giovedì 23 dicembre 2021

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Buondì, amici lettori! Come al solito siamo in ritardo, ma parafrasando Marty McFly, quando si viaggia nel tempo e si può impostare una data, si può mettere quella che si vuole. Quindi eccoci qua, nella Santa Lucia del 1972!

Tra le varie agitazioni che pullulano negli anni '70, ne ho scelta una tra le più leggere. Insomma, siamo pur sempre sotto Natale. Bene, la notizia arriva da Francoforte dove i proprietari di cani stanno organizzando una rivolta e soprattutto hanno in mente di fare una marcia sul municipio. Intendono inoltre bloccare il traffico nell'ora di punta e protestare presso il sindaco, reo di aver indetto un'ordinanza che ai proprietari di cani non è piaciuta.

Il sindaco ha infatti disposto che ai cani sarà proibito l'accesso a due parchi del centro cittadino. (Io sospetto che sia per una questione di cacca canina).

I proprietari di cani hanno già scritto dei cartelli con slogan quali: "Diamo ai cani gli stessi diritti che diamo ai bambini", "Niente ghetto per gli animali nostri amici".

Un cinofilo sostiene che il comune dovrebbe preoccuparsi piuttosto di multare le madri che permettono ai propri figli di fare la pipì nei parchi e di occuparsi dei capelloni che affollano le piscine...

L'assessore comunale che ha firmato l'ordinanza è diventato bersaglio di lettere e telefonate minatorie. Gli telefonano in piena notte dicendogli "povero pazzo" e gli consigliano di farsi internare. Quelli più imbufaliti gli promettono un sacco di botte.

Non so come sia andata a finire la diatriba, se hanno vinto i cinofili o il sindaco. Mi auguro che non si siano lasciati troppo ispirare dalle parole di un meccanico che ha detto che è meglio calpestare una cacca di un cane che respirare l'aria ammorbata dei tubi di scappamento. Indubbiamente è meglio, ma è ancora meglio che il padrone raccolga nei sacchetti appositi la cacca del suddetto cane, così il cane sarà libero di andare in ogni dove.

Bene, è il momento di metterci davanti alla tv, con un bel bicchierone di ibirra da due litri circa:

Con un boccale del genere, quante pause pipì bisogna fare? Menomale che il film di stasera non dura troppo. Ma che film è quello che ci propone il secondo canale? È un film del 1937 di Ernst Lubitsch: "Angelo" e fa parte del ciclo "Un mito per due dopoguerra: Marlene Dietrich".

La storia inizia con una donna elegante, dalle fattezze di Marlene Dietrich, che arriva in aereo a Parigi e va a trovare una sua amica, una granduchessa che in pratica gestisce un bordello super super super super lusso.

Nel bordello della granduchessa, Marlene fa la conoscenza di un uomo, che è appunto venuto sperando di trovare qualche donna che lo aiuti a divertirsi a Parigi. Marlene gli propone di andare al Louvre. Lui, perplesso: "Dove!?" e lei: "Ma avrete sentito parlare della Monna Lisa?" Lui, sempre più perplesso e con lo sguardo smarrito: "Sì... mi pare..."

Dopo l'ulteriore proposta di lei di visitare Notre Dame, lui mette finalmente in chiaro il tipo di divertimento che va cercando. Un divertimento di genere notturno.

I due si danno appuntamento per cena in un locale di gran lusso e dopo poche battute di dialogo, lui è già innamorato perso. Alla fine della serata le dice: "Io vi amo. Voi siete ormai nel mio cuore assoluta signora." Vabbè.

Il consueto violinista che suona a
cinque centimetri dalle orecchie

Lui è innamorato cotto come una pera, mentre lei non si capisce. Un po' si fa avanti, un po' fa la ritrosa e soprattutto fa molto la misteriosa. Rifiuta persino di dirgli come si chiama; allora lui, con gli occhi a cuore, le dice: "Ecco come vi chiamerò: Angelo".

Tutto fiero del soprannome che le ha dato, la porta al parco e la sbaciucchia su una panchina. Ma dall'ombra si materializza una vecchia fioraia guardona. Mentre lui va dalla fioraia a comprare un fiore, Marlene fugge e sparisce. 

(E la vecchia fioraia, vedendo che i due sono spariti abbandonando il fiore per terra, lo raccoglie, soffia via la polvere e se lo rimette nel cestino.) 

Brava, un fiore riciclato è un fiore guadagnato!


La scena poi si sposta a Londra, dove scopriamo che l'angelo Marlene è sposata. Suo marito è un diplomatico che viaggia molto per lavoro, lasciandola spesso da sola. Quindi capiamo che il rapporto tra i due coniugi è cordiale ma un po' superficiale, un po' fintamente zuccheroso.

Orbene, Marlene e il marito vanno insieme a una corsa di cavalli, ma appena arrivati all'ippodromo, lei nota, tra trilioni di persone, il suo "amante" parigino, che naturalmente vuole evitare a tutti i costi. Quindi con una scusa torna a casa, lasciando il marito da solo a seguire la corsa.

Il problema è che al termine della corsa, il marito e l'amante fanno conoscenza. In realtà, i due uomini si erano già conosciuti superficialmente anni addietro e si mettono subito a parlare dei vecchi tempi, di quando erano giovani e frequentavano a Parigi la casa di una certa Paulette... e com'era bella Paulette, e com'era brava Paulette... insomma, quei discorsi lì.

Brindiamo a Paulette... eh com'era bella Paulette...


I due uomini fanno così amicizia, che il marito invita l'altro a casa sua, a conoscere sua moglie. 

Colpo di scena! Cosa succederà quando i due psuedo-amanti si riincontreranno proprio davanti al marito di lei? Che faccia faranno? 

Non fanno nessuna faccia, entrambi fingono l'indifferenza più profonda. Ma una volta rimasti da soli, lui riattacca a fare il provolone e ricomincia con le sue litanie: "Mio angelo, che sopresa vedervi qui", "Non posso dimenticarvi" eccetera eccetera. Lei però impassibile. Con una faccia di bronzo straordinaria, finge di non conoscerlo. Lui sulle prime insiste, ma poi siccome vede che lei è così glaciale, inizia a venirgli qualche dubbio. 

Alla fine lei cede e ammette di essere Angelo. Lui le dà appuntamento a Parigi la settimana successiva, lei inizialmente dice di no, ma... cosa succederà? Andrà all'appuntamento? E il marito cosa farà quando inizierà ad avere dei sospetti?

