giovedì 30 maggio 2019

Alea film #2: commedia italiana in versione lipogramma estremo

Per il secondo episodio di questo genere di post, il Destino mi dice di vedere un filmetto su cui però non riesco nell'intento di scrivere un pezzo sufficientemente degno di interesse.

Per rendere quindi questo post un po' più brioso di quello che potrebbe essere, commenterò il film odierno per 4 volte consecutive e in tutte le volte eviterò l'utilizzo di un diverso simbolo.

Non so se si vede che mi sto esibendo in evoluzioni linguistiche piuttosto contorte: questo perché sono nel primo segmento del post e non mi sto servendo del simbolo che precede "b".

Niente più indugi: si inizi orsù!
Il filmetto che vi propongo oggi è "Non è vero eppure ci credo". Il titolo non è proprio questo, il termine in corsivo sostituisce uno differente il cui senso è simile. Comunque il titolo sottintende l'oroscopo.

Il film ci descrive le vicende di due uomini, piuttosto perdigiorno, che spendono i soldi delle loro superefficienti e cerberesche mogli in progetti inverosimili di nessun successo. Un giorno, essi conoscono un individuo che possiede un posto dove ci si nutre solo con cibo non richiedente in modo diretto l'uccisione delle bestie. In breve: un posto che offre solo un menù veggie.

Questo individuo dice di percepire molti soldi per merito di questo posto veggie e quindi i due uomini decidono di mettere in piedi pure loro un esercizio con gli stessi elementi distintivi. I due ingenui non si rendono conto che il posto veggie del loro conoscente è un covo dove si vendono droghe ed è questo smercio che rende ricco il suddetto conoscente, non il cibo.

Comunque, i due ingenui uomini mettono in piedi l'esercizio veggie che invero non riscuote nessun successo. Pochissimi clienti e quindi pochissimi soldi in ingresso, con in più le mogli furenti che, come ciminiere, emettono fumo collerico.

I due uomini ritengono che se ci fosse chi scrive loro un'eccellente recensione, il loro esercizio veggie otterrebbe notevole promozione e quindi i clienti giungerebbero in numero enorme.

C'è un noto critico che potrebbe nutrirsi presso di loro e poi scrivere l'eccellente recensione, però codesto critico nutre odio profondo per il tipo di menù che i due uomini propongono. Come risolvere difendendo i propri principi? Semplice: con ingredienti dell'orto si deve produrre cibo che sembri vitello, pollo, suino ecc. e lo si deve poi cuocere nel modo opportuno per confondere e circuire così il critico.

Incredibile eppur vero: l'invenzione ottiene il successo voluto. Il critico crede di nutrirsi di bestie e invece così non è. Scrive l'eccellente recensione e l'esercizio dei due individui si riempie di gente. Gente che crede di nutrirsi di costolette e conigli e invece ingerisce prodotti di orto. Però sorgono imprevisti: un gruppo pro-bestie vorrebbe che l'esercizio chiudesse, mentre il critico infine scopre l'imbroglio. Non temete: il lieto fine c'è ed è vicino.

Il filmetto secondo me è piuttosto esile e non molto convincente. Il ritmo è un po' smorto e lento; tutto in genere non è molto fluido. Il sottofondo sonoro è poco presente e questo silenzio non può che mettere in rilievo il difetto ritmico, in un film comico poi.

I due interpreti, Nunzio e P. (il cui nome non posso scrivere), sono secondo me poco filmici e poco comici. Non sono né buffi, né divertenti e nemmeno intensi, tò. Li vedo più come scrittori e inventori di storie e motti di spirito, più che non sullo schermo.

Comunque trovo e sottolineo un elemento positivo in questo film: il proporre e suggerire il pensiero veggie come modo etico e diverso di nutrirsi sfuggendo però le critiche e prese di posizione violente nei confronti di chi si nutre di bestie. Un consiglio del tutto indulgente.

Bene, redigere questo scritto è molto difficoltoso ed è giunto il momento di scrivere il segmento successivo dove non userò il simbolo "e".

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Oh, qual gioia, qual giocondità adoprar di nuovo la "a". OK, ripartiamo!

