martedì 10 marzo 2020

Ritorniamo in Italy, quel posto fantastico che esiste forse solo per gli americani

Dunque, io ci avevo provato a vedere un film che sulla carta aveva la potenzialità di essere un bel film. Del 1990, con attori Holly Hunter, Richard Dreyfuss, Danny Aiello, Gena Rowlands, Laura San Giacomo e una breve apparizione barbuta di Griffin Dunne. Oddio, visto che il regista è Lasse Hallstrom, forse qualche dubbio mi sarebbe dovuto venire, visto che nessuno dei film suoi che ho visto mi ha mai fatto impazzire. Ma ne parliamo in caso alla fine del post.

Quest'oggi ho intenzione di proporvi il secondo episodio della rubrica dedicata ai film americani ambientati in Italia, allo scopo di vedere quanti stereotipi vi sono inseriti. Il primo episodio della rubrica (a cui mai ho dato un nome) lo potete leggere qui.

Naturalmente anche in questo caso, il film è la solita cacchiata romantica con in più un risvolto soprannaturale, comunque, tutto sommato, è abbastanza gradevole e non troppo melenso, anche perché si è dato abbastanza spazio agli assurdi personaggi di contorno, spingendo dunque un po' di più sul lato comico.

Il film si intitola "La fontana dell'amore" (When in Rome - 2010) e vede come protagonista Kristen Bell nei panni della solita sfigata in amore che ha ricevuto dagli uomini solo legnate nelle gengive. La sorella è invece fortunatissima perché su un volo diretto in Italia ha conosciuto un certo Umberto (Luca Calvani), si è innamorata di lui e dopo sole due settimane se lo sposerà a Roma.

E arriviamo dunque al giorno del matrimonio, quando la trafelatissima protagonista va in taxi dall'aeroporto alla piazza vicino alla chiesa in cui si svolgerà il matrimonio. Durante il tragitto, il tassista - interpretato da Francesco De Vito e uno dei pochissimissimi italiani del cast - decanta le meraviglie di Roma. In particolare, ci tiene mettere l'accento sul fascino amoroso della città eterna: non si è mai davvero vissuto se non si ha mai amato a Roma, la città più romantica del mondo! Ecco, appunto, è così romantica, che i creatori del film hanno dovuto inventarsi una inesistente "Fontana dell'amore", l'hanno collocata a piazza Borghese, informandoci che tutti gli innamorati del mondo vengono a Roma a tirare monete in quella fontana. Da qui ho dedotto che senza il tocco magico di Hollywood, nemmeno la città più romantica del mondo è sufficientemente romantica.

Comunque, a quanto pare, durante la lavorazione del film, i turisti ammiravano e lanciavano monete in questa finta fontana, pensando fosse vera, e si chiedevano come mai quell'attrazione non venisse menzionata nelle loro guide turistiche.

A Roma non ci sono abbastanza opere d'arte
quindi bisogna inserirne di finte

Torniamo al film: durante il matrimonio non c'è nulla di rilevante da segnalare, ma ecco che al ricevimento le cose si fanno interessanti. Scommetto che già immaginate chi apparirà ora sulla scena. Li sentite? Ma certo che li sentite! Sono loro: i mitici mandolini! Scommetto che in tutti i matrimoni a cui avete partecipato, i musicisti suonavano il mandolino! D'altronde, è inconcepibile un matrimonio italiano senza questo fondamentale simbolo sonoro dell'italianità. E qui abbiamo, non solo i mandolini, ma addirittura un intero corpo di ballo vestito con costumi tipici popolari. E tutti si lanciano in queste frenetiche danze popolane, anche se a un certo punto, mi sembra che i ritmi e il modo di ballare iniziano ad avere un che di cosacco.

Dopo il ballo, c'è un ulteriore momento dedicato alla tradizione: la damigella d'onore, cioè la nostra protagonista, deve rompere un vaso, possibilmente in mille pezzi, perché ciascun pezzo dovrebbe augurare un anno di gioia agli sposi. Ora, cercando su Google, questa usanza sembrerebbe essere seguita perlopiù in Sardegna e in qualche posto del sud Italia, ma a Roma non risulta. Amici romani, se avete assistito a rotture di vasi durante un matrimonio nella città eterna, nonché più romantica del mondo, fatemelo sapere.

Comunque, alla nostra protagonista viene dato da rompere un vaso probabilmente infrangibile, perché lei ci prova in tutti i modi a spaccarlo in mille pezzi, ma nonostante i tentativi, non riesce a romperlo nemmeno in due. Lo lancia perfino addosso alla nonna dello sposo, la quale, in una scena successiva, sputa per terra davanti a lei in segno di disprezzo. Ma a risolvere la situazione, ci pensa il ganzo di turno, colui che sarà l'uomo della vita della nostra protagonista sfigata in amore. Tra i due scocca la scintilla, ma quando lei lo insegue nella piazza con la fontana, recando con sé due bicchieri e una bottiglia di champagne, la attende un'amara sorpresa: il suo ganzo sta baciando una bella ragazza mora vestita di rosso! Hai capito, stu fetente!

