frattempo aprite la finestrella quotidiana!



Il 21 agosto del 1911, Vincenzo Peruggia, un operario originario della provincia di Varese, ruba la Gioconda dal Louvre. La tiene nascosta per due anni a casa sua a Parigi, in uno spazio nascosto sotto il tavolo. Due anni dopo il furto, il Peruggia torna in Italia e scrive sotto falso nome una lettera a un collezionista d'arte fiorentino, proponendogli la vendita del quadro, a patto che il dipinto venga poi conservato in Italia. Non è chiaro se il Peruggia effettivamente avesse proposto la vendita, ma si aspettava comunque una ricompensa per aver riportato il quadro in Italia.

L'11 dicembre del 1913, il collezionista si incontra col Peruggia che gli mostra il quadro e glielo dà in custodia. Naturalmente il collezionista informa i carabinieri, che arrestano il Peruggia il giorno dopo, il 12 dicembre.

(Wikipedia in napoletano ci riassume il tutto dicendo: "'A Giacunna vene recupetata a Firenze duje anne doppo ca fuje arrobbata 'a 'int'ô Louvre").

Il motivo principale del furto sembrerebbe essere stato il patriottismo: al Peruggia stava sulle scatole il fatto che un dipinto italiano stesse in Francia e secondo lui era stato Napoleone a rubarlo all'Italia. Ad ogni modo, il Peruggia è stato condannato a un annetto di prigione, ma la pena è stata poi ridotta, perché il suo atto è stato considerato appunto patriottico e quindi tutto è finito a tarallucci e vino, anche i rapporti Italia-Francia.

Che mi risulti, esistono solo due film che hanno come argomento il furto della Gioconda. Il primo si intitola "Der Raub der Mona Lisa" (1931), mentre il secondo è "Il ladro della Gioconda" (1966). Quest'ultimo film l'ho trovato solo con doppiaggio russo, nientemeno, quindi non l'ho visto.

Il primo film invece l'ho trovato solo in tedesco, ma ho deciso comunque di guardarlo perché mi sembra che la storia sia un po' più attinente alla vera storia del furto.

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Il film inizia al Louvre, dove un tizio decanta a un gruppo di visitatori le meraviglie della "Mona Lii-sa" (immaginatevelo pronunciato da Pico de Paperis o in alternativa da Janosz di Ghostbusters 2).

Ma subito dopo, facciamo la conoscenza del nostro protagonista: è proprio lui, Vincenzo Peruggia che, in un momento di pausa dal lavoro, sta leggendo un libro.

Sta leggendo "La campagna di Napoleone in Italia"
Ecco che è stata abilmente inserita la fissazione di Peruggia


Ma la sua lettura dura poco, perché il Peruggia viene spedito al Louvre dalla sua datrice di lavoro (che gli fa pure gli occhi dolci), a mettere il vetro su alcuni quadri. Il nostro eroe si dirige dunque al museo dove c'è un gran fermento di lavoratori e lavoratrici che si danno da fare per mettere a lustro i pavimenti e le opere. C'è persino un tentativo di umorismo: prima si vede una donna che pulisce ben bene la faccia di un busto, anche dentro le narici, poi si vede il supervisore degli operai, che con un fazzolettone si pulisce le sue, di narici.

Il nostro Vincenzo inizia a trafficare sulla Gioconda e ne è subito rapito, quasi ipnotizzato. Anche una volta aver messo il vetro al quadro ed essere uscito a passeggiare per le vie di Parigi, continua a pensare alla Monna Lisa, tanto da comprarne un poster e appenderlo sopra il letto, nella sua cameretta.

E cosa farà mai, un italiano malinconico nella sua cameretta? Facile: estrae un mandolino e inizia a cantare una serenata al poster della Gioconda.

Pure la cornice ha messo al poster!
E con gran devozione gli suona una canzona


Mentre il Peruggia è assorto a suonare, contemplando la Gioconda, si ode un canto di donna: è la cameriera del palazzo di fronte. Il Peruggia la vede e se ne innamora all'istante, perché secondo lui è uguale alla Monna Lisa.

Inizia dunque a stalkerarla e la pedina fin dentro a un cinema, dove, tomo tomo, le si siede vicino. Il film proiettato fa vedere un prestigiatore che riesce a far magie solo per mezzo del montaggio, una cosa tristissima. Ma al Peruggia non interessa, perché il suo scopo è attaccare bottone con la cameriera. Sfodera subito il suo fascino da maschio italiano e offre alla ragazza una specie di lupino. Nonostante gli cada poi tutto il sacchetto per terra, la ragazza sembra essere da lui piacevolmente colpita (ma mi sembra di capire che lui le racconti un po' di palle, spacciandosi per artista).

Una versione alternativa del "fare il piedino": raccogli un po'
sta roba che ti è caduta!


Insomma, dopo il cine, il Peruggia porta la ragazza a ballare e mentre ballano si gorgheggiano canzoni in faccia. Evidentemnte il Peruggia ci sa fare, perché dopo il ballo, riesce a portarsi la ragazza nel suo appartamento!