Stavolta non scrivo il titolo: troppi simboli proibiti! Lo modifico? Lo parafraso? Ok, parafraso il titolo in "Falso, ma io ci casco". Qualcosa di più falso di un oroscopo? Non so, ma in molti ci cascano. Ma ora via con la storia!

Una coppia di amici - un po' fannulloni, via - dotata di mogli poco dolci ma con gran abilità di far soldi, prova di continuo ad avviar improbabili attività dagli scarsi profitti. Un giorno, gli amici conoscono un tizio, tal Armando, capo di una trattoria i cui piatti sono fatti solo con uova o formaggi o ortaggi. Armando millanta grandi guadagni con la trattoria, così gli amici, ispirati, aprono una loro trattoria con piatti privi di cibi fatti con animali.

Ma i guadagni di Armando non sono proprio dovuti alla trattoria, ma allo spaccio di droga a cui la trattoria fa da facciata. Gli amici ignorano la cosa, quindi si stupiscono quando notano la scarsa attrattiva prodotta dalla loro trattoria sui consumatori. Tavoli vuoti, afflusso scarso, mogli irascibili schiumanti di rabbia...la coppia di amici ha i suoi grattacapi.

Gli amici si dicono:"Una buona pubblicità ci aiuta di sicuro. Chiamiamo a cibarsi da noi un critico culinario famoso. Sarà così soddisfatto da pubblicar un articolo positivo sulla nostra trattoria." 
Difficoltà in vista: il famoso critico ama cibarsi solo di carnazza, non di ortaggi o formaggi. In qual modo sormontar l'ostacolo salvaguardando i propri principi? In facil guisa: camuffando con abilità la soia da carnazza. Il critico non capirà la disuguaglianza.

Strano ma non falso, il critico ci casca! Convinto dal cibo, pubblica un articolo straordinario, così la trattoria ha il boom di consumatori. Tutti scambiano la soia con la carnazza, non hanno dubbi su cosa stanno mangiando. Ma subito nascono difficoltà: un gruppo di animalisti tuona contro la trattoria. Bisogna sigillarla! 

Ancora: il critico individua il raggiro minacciando una pubblica accusa. In qual modo gli amici potranno uscir in gloria? Riusciranno a cantar vittoria? Riusciranno, riusciranno.

Il film non mi ha proprio convinto, manca di ritmo, di fluidità. L'ho trovato un po' fiacco, poco incisivo. Ho trovato lacunosa la colonna sonora; ciò ha smorzato il ritmo ancor di più.

Ho trovato gli attori un po' impacciati, non naturali. I protagonisti principali, Nunzio con Paolo, mi son parsi poco attori, poco comici. Non li ho trovati buffi, o spassosi o profondi. Un po' anonimi, in qualità di attori da film. Li trovo più indicati in qualità di autori di gag o racconti (da film).

Ma voglio rimarcar una cosa positiva: il film comunica la filosofia sulla possibilità di non nutrirsi di animali (filosofia su cui sono d'accordo). Non critica chi fa in un altro modo, ma mostra, consigliando con tranquillità, un'altra modalità con cui cibarsi.

Passiamo ora a un altro tratto di articolo, privato stavolta di "i".

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Ecco qua, sarà meno penoso elaborare questa parte? Staremo a vedere, ma non credo. Posso almeno esporre le parole sul poster, operando un leggero emendamento dallo stampo romanesco:"Non è vero ma ce credo". Bello, no? D'altronde molte persone credono all'oroscopo, ma non per questo l'oroscopo è una cosa vera.

La trama è la seguente: Paolo, col compare N., trascorre le annate abbozzando, senza successo, un progetto dopo l'altro. Fa tutto quanto col denaro della consorte manager, brava nel guadagnare euro. Anche la consorte del compare N., che è un'avvocatessa, è operosa e valente nel far denaro. Per farla breve, Paolo e N. sono due che perdono tempo e denaro progettando cose molto strampalate.

Ma tutto sembra prendere un altro corso quando Paolo e N. conoscono Armando, che ha un locale che offre menu prevalentemente vegetale. Questo menu consente anche qualche uovo e qualche formaggetto. Armando vanta una grande opulenza: questo locale dal menù prevalentemente vegetale rende una fortuna! Allora Paolo e N. esclamano:"Avremo un nostro locale vegetale e faremo denaro a palate!"
Paolo e N. non sanno che Armando vende droga, nel suo locale vegetale, che è dunque solo un mascheramento per un cosa affatto legale.