Non posso dire che il film mi abbia preso tantissimo. (Di Lubitsch ho sicuramente preferito "Scrivimi fermo posta"). Questo "Angelo" è un film che parla di sentimenti, ma alla fin fine non me ne sono arrivati molti. La diva Marlene è bella e glaciale e non mi smuove particolarmente nei panni della riccona annoiata. Il suo pretendente, che dopo tre secondi si innamora e inizia a sproloquiare frasi zuccherose, mi fa venire il latte alle ginocchia. 

Lei ha probabilmente una storia avventurosa alle spalle e probabilmente lavorava nel bordello super lusso, ma non scopriamo quasi nulla e poco traspare dall'espressione enigmatica della bella Marlene. 

Almeno i maggiordomi di Marlene e marito sono simpatici. Uno è patito di opera e canta il Barbiere di Siviglia; quando gli viene chiesto che tempo fa lui vede che piove a dirotto e risponde: "Non è male".

Un altro maggiordomo invece si fidanza con una tipa e fa vedere il biglietto di annuncio del suo matrimonio:

I futuri sposi

Poi però lo si sente litigare al telefono con lei. Sdegnato le dice: "Sono furioso! Se non mi dici chi ti ha insegnato la rumba, tra noi è tutto finito!"

Bene, anche per oggi è tutto, vado anche io a ballare la rumba!

martedì 21 dicembre 2021

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"È vero, sono anni di crisi e di incertezza; la violenza e la paura modificano antiche abitudini, alimentando un generale malessere. Ma Natale è sempre Natale."

Così inizia un articolo apparso sulla Stampa che parla di come l'8 e il 10 dicembre (domenica), la gente si sia riversata numerosa per le strade del centro a guardare le vetrine. Attenzione, solo a guardare, perché i negozi erano chiusi. L'apertura in un giorno di festa crea problemi. I titolari dei negozi di abbigliamento, ad esempio, incontrano la resistenza dei dipendenti. Gli alimentaristi invece temono di restare senza lavoro.

 
Mi sembra quasi impossibile pensare, oggi, che c'è stato un tempo in cui i negozi erano chiusi la domenica e durante le feste...

Ma quando i negozi sono aperti, cosa si compra? Nella fattispecie, quali sono i giocattoli più gettonati in questo dicembre del 1978? Senza dubbio furoreggia l'Ufo Robot, che però volendo si può forse avere acquistando una tv:


E forse, comprando la tv, si fa un affare, dal momento che il pupazzo di Goldrake è più grande del bambino e visto che un maxipeluche costa la bellezza di 260.000 lire. Mi pare una cifra veramente spropositata, cos'è, un terzo di stipendio? 

L'affermatissima Barbie costa invece 3.500 lire. A proposito, non me ne ero mai resa conto: ma quanto cavolo era lungo il collo delle Barbie?

Più lo guardo e più mi sembra pazzesco, sembra abbia un collare-tutore da collo.

Costano un po' di più (5-8 mila lire) le bambole stile '800, dal volto un po' ingenuo, dall'aria un po' romantica e monella.... purché non siano le solite bambole dalla faccia inquietante.

Bene, oltre ai giocattoli, sul giornale c'è spazio anche per un processo riguardante dei fatti avvenuti due anni prima. L'imputato è una donna accusata di aver tentato di avvelenare il famoso professore, antropologo, sociologo Carlo Tullio-Altan (padre di Francesco, creatore della Pimpa). Il professore era andato a trovare una vecchia zia che veniva accudita da una governante, la quale gli aveva offerto un caffè. A visita terminata, il professore ha preso la macchina per andare verso casa, ma durante il tragitto è stato colto da un malore. Prima di perdere conoscenza, è riuscito a scrivere un biglietto dove riferiva di aver preso un caffè dalla zia e di essere stato drogato. Poi aveva scritto "Infermiera" più un'altra parola indecifrabile.

Il professore se l'è vista brutta, è stato soccorso in tempo ma ha rischiato di morire, comunque fortunatamente si è ripreso. Non sono però riuscita a capire come sia andato a finire il processo. La governante è stata accusata di aver tentato di avvelenare non solo il professore ma anche un'altra parente della zia, forse per aggiudicarsi l'eredità della vecchia signora. Purtroppo non sono riuscita a capire come sia andato a finire il tutto.

È proprio un caso da tenente Colombo, che tra l'altro proprio il 12 dicembre 1978 esce al cinema con "Un amico da salvare", dalla strana copertina scaccosa (catalogata dal nostro amico Lucius nel suo blog di citazioni scacchistiche).


Ho detto "strana" perché in realtà gli scacchi non c'entrano nella storia. L'episodio con un assassino scacchista è un altro, non questo. Dunque qua gli scacchi stanno probabilmente a indicare soltanto una sorta di rompicapo che deve essere risolto dal nostro amato tenente. Solo in Italia la locandina era scaccosa.

Ma è ora di accomodarci davanti alla tv! O forse addirittura sulla tv! Dentro la tv!


E per una volta, molliamo l'alcol e ci buttiamo sulla Coca Cola, che a dicembre ci propone questa pubblicità piuttosto incongrua.


Cioè, praticamente il padre ha messo sotto i figli a lavare la macchina e li vuole tenere buoni con la famosa bevanda?

Non lo so, tiremm' innanz e guardiamo cosa ci propone il palinsesto televisivo odierno. Sul primo canale abbiamo teatro con Carla Gravina e Cochi Ponzoni. Quindi siccome il blog è a tema cinema, ci dirigiamo sul secondo canale dove abbiamo il film "Quelle due" con Audrey Hepburn e Shirley McLaine

Come si vede dalla locandina, il titolo francese è "Le rumeur" che penso sia più calzante con la storia del film.

Audrey e Shirley interpretano due donne che si conoscono da molti anni, hanno studiato assieme e sono molto amiche. Le due mettono su una scuola per ragazze. Sembra che tutto vada bene, le allieve sono molto contente e le famiglie pure, perché le due donne godono di ottima reputazione.

Senonché, una delle allieve, una ragazzina perfidissima, viperissima, bugiardissima, nonché bulla e che viene spesso punita per le sue bugie e cattivi comportamenti, sente delle conversazioni che le fanno venire in mente il modo con cui vendicarsi delle due insegnanti.