Mentre lei ammira il poster della Monna Lisa, lui ci prova, ma lei gli sguscia via. Allora lui gioca la carta "sei bella come la Gioconda", lei sembra cascarci, ma poi si incazza perché si accorge che lui l'aveva spiata dalla finestra o forse perché scopre che lui non è un artista, non ho capito bene. Alla fine lei conclude la serata dicendogli che il suo futuro marito deve fare qualcosa di molto speciale per lei.

Allora a lui viene l'ideona pazzesca: rubare la Gioconda!

Subito prima di compiere il furto, mette un biglietto sotto la porta di lei con scritto: "Oggi farò per te una cosa che nessuno ha mai fatto" e si firma "Peruggia". Cavolo, scrivi almeno Vincenzo!

E qui inizia il furto, che sinceramente nel film è proprio ridicolo forte.

Vincenzo si procura un alibi andando nel bar vicino al museo e mettendosi a giocare a scacchi col suo supervisore (quello che si puliva il naso all'inizio del film). A quanto pare, il Peruggia fa una mossa galattica che costringe il supervisore a spremersi molto le meningi per riuscire a rispondere decentemente. Intanto che l'omino pensa, il Peruggia si allontana, forse dicendo che deve andare in bagno, e corre al Louvre, con l'intento di rubare la Gioconda.

Il vero Vincenzo Peruggia ha compiuto il suo furto in un giorno in cui il museo era chiuso ai visitatori, invece qua nel film, il museo è pieno di gente. La scena del furto è la seguente: si vede l'ombra di una mano allungarsi sulla Gioconda, poi viene inquadrato il cartello "vietato toccare i quadri", poi si vede il muro senza Gioconda, con solamente la sagoma più scura.
Piuttosto comico il modo in cui il guardiano passa davanti al muro senza Gioconda, lo guarda distrattamente e solo dopo si accorge che manca il dipinto!

Un momento: mi sembra che manchi qualcosa...


Praticamente capiamo che il Peruggia ha tirato giù il dipinto dal muro, se l'è nascosto sotto l'impermeabile (a quanto pare con tutta la cornice), è andato a casa ad appoggiare il quadro e poi è ritornato al bar, dove il supervisore è ancora lì che sta pensando a che mossa fare. Fa la mossa e Peruggia gli dà scacco matto in un secondo. (Comunque mi aspetto che tutta questa scena di cui non metto nessun fotogramma, apparirà nel blog CitaScacchi di Lucius.)

L'incredibile furto non sembra però avere l'esito sperato, perché quando la cameriera di cui è innamorato arriva nel suo appartamento e lui le dice: "Ho rubato la Gioconda!", lei lo smonta subito e gli risponde qualcosa tipo: "Ma me stai a cojona'? Quello è il solito poster!"

Al povero Vincenzo non va meglio nemmeno al commissariato di polizia. Ha deciso infatti di autodenunciarsi e tutto orgoglioso dice di essere lui il ladro della Gioconda, ma i poliziotti lo prendono per un cazzaro mitomane, anche perché a quanto pare, il supervisore poco bravo agli scacchi ha dichiarato di essere stato in compagnia di Vincenzo al momento del furto.

Il povero Peruggia è triste e non gli rimane che passare le giornate suonando il suo mandolino e cantando "Warum lächelst Du Mona Lisa?" (Perché ridi Monna Lisa?)

Passa il tempo e ci ritroviamo a Firenze, accompagnati dalle note di Santa Lucia. Peruggia incontra l'antiquario Alfredo Geri (alla tedesca è pronunciato "Gheri"), al quale consegna la Gioconda in cambio delle spese sostenute per arrivare in Italia. Il povero Vincenzo pensa che tutto sia finito, ma sappiamo che lo attende il sole a scacchi.

I giornali di tutto il mondo titolano il ritrovamento.

Prima pagina del Corriere della sera, anche se l'intestazione
sembra un po' manipolata. Notare che hanno pure sbagliato
a scrivere il cognome del nostro eroe. Non gliene va bene una.
 


Ma anche se per tutto il film, al povero Vincenzo le cose sono andate tutte storte, in tribunale riuscirà a prendersi la rivincita.

Bene, amici pinacotechici, anche per oggi è tutto!

12 commenti:

  1. «"Ma me stai a cojona'? Quello è il solito poster!"» Perfetta traduzione dal tedesco! :-D
    Comunque fermi tutti, c'è una scena di scacchi in questo film? Me lo devo procurare e inserirlo nel mio CitaScacchi :-P

    Visto che ogni museo del mondo ha almeno un quadro italiano, il nostro geniale Peruggggggia aveva anche messo in conto di girare il pianeta a recuperare tutta l'arte italica? Curiosamente invece s'è concentrata su un quadro che non ci è stato rubato, quando invece poteva spendere le sue energie su veri dipinti contesi, che però hanno il difetto di non essere famosi :-P
    I filmati della video-sorveglianza hanno dimostrato che rubare un quadro è così facile che non c'era bisogno di fare tutti quei piani del Peruggggia: alcuni recenti furti hanno visto un tizio entrare, prendere il quadre ed andarsene. Altro che Diabolik! :-D

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    1. ahahahah! che poi, l'ingenuo Vincenzo aveva messo la Gioconda anche in cornice, per cui era praticamente indistinguibile dal poster che aveva prima! ti credo che lei gli ha riso in faccia!

