Locandina che sembra la copertina di un giornale di programmi TV |
Invece, fortunatamente il film non ha niente a che spartire con prodotti del genere ed è anzi una gradevole commedia con qualche spunto di riflessione.
La Cortellesi interpreta Serena Bruno, un architetto abruzzese che, dopo aver lavorato con gran successo all'estero, decide di ritornare in Italia pensando di continuare qui la sua brillante carriera. Invece, soprattutto per il fatto di essere donna, non riesce a trovare lavori adatti alle sue competenze.
Un giorno, Serena scopre che c'è un bando di concorso per la riqualifica di un grande complesso edilizio e, nel tempo che le rimane dopo il lavoro come cameriera e fattorina, elabora un progetto da presentare al concorso.
Il giorno della consegna del progetto, Serena arriva davanti alla commissione, ma ancor prima di iniziare a parlare, viene scambiata per la segretaria/assistente di un fantomatico architetto Bruno Serena che, non potendo farlo di persona, ha mandato lei a presentare il lavoro.
Lei è presa alla sprovvista, ma decide di cavalcare l'equivoco pensando che il progetto abbia più possibilità di essere preso in considerazione se ritenuto opera di un uomo. Non aggiungo altro per lasciare allo spettatore il piacere della visione.
Il film è grazioso, ha qualche momento stile fiction (ad esempio la sottotrama riguardante il rapporto tra il personaggio di Bova e suo figlio), ma nel complesso trovo che sia ben fatto. Ammetto che mi piace parecchio il personaggio della Cortellesi perché è molto positivo e propositivo. Rappresenta un po' quelle persone che si danno da fare, che investono tempo ed energie in cose che non è detto che abbiano poi un ritorno pratico. Quelli che dedicano ogni ritaglio di tempo a un progetto in cui credono, oppure quelli che sono disoccupati ma impiegano il loro tempo ad acquisire nuove competenze e che magari sono così coraggiosi da aprire una loro attività, anzichè star lì a cazzeggiare in rete.
La cosa che però mi ha forse più interessato nel film è che la protagonista non si occupa di un generico progetto di architettura, bensì della riqualifica di un complesso edilizio realmente esistente e per cui all'epoca del film era stato indetto davvero un bando di concorso. Il complesso in questione è il Corviale. Ora, probabilmente sono io che vivo nel paese delle fate, però confesso che non sapevo dell'esistenza di questa struttura che - leggo su Wikipedia - è stata costruita qualche decennio fa ed è pure apparsa in diversi film.