Aperto dunque questo locale vegetale, Paolo e N. presto vedono che le cose non vanno come dovrebbero: poca gente, denaro scarso e oltretutto le loro compagne danarose e sdegnate sbuffano fumo da qualunque poro!



Paolo e N. pensano a come ottenere una certa reclame e hanno una grande trovata: se un certo famoso commentatore esperto verrà a gustare un pasto presso la loro taverna e ne sarà contento, forse potrà comporre un post da mettere sul suo blog e regalare loro notevole clamore. Ma c'è un problema: questo famoso commentatore nonché recensore ama solo la carne e dunque nessun menu vegetale può essere portato al suo desco.

Come superare questo grave problema senza abbandonare le loro credenze? Paolo e N. trovano un modo per elaborare e cuocere un certo baccello facendolo sembrare carne e, stranamente, ce la fanno davvero a gabbare questo famoso recensore che magna con gran gusto codesto legume confondendolo con carne.

Codesto recensore fa un post dove usa parole stupende per parlare del locale vegetale posseduto da Paolo e N. Grande successo: tutte le sere, la gente fa a botte per magnare quella che crede essere carne. Non sanno che c'è un portentoso legume mutaforma adatto per qualunque trattamento! Comunque, nonostante un gran successo, le seccature non tardano a far comparsa sulla scena: un gruppo pro-creature non umane vuole far serrare la taverna vegetale e pure quel famoso recensore scopre la truffa e urla allo scandalo. 


Ma Paolo e N. sapranno far fronte a queste seccature ottenendo grande successo. 

Ho trovato quest'opera un po' slavata e spenta, poco allegra o effervescente.  Le performance del cast sono poco buffe e mancano della cadenza adatta a un'opera del genere opposto al dramma, secondo me certo. C'è poca colonna sonora che avrebbe potuto nascondere un po' certe pecche. Penso che Paolo e N. dovrebbero fare soprattutto opera legata alla stesura delle battute e delle trame, apparendo meno sullo schermo. Senza offesa!

Ma c'è una cosa buona e favorevole dentro quest'opera e sopra la quale bramo mettere l'accento: potete magnare bene anche senza creature non umane sul tavolo e questo ha una valenza morale e salutare. Questo concetto, che personalmente sposo, è proposto pacatamente, senza attaccare coloro che hanno un altro parere. 

E ora concludo anche questa terza parte e procedo verso la quarta, dove non userò la "o".

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Qui c'è il difficile, state certi. Già si deve evitare la scritta sull'immagine che presenta il film. La parafraserei in tal maniera:"Credere alle cazzate". Vale a dire, credere ai presagi degli astri: più cacchiata di questa. (Mica vi sentirete ingiuriati se ci credete. Credete pure nelle idee che desiderate!) Si inizi dai, che vien tardi!

P. passa gli anni ad avviare imprese fallimentari grazie ai quattrini della sua partner, abile manager e femmina decisamente agguerrita. N. fa uguale. Un bel dì, P. si imbatte in un tale che dichiara di avere quattrini a palate grazie alla sua taverna vegetariana. Anche N. naturalmente si imbatte in quel tale. 

P ha un'idea e dice a N:"Apri insieme a me una taverna vegetariana! La ricchezza è assicurata!" In verità, quel tale di qualche riga fa, ha parecchi quattrini grazie alla vendita di stupefacenti, di cui la taverna è unicamente una facciata. Ma P. mica sa di questa faccenda e neanche N.

P. apre la taverna insieme a N. ma si stupisce per la mancanza di clienti. Scarsi denari in entrata e in più, partner arrabbiatissime dalle narici fumanti. 

N. ha un'idea: e se venisse a mangiare alla taverna una celebrità esperta di piatti e vivande, di pietanze e manicaretti e scrivesse qualche riga che esaltasse la suddetta taverna? Sai la pubblicità che ne deriverebbe? Sai quanti clienti paganti? Tanti.


Ma c'è una barriera da superare: questa celebrità disprezza le pietanze vegetariane e desidera invece unicamente i piatti a base di carne. Che fare, anche per rimanere fedeli ai principi? Facile: basta tramutare sapientemente un legume in carne e la celebrità ne sarà deliziata e mai penserà di mangiare cibi per nulla animaleschi. 

