Il mio umore di questi tempi oscilla tra il letargico, l'insofferente, il nervosetto e il paranoide. A volte sono più positiva, ma sono poco produttiva, non riesco a concentrarmi. Sappiate che vi leggo silenziosamente anche se commento poco.
Ho il sospetto che questo mio umore influenzi l'impressione che mi fanno i film che vedo. Faccio un breve riassunto delle ultime visioni.
1) Per la prima volta nella vita ho visto Animal House. Ho fatto discreta fatica ad arrivare alla fine e non ho capito perché questo film abbia avuto il successo che ha avuto. A parte qualche risata provocata da Belushi, la cui presenza pensavo fosse più massiccia, mi è piaciuta solo la musica di Elmer Bernstein. Ma c'era Stephen Furst che mi ha ricordato Quattro pazzi in libertà. Quello sì che mi è piaciuto tutte le mille volte che l'ho visto.
2) Ho visto Inception e adesso le sentirò dai fan di Nolan, perché io l'ho trovato un film inutilmente cervellotico la cui ambizione principale era quella di far vedere scene d'azione, scene d'effetto e scene d'azione a effetto. I complicati drammi amorosi di DiCaprio mi han fatto calare la palpebra e i suoi figli che si vedevano sempre di spalle mi han fatto venire a un certo punto il pensiero: "Non è che si girano e sono come il bambino di Phenomena?" Ma naturalmente può essere che io non ci abbia capito niente, ma non ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte a un capolavoro, anche se al di fuori della mia comprensione.
3) Ho rivisto dopo diverso tempo Paura d'amare, con Michelle Pfeiffer e Al Pacino. Ai tempi mi era piaciuto, ma adesso a vedere Pacino, che dopo una brevissima conoscenza, corteggia insistentemente la Pfeiffer a suono di "ti amo, ti adoro, sposiamoci e facciamoci mille figli", mi viene in mente il provolone di paese che usa tutto il suo arsenale di frasi da rimorchio, matrimonio compreso, dopo cinque minuti che ti ha conosciuto. Niente, manco Pacino mi ha risollevato.
4) Non poteva mancare la commedia italica (ma perchè mi faccio del male?) Tutta un'altra vita, con Brignano e la Minaccioni, la cui visione mi ha provocato un certo rigurgito di moralismo. Brignano interpreta la parte di un tassista sposato e con due figli. Egli è insoddisfatto dalla vita, ma cambia tutto quando si ritrova le chiavi di un supervillone i cui padroni rimarranno via per una settimana. Decide quindi di fare per una settimana la bella vita nel villone, di nascosto dalla moglie, e riesce pure a farsi un'amante supergnocca. Il film finisce con lui che poi prosegue a fare la bella vita in altre ville di ricconi, sempre con l'amante. Ma che messaggio è? Della famiglia, sto omm'e merd, non sembrava occuparsene molto e la moglie non era mica una cerbera, di quelle che rompono le palle dalla mattina alla sera. Ma niente, lui corona il suo sogno di vita migliore, divertendosi con l'amante in giro per le ville. Se avesse tirato fuori le palle e divorziato dalla moglie, chi gli diceva niente? E invece no, abbiamo sdoganato il concetto di amante. Farsi l'amante fa bene alla vita. Che poi, c'è a chi va bene così, per cui chi sono io per giudicare. In definitiva ognuno fa quel che vuole, nel rispetto degli altri, ma forse mi avrebbe dato meno fastidio se il discorso forse stato affrontato diversamente. Invece così, quello che ho capito io è stato che lui voleva la sua vita migliore, chissenefrega del resto. E grazie al c...
5) Ma poi finalmente ho visto Space Cowboys, con un bel mucchio di vecchie glorie che continuano a dare una pista alle giovani glorie. E sto parlando di Clint Eastwood, Donald Sutherland (mitico!), Tommy Lee Jones, James Garner, James Cromwell e William Devane ruminante chewingum. Forse retorico, sentimentale, poco verosimile... ma me lo sono goduta tutto dall'inizio alla fine. Azione, sentimento, battute. Sì, mi ha risollevato l'umore. Mitico Sutherland che fa il casanova (sarà una citazione felliniana?) che, nudo alla visita medica con dottore donna, è l'unico a non mettersi la mano sul pacco!
OK, questo post è andato così. Speriamo meglio alla prossima.