Mette in giro la voce che le due istitutrici siano amanti e che si incontrano segretamente di notte in camera di una delle due e dalla camera provengono strani rumori. In una scena, la ragazzina riferisce nell'orecchio di sua nonna alcune cose a cui ha assistito. Lo spettatore non sente quello che la ragazzina riferisce, ma dalla reazione esagitata nella nonna, come minimo la nipote deve averle detto di aver assistito a un'orgia.

La nonna inorridita ritira la nipote vipera dalla scuola e sparge la voce, col risultato che tutte le famiglie delle altre ragazze portano via le figlie dalla scuola. La reputazione delle due donne è rovinata ed esse diventano oggetto di curiosità e di scherno. Per non dire che sono trattate come ignobili appestate.

Il tempo passa, ma la situazione non migliora. Una delle due donne si rende conto di provare per l'altra dei sentimenti omosessuali, ma questa presa di coscienza la prende veramente male. In questo clima tremendo di condanna sociale, il rendersi conto di avere sentimenti diversi da quelli ritenuti "normali", la fa precipitare in un senso di colpa in cui prova addirittura repulsione di sé. Gli esiti della storia non saranno positivi.

Il regista William Wyler aveva già portato sullo schermo questa storia anni prima, col film "La calunnia", solo che all'epoca era assolutamente proibito parlare di temi omosessuali per cui la storia (che proviene da un'opera teatrale a sua volta ispirata a un fatto vero) era stata modificata e il supposto affaire peccaminoso che veniva divulgato in giro non era tra le due donne, ma tra una di esse e il fidanzato dell'altra.

Interessante comunque il fatto che a teatro fosse permesso trattare temi omosessuali, ma al cinema fosse proibito.

Vediamo se riconoscete questa attrice famosa, che all'epoca era infante, e che interpreta non la ragazzina malefica, ma un'altra ragazzina da essa ricattata.

Bene, anche per oggi, il film drammatico di tempo natalino è servito!

venerdì 17 dicembre 2021

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Buondì, cari lettori. Proseguo il mio calendario avventizio ritardatario. Faccio come la tartaruga di Esopo e continuo, seppur a passi lenti, il mio percorso verso il Natale.

Oggi ci tuffiamo nel 1974 e io mi chiedo: cosa pensava la gente comune all'epoca? Quali erano i dilemmi, le paure, le speranze, i problemi? Lo possiamo scoprire leggendo le lettere che appaiono in opportune rubriche sui giornali dell'epoca.

Molti problemi sono simili a quelli di oggi. Scrivono ragazzi dubbiosi sul proprio futuro, qualcuno si chiede se con la sua laurea in economia riuscirà a trovare lavoro (e già allora gli viene risposto che non è una laurea rara e dunque è meglio se faccia qualche altra specializzazione). Una ragazza vorrebbe sapere quanto dovrebbe venire pagata quando farà il praticantato presso uno studio di avvocati. Chiede inoltre che il suo nome non appaia nella richiesta. Le viene risposto che ha fatto bene a voler rimanere anonima, altrimenti rischia che nessuno studio la assuma!

Ci sono donne che si lamentano di essere trattate come sguattere dai mariti, ragazze che vogliono poter scegliere il proprio futuro senza condizionamenti di genere.

I problemi sembrano molto simili a quelli di oggi, ma visto che siamo in clima festivo, vorrei andare più sul leggero e riportare le lamentele e i quesiti che hanno risvolti più ridanciani.

Nella rubrica avvocatesca ho trovato delle perle mica da poco.

Una donna racconta di aver dato, in buona fede, un nome insolito al suo cane. Un nome che è anche quello di un noto uomo politico. Del resto, al cane quel nome sta proprio bene. Questa donna sostiene però che la gente è maligna e che la guarda in modo strano quando la sente chiamare il cane con quel nome. La donna teme che la gente maligna possa farle qualcosa. 

Un altro lettore esordisce dicendo che non gli piacciono i bambini, ma riesce a simulare bene questo sentimento. Ma una sera, a casa di amici, ha commesso la leggerezza di prendere un bambino piangente, allo scopo di cullarlo. Il bambino era senza pannolino, dopo un po' è successo il patatrac e l'uomo si è ritrovato con l'abito macchiato. Vorrebbe ora sapere se può chiedere ai genitori il rimborso per le spese di lavanderia. Non lo farà, era solo curiosità la sua. Certo, certo...

Le questioni relative ai cani sembrano molto sentite. Un uomo si lamenta che ogni volta che mette su un disco con la sua musica preferita, i cani dei vicini iniziano tutti ad abbaiare e ululare e l'uomo sospetta, anzi ne è certo, che siano i vicini ad aizzare gli animali contro la sua musica. Come far smettere i vicini di aizzare i cani?

Un altro invece si lamenta perché ha per vicino un maresciallo che ce l'ha con lui a causa del suo cane che abbaia alla luna. Non solo, ogni tanto l'autore della lettera manda da solo in strada il suo mastino napoletano, a fare la cacca e la pipì, ma quel noioso di maresciallo ha osato fargli una denuncia per omessa custodia di animali pericolosi! Non verrà mica condannato?!

Nel post precedente ho accennato al fatto che il film "La donna del bandito" fosse stato oggetto di ridoppiaggio e il ridoppiaggio in sé è un argomento piuttosto caldo di questi tempi. Beh, anche nel 1974 pare che il tema fosse sentito. Un lettore inviperito scrive che la televisione italiana deve smettere con lo scempio di ridoppiare i fillm (ma è la televisione che ridoppia?). La televisione crede forse che "quei pezzenti dei doppiatori moderni possano rendere lo stesso tono drammatico dei doppiatori originali" dei film vecchi?

Che toni amichevoli!

Ma è il momento orsù di guardare un film in tv! E finalmente un film commedia, perché qua siamo sempre sul serio andante. Nel film, che tra poco vi comunico, la co-protagonista è una donna emancipata, una donna che lavora e che non molla tutto sui due piedi per seguire il suo futuro marito a Parigi. 

Forse non sarebbe d'accordo con questo atteggiamento il creatore di questa pubblicità:


Allora, a parte lo slogan "Lei stira veloce, lui ammira felice", vi devo trascrivere i consigli sottostanti che spiegano come far felice un marito. Forza, donne, seguite:

"Preparandogli gustosi pranzetti? Anche! Ricevendolo ogni giorno con un bacio? Anche! Assecondandolo nei suoi piccoli hobby? Anche! Nella vita nervosa e frenetica di oggi, cercare di rendere felice il marito è per una moglie la mossa più furba per trasformare la casa in una deliziosa oasi di pace dove si sta e si torna sempre volentieri. Ecco perché è bene fargli iniziare la giornata nel modo migliore con una camicia fresca di bucato, stirata alla perfezione." 