Solo qualche giorno dopo, la nostra protagonista verrà a sapere che la bella ragazza mora era in realtà solo una cugina dello sposo, abituata a salutare in maniera calorosa! Se già allora ci fosse stato un bel decreto, la bella ragazza mora avrebbe tenuto le labbra a posto così, oltre a non diffondere pericolosi virus, non avrebbe causato uno spiacevole equivoco, gettando nella disperazione la nostra protagonista! Sì, perché al vedere l'amore della sua vita baciare un'altra, la protagonista si attapira, si butta nella fontana e preleva qualche moneta, sostenendo che in questo modo, coloro che avevano gettato quelle monete sarebbero stati liberi dalle pene d'amore. Dopo aver prelevato le monete, deve scappare via perché arrivano due carabinieri a cavallo che le intimano di uscire dalla fontana. Peccato che i carabinieri non fossero in alta uniforme!

La protagonista torna a New York, portando con sé le monete ed è ignara che il suo gesto ha fatto sì che le persone che avevano gettato quelle monete nella fontana, siano ora vittime di un incantesimo: si sono perdutamente innamorate di lei e tentano in tutti i modi di approcciarla. Tutto molto logico vero? Lei non si raccapezza e non capisce come mai tutta una serie di pazzoidi la stia perseguitando dichiarandole amore eterno! Uno di questi pretendenti, che si spaccia per italiano, la insegue per tutto il parco gridandole 'principessa' e le dice che in Italia, quando una donna scappa, vuol dire che ti ama! Certo, certo.

Comunque, la protagonista scopre la faccenda dell'incantesimo telefonando a sua sorella a Roma, che a quanto pare passa la luna di miele facendo gnocchi mezza nuda insieme al marito. Viene inquadrato un giornale, che non posso non farvi vedere:


A parte il titolo alquanto improbabile, che fatico molto a immaginare su un vero giornale, guardate un po' la meraviglia che appare a sinistra, relativa a qualche fantomatica prot-esta degli agricultori! Peccato non si riescano a leggere gli articoli, però sono firmati da persone con nome non italiano.

Durante una seconda telefonata, vediamo i due sposi fare una ricca colazione su una terrazza con vista sull'Altare della Patria. Anzi, lui legge il giornale mentre lei gli porta il succo di frutta, con una perfetta divisione dei ruoli. Insomma, lo sposo informa la protagonista che l'unico modo per annullare il sortilegio è tornare a Roma e ributtare personalmente le monete nella fontana.

La protagonista è disperata, perché non ha alcuna intenzione di tornare nella città più romantica nel mondo a lanciare monete in una fontana, ma per fortuna che c'è una terza telefonata, stavolta ambientata sulla scalinata di Trinità dei Monti, da cui si scopre che la nonna dello sposo, a quanto pare grande esperta in leggende, dice che per annullare l'incantesimo non occorre tornare a Roma, ma basta restituire le monete ai rispettivi proprietari (o lanciatari).

C'è un ulteriore momento di italianità e cioè quando la protagonista, insieme a tutti i suoi 4 pretendenti, deve raggiungere in tutta fretta il museo Guggenheim. Il finto italiano ha una macchina! E che macchina sarà mai? Una 500? No, troppo scontato.
Il finto italiano ha...una ACMA Vespa 400 gialla!

Quale italiano non circola con una macchina del genere?

Ah, naturalmente il portachiavi è un cuore tricolore! Ah, il richiamo della lontana patria si fa sempre sentire...
Comunque c'è un problema: il gruppetto è imbottigliato nel traffico e non riesce a muoversi. La protagonista allora dice all'autista: "Guida come se fossi a Roma!" e lui: "Non c'è problema!" Il pretendente ingrana la marcia e via! Guida come un pazzo, slalomando agilmente in mezzo a tutte le troppo disciplinate macchine newyorkesi, per giungere infine a parcheggiare comodamente nell'ascensore del Guggenheim.

Bene, credo di aver esaminato tutti i punti di italianità del film e termino la dissertazione con una strofa della canzone "Donna molto bella", cantata nel film:

"We drank sparkling prosecco and the music is echoin' our favorite tarantella 
It's a night for amore, an affair di cuore with my donna molto bella"

Ah, che poesia....

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Tornando brevemente al film a cui accennavo all'inizio, quello con Holly Hunter e Richard Dreyfuss...il film è "Ancora una volta" e racconta di una donna sulla trentina che pianta il fidanzato perché lui non ha alcuna intenzione di sposarla. Va alle Antille a un corso per venditori e si innamora in cinque minuti del venditore più bravo, dopo averlo sentito fare un discorso infarcito di battute da caserma. Lui si innamora perdutamente di lei in sette minuti, ma quando tornano a casa di lei, tutti i membri della famiglia si attapirano perché il venditore ha parecchi più anni della donna. E rimangono attapirati per tutto il tempo, facendo drammoni per insulsi e normali litigi familiari.
Giuro che di questo film non ho capito il senso e i personaggi al limite della macchietta non hanno molto aiutato. Credibilità di tutto quanto: zero, secondo me. L'unica morale che ho capito è che è meglio vivere qualcosa di positivo anche se per breve tempo, ma il modo in cui viene detto è veramente molto banale.
Se ha qualcuno ha visto e apprezzato il film, per favore me lo faccia sapere.