Incredibile, l'idea riesce: la celebrità ci casca e apprezza le pietanze della taverna, senza mai immaginare qual è il reale ingrediente delle vivande. La celebrità scrive pubblicamente belle frasi e la fama della taverna sale alle stelle. Tutte le sere c'è una gran quantità di clienti. E ciascun cliente pensa di mangiare carne, mica legumi!

Ma mica finisce in tal facile guisa: un insieme di animalisti grida all'indecenza e pure la celebrità alla fine capisce la truffa. P. è nei guai e N. insieme a lui. Ma una lieta fine sta per arrivare...

Direi che il film è carente di fluidità e della ritmica tipica dei film da ridere. Mi sembra che manchi l'allegria e la frizzantezza e che l'attività degli interpreti manchi di naturalezza. Si sente che manca la musica, una sua presenza più intensa sarebbe stata gradita e i difetti del film magari sminuiti. Mi permetterei di dire che P. sembrerebbe rendere più efficamente in veste creativa più che intepretativa. Questa mia stupida idea vale anche per N.

Ma mi piacerebbe spendere qualche frase per evidenziare un'idea valida del film: mangiare bene senza animali nei cibi si fa tranquillamente ed è sia una faccenda etica che salutare. Questa idea è stata data in maniera pacata, senza criticare chi la pensa e agisce differentemente.

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Ho sudato tutte le camicie possibili e sono neuronicamente esausta. Spero si sia capito qualcosa di quello che ho scritto e se vi è piaciuto, potete leggervi un altro post del genere che avevo fatto due anni fa. Se trovate lettere che stanno nella sezione in cui non dovrebbero stare, segnalatemelo pure. E se per caso vi chiedete perché non ho scritto una quinta parte senza la lettera "u", la risposta è che le parole con le "u" sono poche ed è facile scrivere senza usarle.

martedì 7 maggio 2019

Americani all'estero

E' piuttosto interessante vedere come gli americani rappresentano, filmano e descrivono le nazioni estere in cui vanno a fare film. Ho preso oggi in esame un filmettino americano ambientato in Italia. Un film romantico, perché questo genere di film macina luoghi comuni più di quanto un mulino macini grano.

Il filmetto si intitola Letters to Juliet e ha come protagonista principale una imbambolata Amanda Seyfried che fa uno di quei lavori più o meno romantici tipici delle redazioni dei giornali. Precisamente fa la "fact checker", ma mica controlla la veridicità delle sparate dei politici, oppure se veramente la luna diventa blu una volta ogni 19 anni e quindi se è il caso di mettere sul giornale una foto dove il nostro satellite è color puffo. O al limite, potrebbe controllare se davvero dopo il concerto di Vasco a Modena Park sono stati rinvenuti sex toys e pannoloni.

No, niente di tutto questo. Siccome siamo in un film romantico, la nostra protagonista verifica cose romantiche. Ad esempio: il bacio tra il marinaio e l'infermiera a Times Square, per festeggiare la fine della seconda guerra mondiale e immortalato da quella famosissima foto...era vero oppure inscenato? È una cosa che tutti si chiedono continuamente, in effetti.

La nostra Amanda è fidanzata con uno chef (Gael Garcia Bernal) che sta per aprire un ristorante. Cosa c'è di più romantico di uno chef che ti conquista con spezie e aromi, intingoli e timballi, risotti e dolcetti? Cosa c'è di più affascinante di uno chef che, invece di aiutare gli operai a finire di ristrutturare il ristorante, ti accoglie nelle sue cucine ancora in lavorazione, ma piene di linguine penzolanti fatte con le sue manine sante? Apparentemente niente, ma stiamo a vedere.

I due piccioncini sono molto emozionati perché stanno per partire per una pre-luna-di-miele che avverrà nientepopodimenoche nella città dell'amore e cioè Verona. Devo dire che non lo sapevo che era Verona la città dell'amore. Pensavo fosse Venezia, o al limite, Parigi. Certo, a Verona c'erano Giulietta e Romeo, ma quei due avevano una storia d'amore dal così alto tasso di tragedia che sinceramente se la possono pure tenere.