Segue descrizione delle proprietà dell'appretto.

Una pubblicità di budino, propone addirittura il test per sapere se si è delle mogli perfette. Eccolo, se volete provarlo:

E anche se la donna lavora e non pensa al marito, c'è sempre qualcosa che la tormenta.


Per fortuna che c'è la lavatrice per la donna che lavora. Per un uomo è troppo difficile azionare i pulsanti della programmazione del lavaggio.

 

Ma bando alle ciance, ora è il momento del film e dovete subito preparare qualche bottiglia di liquore per accompagnare la visione, perché questo è un film in cui si beve come solo nella Hollywood classica sapevano fare. 

Il film è "Tre su un divano" con Jerry Lewis (pure regista) e Janet Leigh.

Jerry è un pubblicitario che riceve la proposta di andare a fare un lavoro a Parigi, mentre Janet è la sua fidanzata e di mestiere fa la psicologa. Il problema è che tre delle sue pazienti sono in forte crisi, tutte e tre a causa degli uomini che hanno incontrato e che hanno causato loro grandi problemi di fiducia e autostima.

Quindi la psicologa si sente responsabile nei confronti di queste tre ragazze e non vuole "abbandonarle" per andare a Parigi. Anche perché queste ragazze reagiscono male all'idea di non venire più assistite dalla loro dottoressa.

Jerry non prende bene la notizia, si incavola e dice alla fidanzata: "Allora non ci vado neanche io a Parigi e allora inizierò a odiarti, tu ti sentirai respinta e diventerai insicura e allora sarai tu ad aver bisogno di uno psicologo!"

La mette giù piano, insomma.

Per fortuna, un amico comune dà a Jerry un'idea bizzarrissima per salvare la situazione. Praticamente Jerry deve uscire con le tre ragazze/pazienti, separatamente è chiaro, e "guarirle" dalla loro insicurezza. Quindi, a una ragazza si presenta come cowboy perché lei adora i cowboy, con un'altra si spaccia per atleta perché lei è in fissa con lo sport e con la terza si finge un impacciato esperto in zoologia, dal momento che lei è appassionata di quell'argomento.

Naturalmente, la fidanzata psicologa è all'oscuro di questi magheggi, anche se ha qualche sospettino... Comunque tutto pare filare liscio, le tre ragazze superano le loro turbe, quindi la psicologa decide che può andare a Parigi con Jerry, ma cosa succederà durante la festa di addio quando nella stessa stanza saranno presenti sia Jerry che le tre ragazze?

Il film è piuttosto divertente, magari non dei migliori di Jerry Lewis, ma ha comunque i suoi momenti. Forse potevano esserci più scene in cui lui avrebbe dovuto barcamenarsi contemporaneamente con le diverse donne, invece di arrivare a incasinarsi solo alla fine, alla scena della festa, dove gli tocca cambiare voce e modo di fare a seconda della ragazza con cui sta parlando e dove cerca in tutti i modi di prendere un ascensore e fuggire dalla festa.

Comunque Jerry Lewis o piace o non piace. A me personalmente piace, più film suoi guardo e più lo apprezzo. Oltre a lui e Janet Leigh, nel film, c'è pure lo sceriffo Rosco di Hazzard e la mitica "pinguina" Kathleen Freeman, a volte autoritaria, a volte allegra, perché qui a Hollywood si beve, si fuma e ci si diverte assai!

Tipico momento allegro

E un brindisi anche a voi! Alla prossima!

mercoledì 15 dicembre 2021

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Oh, oggi è il giorno della consegna dei premi Nobel! Sulla Stampa è apparso un colorito articolo che senza giri di parole asserisce che i premiati, magari dopo aver studiato tutta la vita, approfittano del viaggio pagato a Stoccolma per spassarsela il più possibile. Testuali parole.

Non solo, nell'articolo si fa riferimento a un famoso premiato per la letteratura di qualche anno prima, che è arrivato a Stoccolma con la moglie e l'amante, infervorandosi perché voleva un letto a tre piazze e facendo inoltre in modo che entrambe le sue donne fossero invitate ai ricevimenti previsti. Donne, che andavano così d'accordo da andare a far spese assieme usando la macchina a disposizione e lasciando appiedato il povero anzianotto premiato, il quale ha dovuto procurarsi un'altra macchina e un interprete che doveva assolutamente di sesso femminile.

Nell'articolo non si citava il nome di questo letterato, allora ho provato a fare una ricerca relativa ai premi degli anni precedenti e mi pare che gli unici che potrebbero essere protagonisti dell'episodio sono Samuel Beckett e Jean Paul Sartre. Il primo comunque lo escluderei, perché se è vero che aveva una moglie e un'amante fissa, non sono sicura che le due donne passassero del tempo assieme.

Il più papabile mi pare il secondo e cioè Sartre, che oltre a stare con Simone de Beauvoir, aveva altre amanti, con cui comunque faceva dei menage a trois. Quindi era lui il "povero anzianotto" descritto nell'articolo? Il problema sarebbe che Sartre non era sposato con la de Beauvoir, mentre nell'articolo una delle donne viene definita moglie. 

Ma lasciamo perdere queste congetture alla tenente Colombo e dedichiamoci al film della sera che naturalmente non ha nulla di natalizio. 

Del resto, neanche guardando il resto della programmazione, si respira spirito festivo. Oltre a Remì, Napo orso capo e Happy Days, abbiamo una trasmissione sulle prospettive di riforma della scuola, un corso televisivo di cibernetica e poi c'è anche il mitico mago Tony Binarelli che quest'oggi, nella sua trasmissione "Con un colpo di bacchetta", ci piegherà una grossa chiave senza toccarla.

 

Arriviamo dunque a sera e ci guardiamo "La donna del bandito" primo film di Nicholas Ray. 

La storia narra di un ragazzo, soprannominato Bowie, che viene fatto evadere da alcuni rapinatori di banche, che erano anch'essi in prigione con lui. 

Questi rapinatori lo portano a casa di un parente dove Bowie conosce una ragazza che subito si innamora di lui. 

