Una donna, soprannominata Scout, narra le vicende avvenute durante tre anni della sua infanzia trascorsa negli anni '30 in una cittadina dell'Alabama, dove viveva con il fratello e il padre avvocato (Gregory Peck).
Dal suo racconto emerge uno spaccato della vita dell'epoca e del luogo, con i suoi personaggi, le attività e i modi di pensare.
Scout, il fratello e un amichetto passavano le estati inventandosi ogni sorta di gioco, ma la cosa che più li affascinava era la casa in cui abitava il misterioso Boo Radley. Nessuno vedeva mai questo Boo Radley e su di lui giravano ogni sorta di leggende; si diceva, infatti, che il padre lo tenesse incatenato al letto di giorno e gli consentisse di uscire fuori soltanto di notte, a grattare sulle porte dei vicini.
Si diceva che Boo avesse una cicatrice lunga su tutta la faccia, i denti gialli e bacati, gli occhi di fuori come i rospi, una voce non umana e che adorasse mangiare scoiattoli e gatti crudi.
I tre bambini erano spaventati e al contempo attirati da questo misterioso personaggio. Avevano paura di passare davanti a casa sua, ma al contempo si sfidavano in gare di coraggio per stabilire chi fosse abbastanza temerario da addentrarsi nel giardino di Boo Radley e magari toccare la porta di casa sua.
Gioco estivo con pneumatico: il frullacervello |
Il personaggio di Boo aleggia come un fantasma per tutta la storia, ma l'evento che ha segnato maggiormente quei tre anni d'infanzia è stato il processo a un uomo di colore accusato di aver violentato una donna bianca. Il padre di Scout si era occupato di difendere l'imputato e questo fatto aveva scatenato le ire e maldicenze di diverse persone che non si facevano molti scrupoli ad apostrofare l'avvocato come negrofilo ("nigger lover") e a far pesare la cosa a lui e ai figli. Certo che anche 'sti neri, pretendono anche di avere un bravo avvocato, di questo passo dove andremo a finire, signora mia?
Riuscirà l'avvocato a convincere la giuria che esiste ben più di un ragionevole dubbio sulla colpevolezza del suo imputato e riuscirà quindi a farlo scagionare? Solo gli spettatori o i lettori del libro potranno saperlo.
L'avvocato e il giudice, di sera in veranda, si lamentano che fa caldo. Se oltre alla camicia, gilè e giacca si mettessero anche il cappotto avrebbero certamente meno caldo. |
Non si pensi che il film sia del genere avvocatesco. Il processo in sé non occupa molto spazio e ne occupa ancor meno nel libro, in proporzione al resto.
Il significato di tale processo è però importante ed è uno dei diversi elementi della storia che stanno a indicare che, purtroppo, per molte persone non è importante la verità, o perlomeno la ricerca di essa, ma l'idea che esse hanno della verità. È importante stabilire se un uomo di colore ha o meno violentato una donna bianca? Secondo molti non è importante, l'importante è che l'imputato sia nero e si sa che i neri non possono essere lasciati vicino alle donne bianche perché le violenteranno sicuramente.
Un personaggio tenta di fuggire di prigione e i commenti sono:"tipico di un negro scappare, non pensare al futuro."
Nel libro, la maestra presumibilmente ebrea di Scout dapprima condanna aspramente il genocidio compiuto da Hitler, dicendo che in America, contrariamente che in Germania, nessuno viene perseguitato. Poi però, a proposito del processo e dei neri, Scout la sente dire: "è ora che qualcuno dia loro una lezione, hanno alzato troppo la cresta e un po' alla volta si mettono in testa di poterci anche sposare". La maestra probabilmente è bipolare, o forse soffre della sindrome di Gollum.
I razzismi e le discriminazioni trovano terreno fertile nell'ignoranza, nella cattiveria, nella paura, ma anche nella pigrizia che porta spesso a facili generalizzazioni. È molto semplice dare un giudizio su qualcosa o qualcuno in base a idee preconcette, spesso sbagliate.
Di questo tizio non c'è da fidarsi perché è nero.
Oppure perchè ha i capelli lunghi.