Comunque, i due arrivano a Verona e lui è gasato a mille perché l'Italia è la patria del buon cibo e lui ha preso tutta una serie di appuntamenti con i fornitori del suo futuro ristorante per andare ad assaggiare tutti i prodotti tipici della zona.

I due affittano una macchina che non può essere altro se non una 500 (quella nuova, eh) e partono in direzione di un'azienda vinicola. La colonna sonora ci propone una musica tipo tarantella, con il mandolino, dallo stile più meridionale che veronese. Però la musica si intitola "Chianti Country". Vabbè, Chianti, Verona, mandolino, pizza checcefrega, siamo sempre in Italia.

I due fidanzati bevono vino e magnano pane e olio. Lui è gasatissimo, sembra veramente che abbia preso degli eccitanti perché si contorce, si agita, esterna al massimo grado la sua soddisfazione e come un invasato decanta le proprietà organolettiche dei prodotti italici. Vanno ad assaggiare un formaggio e lui comincia ad avere un delirium tremens dall'emozione. Poi dichiara che vorrebbe essere un topo. La fidanzata lo guarda perplessa.

"SQUIIIIIIIIIIIIT!!!!"

Dopo il formaggio, lui vuole andare in un bosco situato a 120km, dove ci sono dei tartufi straordinari. Lei dice che non ha voglia di farsi tutta quella strada per andare a vedere un fungo. Lui reprime a stento le convulsioni al sentire lei definire "fungo" il tartufo, comunque acconsente a non andare, basta che lei non dica ancora la parola "fungo".

Poi, da ridere quando lei fa notare che 120km sono un po' tanti e lui le risponde dicendo che i km non sono come le miglia. Appunto, se fossero state 120 miglia, la distanza sarebbe stata minore!  EDIT: Ho scritto una cacchiata. Grazie della correzione a Emanuele Di Giuseppe!


Tornati a Verona, lei va a passeggio per le vie attirando l'attenzione dei maschietti italiani che le gridano:"Ehi, americana!" Poi giunge nel cortile di Giulietta dove le molte persone lì presenti fanno una delle seguenti due attività: scrivere disperate lettere d'amore oppure toccare le tette della statua di Giulietta facendosi fare una foto. Quelle che scrivono sono disperate, quelli che toccano no.

C'è una ragazza che piange affranta e dice (in italiano anche nell'originale) alla protagonista:"Ho paura, ho paura di non riuscire a vivere senza di lui!" e se ne va, sempre piangendo come una fontana. Ma dal modo in cui si muove e recita, sembra uscita da un film horror. Potrebbe tranquillamente dire: "Non aprire quella porta! Vedo la gente morta!"

Comunque, dopo un po', arriva nel cortile Luisa Ranieri dotata di cestino nel quale ripone tutte le lettere che le donne disperate e innamorate hanno scritto e poi appiccicato sul muro sotto il balcone di Giulietta. Seguendo la Luisa, la nostra protagonista scopre e conosce un gruppo di donne che si definiscono "segretarie di Giulietta" e che rispondono a tutte le lettere che vengono depositate nel cortile.

Ho fatto una ricerca e ho scoperto che queste segretarie esistono davvero e chiunque può unirsi al gruppo. Visitando il loro sito Juliet Club, si scopre che presso di loro si può fare perfino degli stage riconosciuti dalle università o dalle istituzioni scolastiche! Una cosa del genere non l'avrei mai immaginata.

Tornata in albergo, la nostra protagonista racconta al fidanzato di queste segretarie ma lui la ascolta con lo stesso interesse che potrei avere io a sentir parlare di macroeconomia alle tre di notte. Improvvisamente lui si anima: sente un profumo provenire da un cartoccio al cui interno c'è un pasticcino. Mangia il dolcetto e inizia ad avere un mezzo orgasmo gustativo, emette suoni gutturali tra i quali si percepisce a stento:"That's incredible, that's incredible!"

Lui vuole conoscere assolutamente la cuoca autrice di codesto dolcetto, la quale accetta di insegnargli delle ricette, in particolare quella del risotto all'amarone. Menomale che non era la ricetta delle fettuccine Alfredo. Nel frattempo la fidanzata può stare con le segretarie.