Bowie ritiene di essere stato mandato in carcere ingiustamente e vorrebbe avere i soldi per potersi pagare un avvocato e annullare la sua condanna. Accetta dunque di participare a una rapina in banca ordita dai suoi compari.

La rapina va bene, però lui finisce sui giornali figurando addirittura come capo della banda. Dunque Bowie capisce che non riuscirà più a dimostrare la sua innocenza e decide quindi di allontanarsi da tutti insieme alla ragazza con cui poi si sposa.

Solo che i componenti della banda riescono a rintracciarlo e lo costringono a partecipare a un'altra rapina, ma le cose vanno a schifio e il tutto finisce in tragedia.

Il film è uno dei capostipiti del genere "amore in fuga". I protagonisti che già partono da una situazione non molto rosea, proseguono la loro storia sempre con questa sensazione di ansia, di paura di essere scoperti, cercando al contempo di strappare al destino qualche attimo di felicità.

Il film è anche fatto bene e nonostante ne dia un giudizio positivo, devo ammettere che non mi ha preso proprio più di tanto e non capisco bene il perché. Forse sono gli attori principali, lui in particolare, che non mi hanno emozionato molto. Lui tral'altro, nel ridoppiaggio del 1988, ha la voce di Claudio Capone che, nonostante le mille cose che ha doppiato, ormai non riesco a scindere da Ridge di Beautiful.

Devo dire però divertente la scena nella casa dei matrimoni 24 ore su 24, dove l'allegro officiante propone sposalizi per 30 dollari "compresa la registrazione della cerimonia su disco". Rimane un po' deluso quando gli aspiranti sposi gli raffreddano l'entusiasmo rifiutando tutte le offerte, perfino quella della musica. Loro vogliono sposarsi e basta. L'officiante prova almeno a piazzare le fedi: 1 dollaro per il noleggio, 5 dollari per l'acquisto.

Nemmeno con le fedi, l'officiante ha qualche soddisfazione.
Il futuro sposo decide per l'acquisto, ma di solo UNA fede!

 

Bene, anche per oggi è tutto, ma sono ispirata dal piglio dell'officiante di matrimoni 24h su 24, che propone anche alloggiamenti per la luna di miele ed è in grado di procurare anche mezzi di trasporto. Cosa ne dite di questa proposta, in caso vogliate cambiare macchina?




martedì 14 dicembre 2021

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Questa volta siamo andati ancora più indietro nel tempo, proprio all'inizio del decennio. Com'era la situazione? Tanto per cambiare, sempre molto "frizzantina".

Il presidente della Jugoslavia Tito sta per partire per una visita in Italia, dove dovrebbe incontrarsi con il presidente italiano Saragat, con i ministri e con il papa Paolo VI. Ma il viaggio è ancora in forse perché l'allora presidente degli Affari esteri, Aldo Moro, ha fatto delle dichiarazioni che non sono tanto piaciute in Jugoslavia. Si rischia l'incidente diplomatico.

Nel frattempo, a Trieste, avviene una manifestazione violenta ad opera di fascisti provenienti da varie parti del nord Italia. Sono armati di manganelli e bastoni e portano in testa elmetti delle SS. Sono contrari alla visita di Tito, fanno danni e malmenano passanti, giungendo anche a dare l'assalto a una chiesa al grido di "Viva il duce".

La situazione nelle scuole, poi, non ne parliamo. Scioperi e occupazioni continue. Mancano insegnanti, attrezzature, aule. Si verificano eventi di tutti i tipi. Nella facoltà di architettura di Roma, estremisti di sinistra addirittura tengono chiuso a chiave in aula, per un'ora, un professore che aveva bocciato un loro compagno.

Tutti protestano. A Londra, tre consiglieri comunali hanno annunciato che si presenteranno nudi in municipio per protestare contro l'uniforme che sono costretti a portare, cioè una toga color blu brillante che secondo loro è poco dignitosa per il loro ruolo.

E anche il campione in carica di Rischiatutto ha i suoi grattacapi. Ha la bronchite, ma se non vuole perdere il titolo, deve presentarsi in trasmissione lo stesso... 

E a proposito di apparati respiratori, che ne pensate di questa pubblicità?


Come funzionerà il prodotto? Quanto costerà? Per fortuna, il "raguaglio" è gratuito...

E nemmeno la seguente pubblicità ho capito bene:


Dalla descrizione, si evince che il prodotto non è un giocattolo, ma un vero strumento per lavorare. Ma allora, perché hanno messo una bambina nell'immagine? La macchina è così facile da usare che potrebbero farlo anche i bambini? Massì, facciamo lavorare pure loro e sforniamo pullover come se piovesse.

Comunque, nel 1970 noto un po' meno pubblicità di liquori e più di lavastoviglie, lavatrici e detersivi. 


Si affacciava l'idea della disinfezione. Ve le ricordate le mitiche figurine Mira Lanza? Io le trovavo nei bidoni di detersivo di mia nonna.

Ma è ora di guardare il film della sera, che va in onda sul secondo canale, perché sul primo c'è la trasmissione di attualità "Sotto processo" condotta da Piero Ottone.

Invece sul secondo abbiamo "Il delitto di Monsieur Lange" di Jean Renoir, addirittura del 1936.

Un film di grande intrattenimento che vi vado subito a narrare. La storia inizia con una coppia (raffigurata a sinistra nella locandina) che giunge in una locanda di campagna e si ritira in una camera da letto.

Il locandiere e gli avventori riconoscono nell'uomo un ricercato per omicidio e iniziano a confabulare fra loro per decidere su come comportarsi. C'è chi vorrebbe allertare la polizia e invece chi è più permissivo: "Io nei miei sogni uccido sempre quelli che non mi vanno a genio".

Mentre gli avventori discutono la faccenda, emerge dalla stanza la compagna del presunto criminale, che sarebbe il monsieur Lange del titolo. La donna dice che ebbene sì, Lange ha veramente commesso un delitto ma lei racconterà tutta la storia agli avventori così essi potranno giudicare.

Questo Lange, in base a quello che dice la donna, è un sognatore, uno che passa tutto il tempo libero a scrivere storie western con protagonista Arizona Jim, sgominatore di banditi e salvatore di oppressi. Storie che nessuno gli vuole pubblicare. La donna gli suggerisce di chiedere al monsieur Batala di pubblicarle, visto che Batala pubblica qualsiasi schifezza. "Ah, grazie eh", dice lui, piccato.