      C'è, c'è, la scena scacchistica e si vedono abbastanza bene le pedine, anche se non so se si capiscono le mosse. Appena l'ho vista ho invocato il tuo nome, in qualità di nume tutelare scacchistico!

      ahahah, a quanto pare il Perugggggggia non andava per il sottile, gli bastava un quadro qualsiasi e naturalmente ha preso uno dei pochi che non c'entrava nulla con le ruberie.
      Ma veramente? basta che entri, prendi e porti via???

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  2. Magnifico! In un colpo solo ho imparato che un tempo la Giocinda è stata rubata e non era un cartone animato di Lupin III o un romanzo o simili (credo che ci sia tutta una bibliografia sul tema, è un topos come tentare il furto dei gioielli della corona inglese) - ma soprattutto mi sono letta una delle trame più demenziali che abbia mai sentito 😄
    Compilenti davveo 👏🏼👏🏼👏🏼

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    1. In questo blog si fa cultura, mica pizza e fichi ahaha, figuriamoci.
      Ti ringrazio molto, sono contenta per l'apprezzamento. È una vicenda che ha dell'incredibile, in effetti sembra una leggenda metropolitana, il furto dei furti. Anche se all'epoca era forse più semplice. Da come la descrivono su wiki, il furto in sè non sembra stato di difficile esecuzione. E a meno che uno non rubi su commissione, il difficile è ppi piazzare l'opera.
      Il film nella sua ingenuità un po' melodrammatica fa certamente ridere, ed è stata una visione divertente :D

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  3. Prova prova prova
    Sto provando a commentarti, ma negli ultimi post non va, non accetta proprio l'invio, ti ho scritto tutto nel CineAvventario 8.
    Spero vada, ora.

    Moz-

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    1. Ah ok, ora sembra andare: è già qualche post che non mi lasciava commentare più.
      Ne approfitto dunque per riscrivere quel che ti avevo commentato ieri:
      non sapevo avessero fatto addirittura due film sulla vicenda; per me la racconta bene Ivan Graziani nella sua canzone.
      Il custode... contento che sia finita a tarallucci e vino, sono sincero; il collezionista ha fatto la spia, però.
      Film che proprio non conoscevo, assolutamente.

      Moz-

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    2. Anche a me è tornato in mente Ivan Graziani, ma nella sua bella canzone il quadro faceva una triste fine. Certo, col restauro oggi si fan miracoli, però... 😢

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    3. Ti ringrazio per i molteplici tentativi. Non so cosa fosse successo. Ieri notte dopo aver letto tuo messaggio ho provato a cambiare le impostazioni dei commenti e ho messo che possono commentare tutti anche senza account Google. Non so se ora funziona per quel motivo o che. Blogger tira dei numeri ultimamente.
      Tornando al peruggia, beh il collezionista non crefo potesse fare molto. Era noto a tutti che la gioconda fosse stata rubata. Avrebbe forse potuto inventare una palla senza coinvolgere il peruggia, ma poi magari sarebbe stato sospettato lui di furto. Il peruggia è stato un po' sprovveduto, ha compiuto il furto ma poi non sapeva come comportarsi. Anche io sono contenta che tutto sommato il furto non gli abbia fatto troppo danno, le sue intenzioni non erano negative.
      La canzone di Graziani è la versione psycho della vicenda :)

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  4. Ahahah, tuoi riassunti sono migliori dei film che tratti!
    Comunque mi immagino il film coi toni da incazzati dei tedeschi.
    Speravo in una scena finale, magari dopo i titoli di coda, col custode che sta ancora pensando alla mossa della partita a scacchi 😆

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    1. Sì il tedesco è proprio una lingua adatta alle esternazioni incazzose!
      Se avessero fatto la scena del tizio che pensa alla mossa alla fine del film satebbe stato geniale! Peccato che quella volta non facessero il post titoli! È una cosa che mi diverte

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  5. Mi sembra di aver visto il film, o almeno credo di averne visto qualche scena... magari nell'ambito di qualche documentario sul caso. Quel font del Corriere della Sera in effetti non mi sembra "d'epoca"!

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    1. Veramente lo hai visto?? Potrebbe essere nell'ambito di qualche documentario perché in effetti forse è l'unico a raccontare, romanzando notevolmente, la storia del furto. Dietro il titolo del Corriere si vedono strane scritte semicancellate, devono aver manipolato in qualche modo. Non so perché non abbiano manipolato direttamente il contenuto di una pagina con il titolo giusto del corriere!

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