Oppure perché non ha la giacca e cravatta.
Non va in chiesa la domenica.
Oppure non va nella chiesa che dico io, la domenica.
Boo Radley non esce mai di casa, non invita nessuno, è certamente un mostro. E poi non va in chiesa la domenica.
Quante volte vi è capitato di sentire affermazioni del genere? Credo parecchie.
E invece bisogna sempre sforzarsi di andare oltre le generalizzazioni e valutare singolarmente le persone e le situazioni. (Che poi, ci sono situazioni in cui possiamo anche fare a meno di dare i nostri giudizi, il mondo se ne farà una ragione.)
Credo che questo post stia diventando un tantino retorico, però mi pare che dagli anni '30 in qua le cose non siano tanto migliorate visto che, all'alba del 2018, c'è chi invoca il ripristino dei metodi nazisti.
Comunque, anche senza arrivare a livelli così assurdi, credo che tutti quanti, talvolta, diamo giudizi basati su pre-giudizi e preconcetti. Oppure ci capita di dare troppo o troppo poco credito a qualche affermazione solo perché la persona che la fa ci è troppo o troppo poco simpatica.
Ho sentito più di una volta persone buone, che non farebbero del male al loro peggior nemico, esprimere opinioni basate su considerazioni davvero superficiali, che non scalfiscono neanche la crosta. Per cui, prima di dare giudizi su qualcuno, non sarebbe male mettersi nei panni di quel qualcuno, come consiglia l'avvocato del film. (E sia chiaro che mi ci metto anche io in questo discorso.)
Ecco, non sono così tanto ottimista da condividere in toto il pensiero che "quasi tutti sono simpatici quando si arriva a capirli", comunque qualche sforzo val la pena di farlo.
Non ci sono più i medici di una volta: il fratello di Scout, in seguito a un certo evento, riporta un braccio rotto. Il medico condotto lo visita e gli fa pure il gesso sul momento! |
Il film fa una buona trasposizione del libro; ovviamente opera dei tagli ma le cose più significative sono riportate fedelmente. (Interessante, nel libro, una critica a una certa riforma scolastica in atto in quel periodo. A quanto mi è sembrato di capire, i bambini non dovevano imparare a leggere partendo dalle singole lettere, gli venivano bensì presentati dei cartelli con le parole intere e da quelli avrebbero dovuto imparare. Il metodo non pareva riscuotere grande successo.) Bravi gli attori, c'è pure un giovanissimo e irriconoscibile Robert Duvall nel brevissimo (e un po' inquietante) ruolo di Boo Radley.
Una scena mi è piaciuta poco perché irrealistica e cioè quando una masnada di uomini va alla prigione con l'intento di linciare l'imputato che si trova al suo interno. L'avvocato, sulla porta, cerca di mandare via questi uomini, ma essi non sentono ragioni. Solo quando arrivano i figli dell'avvocato e Scout fa un discorsetto a uno di loro, questi se ne vanno con la coda tra le gambe. Ecco, ho trovato questa scena un po' troppo forzata. È comunque presente anche nel libro.
I titoli di testa mi hanno particolarmente colpito: mentre passano le scritte, scorrono immagini molto ravvicinate di oggetti come biglie, colori, orologi, matite. Una cosa credo insolita per l'epoca e invece ben più consueta nei film a partire dalla fine degli anni '90 in poi.
Domanda (leggasi didascalia della foto seguente):
Ma se, camminando per strada, trovaste in un albero cavo delle statuine che vi rappresentano, come reagireste? |
E magari vi chiedete: ma perché hai messo un titolo del genere a questo post?
Beh, perché, come sicuramente sapete, il titolo originale del film è To Kill a Mockingbird e questo famigerato uccello mockingbird viene tradotto nei più vari modi: tordo, usignolo, merlo.
Non solo, l'avvocato si chiama Atticus Finch e finch vuol dire fringuello. Ecco spiegato il titolo del post.
Avvocato Fringuello, mi ha convinto! In quanto giudice di questo Kuk-tribunale, dichiaro questo film: BELLO! L'udienza è tolta! |