Lange in effetti lavora per questo signor Batala che è un editore di una rivista di storie criminose. In una scena, vediamo Batala mentre dà istruzioni al copertinista e gli dice che deve accentuare tutti i particolari sanguinolenti, perché il pubblico ama e vuole avere tutti i dettagli più cruenti.

Questo Batala inoltre è proprio un personaggio: è un cazzaro, un maneggione, un insolvente debitore, nonché uno che ci prova con tutte le donne. Un tizio della peggior specie, ma siccome il film ha un tono leggero e l'attore che interpreta Batala è proprio bravo, il personaggio risulta cinematograficamente quasi simpatico.

Insomma, il signor Lange prova a proporre a Batala il suo Arizona Jim, ma questi sulle prime non ne vuole sapere. Invece poi, siccome deve tener buono un tipo con cui si era impegnato per fare pubblicità di pasticche sulla sua rivista criminosa, decide di pubblicare le storie di Arizona Jim, apportandoci però delle modifiche strategiche, senza dir niente a Lange. Le modifiche consistono nell'inserire, proprio all'interno delle storie, le pasticche da pubblicizzare. Ad esempio, se l'eroe Arizona Jim deve sgominare dei nemici, prima di sparare, ingoia delle pasticche Ranimox decantandone le proprietà; grazie a queste poi sconfigge i banditi. 

Il signor Lange quando scopre la cosa, va a lamentarsi con Batala che cerca di rabbonirlo dicendogli: "Insomma, tu sei un sognatore, ma l'arte richiede compromessi, ci sono le spese... e poi l'argent c'est l'argent!"

La storia prosegue con Batala che deve fuggire perché i creditori gli stanno col fiato sul collo. Ma il treno su cui era partito ha un incidente e lui viene creduto morto. Lange e gli altri lavoratori del giornale fondano una cooperativa e mandano avanti loro la rivista, ottenendo un grandissimo successo. Addirittura il cinema mostra interesse per il personaggio di Arizona Jim e vorrebbe farne un film.

Ma Batala non è morto e torna in incognito, travestito da prete, nella sede del suo giornale e ha intenzione di riprenderne possesso, visto che ora i soldi ci sono. O forse vuole solo intascare i soldi e mandare tutti al diavolo.

È allora che Lange lo uccide ed è supportato da tutti e aiutato a scappare. Nonostante il film sia praticamente una commedia, è comunque strano che il crimine non venga effettivamente né punito né criticato in qualche modo. Quando Lange dice a un socio di aver appena ucciso qualcuno, il socio mostra giusto un leggero stupore e poi dice: "Beh, immagino possa capitare di uccidere qualcuno"!

La storia è praticamente tutta ambientata in un unico palazzo dove vivono vari personaggi pittoreschi, dal portinaio che deve sempre fare lavori tipo riparare pavimenti o sturare gabinetti, alla proprietaria di lavanderia dalla vita sessuale apparentemente disinibita.

Il film l'ho visto in francese sottotitolato inglese per cui di sicuro ho perso molte battute, ma piuttosto assurda la scena di Batala morente, travestito da prete, che chiede: "Chiamatemi un prete!"

Bene, anche per oggi è tutto.

Ma mettiamoci un tocco di Natale in questo calendario dell'Avvento dai ritmi lumacheschi. Cosa fa Babbo Natale passate le feste?

Sbarbo Natale

E ora passate da Lucius su Non quel Marlowe a leggere il suo bel post su questo film.

venerdì 10 dicembre 2021

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Eccoci qua, di nuovo nel 1976. 

Qualche giorno fa eravamo rimasti ad Andreotti che era andato in America a batter cassa. Tutto è andato bene, Andreotti è tornato "con le spalle coperte". Sia il governo uscente Ford, che quello entrante di Jimmy Carter hanno promesso di aprire i cordoni della borsa.

E a proposito di presidenti americani, guardate questa incredibile pubblicità:


Siccome non credo si legga, vi trascrivo la descrizione che, dopo le solite decantazioni sulle proprietà benefiche del liquore di turno, dice: "Ve lo conferma anche il signore qui ritratto, noto sosia di un importante uomo politico. Del resto... chi può dire che 'quello vero' non se ne beva un goccetto di tanto in tanto?"

Nixon adesso è pure testimone involontario! Nuove frontiere della pubblicità!

Ma lasciamo perdere i presidenti americani veri e finti e parliamo della prima della Scala, che come sapete avviene ogni anno il 7 dicembre. Ma nel 1976 le cose non vanno del tutto lisce perché il giorno dopo, i giornali raccontano in prima pagina degli scontri violenti tra la polizia e alcuni collettivi giovanili che volevano dare l'assalto al teatro. Lacrimogeni da una parte e bombolette incendiarie dall'altra hanno segnato una serata di devastazione e feriti. E pur senza venire ferite, nemmeno le signore impellicciate sono rimaste immuni dai tafferugli e sono state oggetto di lancio di uova. 
 

Niente lanci di uova, invece, per la diva Liz Taylor che, fresca di settimo matrimonio è in luna di miele a Tel Aviv. Il suo sesto marito è il futuro senatore John Warner. Il matrimonio durerà pochi anni, la vita a Washington sarà noiosa per Liz e poi nel suo cuore ci sarà sempre Richard Burton, di cui lei ha detto che dopo di lui, gli uomini erano lì solo per tenere il cappotto e aprire la porta. Solo per compagnia.

Ma decidiamoci orsù ad accendere la tv! Ma mica vorremo sederci in poltrona? No, troppo borghese. Optiamo invece per la moquette Sit-in:

Molto più comodo, no?

Dunque, accendiamo la tv e scopriamo che sul primo canale c'è teatro. Nientemeno che "Le allegre comari di Windsor", riprese televisive dal Teatro Romano. Sul secondo canale, abbiamo invece il film di oggi e cioè "L'incidente" che fa parte del ciclo "Oppressori e vittime nella giungla di Losey".

La storia inizia nel cuore di notte, nella campagna inglese. Vediamo una casa, di quelle tipiche, avvolta nel silenzio.

A un certo punto, un rumore di schianto. Dalla casa esce un uomo che va a vedere cosa è successo e trova un ragazzo e una ragazza, dentro una macchina ribaltata.

Il ragazzo è morto, invece la ragazza è in stato semi-confusionale. L'uomo la porta in casa, ma quando arrivano i poliziotti da lui allertati, nasconde loro la presenza della ragazza.