Insomma qua è chiaro che non può essere lui il principe azzurro della nostra protagonista: questo chef dimostra troppo interesse per l'arte culinaria e troppo poco per lei. Non perde occasione per sganciarsi dalla fidanzata, addirittura scova un'asta di vini a Livorno dove rimanere per qualche giorno. Senza di lei, ovviamente, perché è già tanto trovare un biglietto, due sarebbe impossibile.

Vediamo un po' se da qualche parte c'è una fiera culinaria dove andare
senza quella noiosa della mia fidanzata

Qua siamo a mezz'ora di film e non si vedono altri possibili candidati maschili. Tagliando corto la trama, la nostra protagonista trova sotto un mattone del muro di Giulietta una lettera scritta cinquant'anni prima da una ragazza inglese che si era innamorata di un italiano ma che per non dispiacere alla famiglia se ne era tornata in Inghilterra. La protagonista decide di rispondere a quella lettera e una settimana dopo irrompe nello studio delle segretarie un belloccio inglese.

Eccolo qua, il nostro principe azzurro, che già dopo due minuti di presenza dimostra di essere di un acidino insopportabile. È tutto imbizzarrito perché a causa della lettera scritta da lei, gli è toccato venire in Italia ad accompagnare la nonna che vuole ritrovare il suo amore di gioventù. Un protagonista maschile che più parla e più si rende antipatico. Più lo guardavo e più mi assomigliava fisicamente a Biff di "Ritorno al futuro".

Insomma, la protagonista, Biff e la nonna (una splendida Vanessa Redgrave) partono alla ricerca di questo antico innamorato di cui sanno solo il nome e che abita in Toscana. Quindi ciao Verona, ciao città dell'amore, ciao Giulietta, è stato bello ma noi ora si va in Toscana che fa più figo. E almeno adesso, se parte la musica "Chianti Country" ci sarà un senso.

E infatti, peregrinando tra le colline toscane stavolta a bordo di una Lancia, ci becchiamo prima una canzone degli 883, poi una versione moderna di "Quando quando quando", una canzone di Malika Ayane, una di Caterina Caselli e poi di nuovo gli immancabili mandolini del Chianti.

Gli omonimi dell'antico innamorato sono parecchi, quindi prima di trovare quello giusto, il terzetto incontra tutta una serie di personaggi che tengono fede alla fama dell'uomo italico che è sempre in qualche modo appassionato, galante, piacione, ammiccante. Tranne quando fa il gesto del dito medio (accade in un caso).

Tra i vari omonimi, troviamo brevemente Fabio Testi, inquadrato sempre di spalle (avevo perfino il dubbio che fosse lui) e pure il compianto Angelo Infanti alias Manuel Fantoni di Borotalco, in una scena in cui, mentre fa il galante, muove un pezzo degli scacchi. E questo lo dico a beneficio del blog scacchistico CitaScacchi del multisciente Lucius Etruscus.

Durante il viaggio scopriamo che Biff è orfano, fa l'avvocato però ha un cuore tenero dal momento che fa delle attività legali pro bono, a beneficio di poveri e indifesi. Insomma, devono pur in qualche modo confezionarcelo in modo che, tra un bicchier di vino e un cono gelato, sia verosimile che la protagonista si innamori di lui.
Per me, Biff era e Biff rimane.

Insomma da qui in avanti, niente di che, tutto procede come deve procedere. La nonna trova l'antico amore, interpretato da Franco Neri, marito della Redgrave nella vita reale. L'amora trionfa per tutti, in tutti i luoghi, in tutti laghi e in tutti i balconi.

Filmetto niente di che, in un'Italia da cartolina, ma ci sta anche. In fondo l'Italia è anche da cartolina. Il risultato è comunque naturale non come, ad esempio, in To Rome With Love di Woody Allen dove tutto era forzato e pure un po' anacronistico.
I due innamorati sinceramente non mi hanno ispirato granché. Molto meglio la Redgrave la cui presenza scenica è piuttosto potente.
Comunque, nel film si sente parlare italiano più di quanto mi aspettassi.

Ma cosa sto facendo ancora qui? Ora scappo che devo salire sulla 500, mettere su la musica del Chianti e magari vado a cercare quel famoso fungo che si gratta sulla pasta!

"NON - CHIAMARLO - FUNGO!!!!"