Quando ero piccola, questi libretti me li leggevo e straleggevo; si può dire che sono i primi libri che ho letto. Tra questi, ce n'era uno che mi appariva diverso dagli altri perché raccontava la storia di un film di cui non avevo mai sentito parlare e anche perché i disegni non erano quelli classici disneyani.
Il libretto si intitolava Black Hole ed era una versione semplificata del film The Black Hole del 1979 (non so perché nel libretto sia stato eliminato l'articolo, forse faceva troppo inglese).
Il film l'ho visto per la prima volta diversi anni dopo, credo da adolescente, un po' perché è uno di quei film che non vengono dati troppo spesso, un po' perché non è un film del tutto destinato a un pubblico infantile.
The Black Hole è infatti il primo film Disney ad avere il marchio PG e si colloca in un filone, allora nascente per la casa del Topo, in cui i film presentavano tematiche un po' più adulte e complesse.
Come si è intuito, la storia è ambientata nello spazio, dove l'astronave Palomino vaga "alla ricerca di nuove forme di vita su altri pianeti". Dopo mesi e mesi di viaggio, la Palomino "sta tornando a mani vuote sulla Terra".
I componenti dell'equipaggio sono i seguenti:
Comunque, mentre la navicella Palomino fa rotta verso la Terra, si imbatte inaspettatamente in un'enorme nave spaziale misteriosamente "parcheggiata" praticamente sul ciglio di un grande buco nero. Consultando il personale archivio digitale di VINCENT, salta fuori che si tratta dell'astronave Cygnus, già da vent'anni data per dispersa.
(Il nome Cygnus è stato scelto dai creatori del film perché il primo buco nero che è stato "scoperto" si trova nella costellazione del Cigno e che non è quello che è stato fotografato in questi giorni)
La Palomino riesce ad agganciarsi alla Cygnus la quale sembra essere dotata di un campo gravitazionale tutto suo che le consente di non venire risucchiata dal buco nero. A bordo della Cygnus, l'unico superstite dell'equipaggio originario pare essere il dottor Hans Reinhardt, uno scienziato (al limite del pazzo) che non ha intenzione di ritornare sulla Terra, come gli era stato ordinato già anni addietro, ma ha anzi intenzione di tuffarsi dentro il buco nero. Vuole assolutamente andarci dentro e attraversarlo e vedere un po' cosa c'è oltre. Per lui "impossibile è una parola che si trova solo nel dizionario degli scemi". Se lo dice lui...
Poi c'è lui: Maximilian - il grande e fluttuante robot rosso dalle mani a forma di frullatore a immersione. Maximilian è una specie di braccio destro/guardia del corpo dello scienziato pazzo. Di più: è una specie di capo robot supremo che controlla tutto e non si fa tanti problemi a disobbedire agli ordini e a fare un po' quel cavolo che gli pare, tanto che pure lo scienziato ne è a un certo punto intimidito.
La situazione inizia a ingarbugliarsi: il dottor
Cosa succederà? Chi andrà dentro il buco nero? Cosa vedrà? Ed è vero che è possibile uscirne? A voi spettatori il compito di entrare nel black hole e gustarvi il surrealistico finale.
Il film non è un capolavoro, inoltre le scene di azione/combattimento sono piuttosto infantili anche perché i robot rossi hanno una prontezza e una precisione di tiro perfino inferiore a quella delle truppe d'assalto dell'Esercito imperiale (altrimenti conosciute come stormtroopers). Per non parlare poi di tutta una serie di cose impossibili e inverosimili che accadono soprattutto nella parte finale, tipo personaggi che escono e entrano dalle astronavi così, senza casco, come se fossero su un tram.
Eppure, questa pellicola ha davvero un suo fascino tutto particolare. In primis c'è l'aspetto fantascientifico di stampo retrò che ha un'attrattiva tutta sua: all'epoca il futuro spesso era immaginato come qualcosa di ordinato, simmetrico, silenzioso, dove la sensazione di isolamento e solitudine spicca piuttosto bene e l'ambientazione spaziale acuisce ancora di più questa sensazione.
Poi c'è il tema del rapporto tra uomo e macchina, sempre in qualche modo conflittuale. Questo argomento magari non è sviscerato così a fondo, ma non è neanche l'obiettivo del film. Comunque si percepisce.
Inoltre il film è girato benissimo, con un gusto notevole per le inquadrature, gli effetti di luce, le ambientazioni. Per molte scene sono stati utilizzati fondali dipinti ma la cosa non si nota facilmente. L'effetto mi pare più realistico che non quello che si vede in certe schifezze fatte in CGI.
Ampie prospettive |
Meteore globulari |
Sala di controllo con misteriose figure nere |
Palla alla Indiana Jones però di fuoco |
Inoltre la colonna sonora scritta da John Barry è molto bella e contribuisce a creare l'atmosfera tesa e misteriosa della storia perché si abbina bene alle immagini. Il tema principale poi è riconoscibilissimo.
Ma molte altre cose penso siano valide ancora oggi, anche perché sono state fatte con un certo gusto e significato, non tanto per fare sfoggio. Mi viene in mente anche la scena della distruzione della sala comandi della Cygnus: piuttosto spettacolare.
Il film non ha avuto moltissimo successo anche se poi in seguito si è formato un nutrito gruppo di estimatori. E tra questi mi ci metto. Se anche voi siete affascinati da un certo tipo di fantascienza (certo, anche un po' infantile per carità), fatevi coinvolgere dalla misteriosa atmosfera di questo film. Perchè lo so che vorrete vedere cosa c'è dietro il casco da astronauta dell'equipaggio zombi!
E attenti: che Maximilian, con il suo occhio rosso, vi osserva!