Parte dunque un flashback da cui capiamo la storia dei personaggi. L'uomo è un professore e la ragazza una sua studentessa, fidanzata del ragazzo morto in macchina, anch'egli suo studente. (Uno dei motivi per cui l'uomo ha nascosto la presenza della ragazza è che aveva capito che era stata lei a guidare, pur non avendo la patente, perché il ragazzo era ubriaco fradicio). 

L'uomo, che dunque abbiamo capito che è un professore, nutre una fascinazione nei confronti della ragazza, ma non osa farsi avanti, anche perché è sposato con figli. 

Una domenica, il professore invita a casa i due ragazzi, ma si aggiunge in modo inaspettato anche un suo collega. Il professore rimane un po' stupito ma comunque il collega è uno di casa, uno che non si fa problemi a sbevazzare e mangiucchiare la roba che trova, a buttarsi sui divani, a essere come uno di famiglia, insomma.

La giornata trascorre un po' tesa, si intuisce che ci sono diverse cose non dette nel gruppo. E il giorno dopo, il professore scopre che il collega e la ragazza hanno una relazione già da qualche settimana e perfino la moglie del collega lo sapeva.

Il professore reagisce alla scoperta con fastidio e invidia e non si comporterà in modo irreprensibile...

Film tutto ambientato a Oxford, in parte nell'ambito universitario, in parte in quello domestico. Ambiti entrambi composti e formali, ma che nascondono in realtà pulsioni represse. Il professore in particolare, sembra essere un padre e marito fedele, ma non è proprio così.

E in tutto questo, i personaggi bevono, bevono, bevono... non c'è quasi scena in cui non hanno il bicchiere e la bottiglia accanto.

Non c'è da meravigliarsi dunque di tutte queste pubblicità alcoliche... 

Alla prossima!

giovedì 9 dicembre 2021

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Buondì dal 7 dicembre 1978, anche se probabilmente con il fuso orario -24, magari quello di qualche isola della Papuasia.

Ebbene, stasera belli, pronti e carichi per la tv! Ci sono anche gli incentivi se si cambia televisore.


Viene la tentazione di cambiare subito tv, perché fino a Natale ci danno anche il telegioco! Non capisco bene che consolle sia, una che probabilmente fa concorrenza al Polistil qui di seguito.

Non capisco perché il punteggio sia sempre 15 in tutti i giochi! Comunque, vedo sotto 7 tasti, chissà se i giochi erano proprio 7? Chissà quali erano.

Ma bando alle ciance, stasera serata da brivido! Dribbliamo il quiz di Mike Bongiorno sul primo canale e ci fiondiamo sul secondo perché c'è il ciclo "Sette storie per non dormire" con il film "Trilogia del terrore"! Paura, paura, sul secondo canale!

Ci dobbiamo preparare allo scopo e siccome era un po' che non si beveva, tiriamo fuori dal frigobar qualche bel liquorino che ci darà il coraggio per affrontare il terrore televisivo!

Il primo è per uomini veri, uomini forti. Eccolo:


Che poi, cosa vorrà dire: "Il regalo dell'uomo forte"? È il regalo adatto all'uomo forte o è l'uomo forte che fa il regalo? Non potevano dire: "Il regalo PER l'uomo forte"? Comunque notare che c'è scritto "L'amarissimo che fa benissimo". Mitico slogan (con il solito sottotesto della bevanda alcolica che fa bene) che però viene 'smontato' dalla seguente pubblicità:

Purtroppo credo non si riesca a leggere bene il testo, comunque dice: "Chinamartini non è solo un amaro molto salutare. È anche un amaro con un gusto ricco e piacevolissimo. Proprio il contrario di tanti altri amari che, con la scusa di far bene, hanno un gusto, diciamo molto... discutibile."

Ah! È forse una stoccata agli amarissimi di cui sopra!?

Non importa, beviamoceli tutti e due e sediamoci a guardare il film. Vabbè, film è una parola grossa, dura poco più di un'ora ed è composto da tre episodi.

Comunque, la locandina promette bene: donne strillanti e mostri ghignanti, vortici risucchianti e caratteri sanguinanti...

Parte il primo episodio che si intitola "Julie". La Julie in questione è un'insegnante, tutta vestita a modo, capelli a crocchia, occhiali da professoressa, modo di fare serio e forse un po' nervosetto. Da certe scene successive, sembra di intuire che la donna deve aver subito qualche trauma.

Ma durante una lezione, si siede sulla cattedra e inaspettatamente lo spacco della sua gonna si apre in modo quasi inguinale. Dev'essere quello che in America chiamano "malfunzionamento del guardaroba", una esposizione incidentale, avvenuta in questo caso senza malizia. Infatti, finita la lezione, la professoressa prende i suoi libri e se ne va goffamente.

Ma quello stacco di coscia, quasi mutanda, accende la fantasia di uno studente che prima spia la professoressa sottocasa e poi le chiede di uscire. Lei accetta, ma durante l'appuntamento lui le mette di nascosto del sonnifero nella bevanda, poi la porta in un motel dove abusa di lei. Non contento, fotografa tutto.

Il giorno dopo inizia a ricattarla e lei non sa come comportarsi. Ma le cose staranno veramente così? Lui è davvero un porco maniaco criminale? Non lo rivelerò.

Episodio bah, niente di che, livello di terrore non pervenuto. Segnalo la breve presenza di Jim Storm, con capelli stile parrucchino. Forse chi guardava Beautiful se lo ricorda come Bill Spencer, avido magnate senza scrupoli.

Passiamo al secondo episodio: Millicent e Theresa.
Le due donne del titolo sono due sorelle, una è mora e casta, l'altra è bionda e mangiauomini. La prima odia la seconda e la accusa di crimini ignominiosi. Decide quindi di farla fuori con una bambola voodoo. Ci riuscirà? Il dottore di famiglia troverà un cadavere, ma di chi sarà?

Il dottore di famiglia. Chi se lo ricorda?
In Tootsie interpretava l'attore-cane che
baciava tutte le donne della serie e lo
chiamavano "La lingua"
 
Anche per questo episodio il livello di terrore è pari a zero. Parlano, parlano, parlano... L'elemento più horror che c'è è la bambola voodoo.

'mmazza che brutta


E arriviamo al terzo atteso episodio, l'episodio la cui sceneggiatura è stata scritta da Richard Matheson in persona! I primi due episodi sono semplicemente stati tratti da sue storie, invece in questo ci ha proprio messo la mano.

Il titolo è Amelie che è anche l'unico personaggio dell'episodio. La vediamo rincasare nel suo appartamento da single con un pacco. Lo apre e dentro c'è una statuetta raffigurante un malvagio spirito cacciatore, dall'aspetto poco rassicurante la cui immagine vi agevolo qui:


Mentre la donna osserva attentamente la statuetta, suona il telefono. È la madre, una donna a quanto pare intrusiva e manipolativa. Amelia ha una lunga conversazione al telefono da cui lo spettatore intuisce i problemi che intercorrono tra le due donne. Per cambiare argomento ed evitare le continue critiche materne, Amelia le racconta della statuetta e le legge le istruzioni sull'acclusa pergamena. Le istruzioni dicono che uno spirito malvagio è rinchiuso nella statua ed è la catena che porta legata in vita a ingabbiare lo spirito. Dovesse la catena cadere, lo spirito uscirebbe. 

E naturalmente, quando Amelia appoggia la statuetta sul tavolo, la catena è la prima cosa che cade e la statua prende vita...

E qui inizia la lotta cruenta tra la donna e il bambolotto impazzito. Come andrà a finire?

Oh, almeno in questo terzo episodo abbiamo una certa suspense, sia prima che la lotta inizi, che durante. Naturalmente, la tecnica dell'epoca non permetteva di indugiare troppo nel mostrare il feticcio mentre aggredisce, per cui le immagini tendono a essere confuse e molto movimentate, ma tutto sommato l'effetto non è male. E il finale è inquietante. Certo, oggi non è niente di nuovo, ma immagino che per l'epoca potesse essere sorprendente.

E ora, stemperiamo un po' l'adrenalina, con il liquore Zabov! Perché siamo dei ghiottoni!


lunedì 6 dicembre 2021

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Buon inizio settimana anche dal 6 dicembre 1976! Vediamo un po' cosa succede nel mondo.

In prima pagina, il giornale ci informa che Andreotti è andato in USA a chiedere soldi, mentre il ministro degli esteri Ossola è andato in Iran a cercare di vendere i prodotti dell'Italia.

Mmm, molto bene.

Per fortuna che alla Fiat sono arrivati 415 milioni di dollari dalla Libia! Ma niente aumenti di stipendio, comunicano dai piani alti...

Da Milano c'è una buona notizia: è stato progettato un sistema che rende il polietilene biodegradabile, lo trasforma in polvere e successivamente in acqua e anidride carbonica. Il progetto è pronto, potrebbe essere messo in produzione già dall'indomani. E allora come mai, 45 anni dopo, siamo ancora sommersi di plastica? Perché a quanto pare, al momento del dunque, nessuno aveva più interesse per il progetto, manco il committente e quindi nessuno ha cacciato il grano per materializzarlo...

E a Milano non è l'unica delusione... gli appassionati hanno preso d'assalto il cinema Diamante, sperando di poter vedere l'edizione integrale di Gola profonda, ma niente... tutte le scene clou sono state tagliate. Gli appassionati delusi vengono descritti così: "Pochi i giovani, molte le tempie canute, torvi gli occhi, a volte uno stecchino in bocca per conferire un'espressione amara..." Che poesia.

Secondo me è meglio lasciar perdere le gole profonde e invece tuffarsi al cinema nelle acque profonde con:

Quando non c'erano ancora i cinepanettoni

Bene, è il momento di metterci davanti alla tv, stasera scegliamo una di queste Grundig (credo di aver avuto la nr 3):


E guardiamo un po' la programmazione. Sul primo canale, nel preserale abbiamo il mitico "Tre nipoti e un maggiordomo" e dopo la triade Almanacco del giorno dopo/TG/Carosello, ecco che abbiamo il film "La ragazza in vetrina" (1961) di Luciano Emmer. Tra gli sceneggiatori c'è pure Pasolini.

E vediamocelo un po'.

La storia è ambientata in Olanda, tra i minatori, tra cui un gruppo di italiani. Il protagonista è Vincenzo, un ragazzo timidino (ma non troppo) che arriva fresco fresco dal Veneto, per tuffarsi nelle viscere della terra. 

Al giorno 1, gli succede già un incidente e in seguito a un crollo nella miniera, rimane intrappolato in una nicchia insieme al minatore esperto Federico e a un certo Mustafà.

Federico è uno di quelli stile uomo di mondo, uno di quelli che la sanno lunga, a cui non manca mai la parola. Nell'attesa che arrivino i soccorsi (più di due giorni dopo), Federico intrattiene Vincenzo e gli dice che appena usciti fuori andranno ad Amsterdam ad affittare due di quelle ragazze che si mettono in vetrina.

L'inesperto Vincenzo ovviamente ignora chi siano queste ragazze, non è sufficientemente uomo di mondo per saperlo, comunque accetta.

Una volta tratti in salvo, Vincenzo decide che la vita di miniera non fa per lui e decide di ritornare in Italia. Fa la valigia e parte per Amsterdam insieme a Federico, per un weekend di festeggiamenti prima di prendere il treno e tornare in Italia.

Non so perché, ma il protagonista Vincenzo
mi sembra il fratello maggiore di Robin.

Una volta ad Amsterdam, Federico dice che ci pensa lui a tirare fuori due donne, lui conosce la lingua internazionale (versi, gesti e parole casuali), ma di fatto non combina granché, anche perché di fatto lui esce con una prostituta fissa, che però è anche una specie di partner visto che gli fa continue scene di gelosia.

Vincenzo invece è così inesperto che quella che lui pensa essere una prostituta è in realtà una religiosa che gli dice: "Ah, italiano. Italiano pregare poco" e gli rifila un volantino.

La serata poi finisce bene per Vincenzo, perché riesce ad agganciare una prostituta che poi lo porta addirittura nella sua casa di famiglia, dove non ha portato mai nessun uomo. Lei è anche affettuosa e dimostra interesse nei suoi confronti, lui invece è un po' più in balia degli ormoni in fregola. 

Però poi anche lui inizia a provare qualcosa e chissà se poi quel treno lo prenderà...

Film bello, un po' triste, un po' malinconico, un po' romantico, a tratti pittoresco nella rappresentazione di certi personaggi. Film dalla lavorazione travagliata. Ha subito parecchie censure, in particolare perché non era concepibile una storia d'amore tra un bravo ragazzo e una prostituta. Pretty Woman aveva ancora da venì...