Eccomi qua, di ritorno da una tournée trionfale in tutta l'Europa, l'Oceania e la Polinesia del Sud. Dopo avere affrontato influenze, pc rotti, ansie, cavallette, cimici della soia eccetera eccetera, eccomi qua: riprendo possesso del blog con la prima puntata della rubrica dedicata alla casualità.
Fortunatamente, il sorteggio che ho eseguito mi ha evitato la visione di cinepattoni e soprattutto di pattume di stampo tronista e invece mi ha fatto beccare - udite, udite - un film d'autore e per giunta italiano e per giunta fiorentino.
Ecco, spero che adesso non pensiate a Pieraccioni anche perchè, verrebbe mai in mente a qualcuno di definire uno dei suoi film un film d'autore? Direi di no.
L'autore di codesto film misterioso è sì italiano, ma ha lavorato in larga parte in produzioni di stampo internazionale e nei suoi film sono apparsi parecchi dive e divi stranieri, ad esempio Elizabeth Taylor e il suo consorte Richard Burton, il sommo Alec Guinness, Mel Gibson, Philippe Noiret, Brooke Shields, Faye Dunaway, Anna Paquin e via avanti.
Anche in questo film troviamo mucchi di grandi nomi, che sembra quasi di leggere la lista degli invitati alla notte degli Oscar. Ne cito subito qualcuno: Maggie Smith, Judy Dench, Lily Tomlin, Joan Plowright e perfino la diva delle dive: Cher.
A questo punto credo che abbiate pochi dubbi e avrete senz'altro capito che il film è di Zeffirelli Franco e il titolo è Un tè con Mussolini (1999).
La trama del film è parzialmente autobiografica perché è ispirata all'infanzia e alla prima giovinezza dello stesso Zeffirelli, durante gli anni della seconda guerra mondiale. Zeffirelli bambino (che però nel film si chiama Luca perché volutamente non c'è una perfetta corrispondenza tra la realtà e il film) viene in pratica allevato da un gruppo di signore inglesi che hanno scelto la Toscana - e Firenze in particolare - come patria d'elezione, per via della cultura e dell'arte che vi si respira.
Tra queste donne c'è anche una ricchissima americana, che naturalmente è Cher, che dà un aiuto economico al giovane Zeffirelli e lo introduce all'arte, dal momento che lei ne è molto appassionata e ha pure i mezzi per poter collezionare le opere dei pittori più famosi.
Un'altra del gruppo di queste donne (Maggie Smith) è una fan di Mussolini e vede in lui una sorta di novello imperatore romano. Tanta è la sua ammirazione che riesce persino a incontrarlo e a bersi un tè con lui, inondandolo di complimenti e stima imperitura. Lui promette di provvedere personalmente a che il gruppo delle signore inglesi non venga minimamente disturbato dagli accadimenti bellici. Si può fidarsi di tale promessa? Macché.
Il duce se ne strafrega assai delle siore inglesi la cui libertà viene sempre meno col passare del tempo e in particolare allo scoppio della guerra tra Italia e Inghilterra, quando poi le donne vengono trasferite in una scuola abbandonata a San Gimignano.
Detto tutto questo, a me sto film non mi sa né di carne né di pesce, non è né commedia né drammone. Non si può dire che sia fatto male ma se si allungava giusto un attimo, lo si poteva piazzare tranquillamente in prima serata su Raiuno come sceneggiato in due o tre puntate. E gli sceneggiati - di solito - non è che siano poi queste grandissime opere imperdibili. Te li guardi magari mentre leggi il giornale, fai la calza, giochi a Tetris. Non occorre che ci dedichi tutta l'attenzione.
Gli sceneggiati ti raccontano una storia in modo lineare, senza guizzi, senza stranezze, senza visioni registiche di un qualche tipo e questo film mi pare in linea con questo stile. L'idea di narrare il periodo bellico italiano da un punto di vista straniero poteva anche essere interessante, ma mi pare che Zeffirelli sia rimasto un po' in superficie e il risultato è che ci sono tanti personaggi, tante situazioni, ma niente che mi abbia veramente preso.
Il personaggio di Cher si innamora di uno che finge di amarla e invece pianifica di fregarle il patrimonio e consegnarla ai tedeschi. Quando Cher viene avvisata di questo piano malvagio, lei si rifiuta di crederci e si chiude in camera a piangere come una adolescente. Tutte le donne inglesi cercano di convincerla a fuggire ma lei no, non vuole. Arriva Maggie Smith, che per tutto il film non poteva sopportare la stilosa Cher e nel frattempo si è disillusa su Mussolini, e basta che le dica:"Dai fuggi, ci siamo fidati di uomini che si sono rivelati dei gran bastardi" che Cher fa la valigia in men che non si dica. Tic e tac, pathos pari a zero.
Almeno si fosse messa a cantare Cause I'm strong enough / To live without you / Strong enough and I quit crying. Avrebbe fatto un'uscita di scena migliore. Più frizzante, se non altro.
Nel cast c'è anche Massimo Ghini, nella breve parte dell'assai poco simpatico padre di Zeffi che sgancia sì la grana per mantenere il figlio, ma meno ce l'ha tra i piedi e più è felice. Questo padre è sposato con una donna che non è la madre di Zeffi e c'è una scena in cui Ghini è tutto agitato perché sta arrivando la moglie e non vuole che lei veda il bambino. Beh, sembra che Ghini stia facendo le prove per i futuri cinepanettoni perché ha la stessa recitazione che ha in seguito, in tali film, quando si agita perché la moglie sta per beccarlo con l'amante.
Un'altra cosa poi che non mi piace tanto è il fatto che la maggior parte degli attori è doppiata con voce perfetta e priva di inflessioni, ma ogni tanto spunta fuori qualcuno che parla con accento smaccatamente toscano oppure anche napoletano. Sembra quasi macchiettistico. Allora anche gli inglesi dovrebbero essere doppiati con la loro accentazione.
Bene, direi che su questa pellicola non ho altro da aggiungere se non che c'è una curiosa coincidenza che fa di questo film il degno iniziatore di codesta rubrica: il personaggio di Maggie Smith si chiama Lady Hester Random!
Beh, come primo sorteggio non ti è andato poi così male a quanto pare, perlomeno leggendo ciò che ne scrivi Il film non l'ho visto e probabilmente riuscirò a sopravvivere anche continuando ad ignorarlo (così come ignoro in toto il suo regista, anche per via di antichi dissapori calcistici).
RispondiEliminaBah insomma, mi ricordo di quando il film era uscito e non ho mai avuto il desiderio di vederlo e se non mi fosse uscito non lo avrei neanche mai visto.
EliminaCredo comunque che lo stile del regista penda molto dal lato estetico, credo anche per via dei suoi lavori sulle opere teatrali.
Insomma, dalla tua recensione la cosa più divertente sembra proprio la curiosa casualità della signorina Hester Random ahahaha
RispondiEliminaPerò dai, poteva andare peggio! E io che con il mio occhio di falco avevo quasi scambiato la signora a capotavola con la Signora in Giallo! Ahahahaha Dai, un po' ci somiglia!
Ahaha, beh non ci sarebbe stata male anche la Fletcher nel mucchio, anzi magari se ci fosse stata una svolta gialla, forse il tutto risultava più avvincente. E invece la signora al centro è proprio lei: Maggie Smith aka Random Lady!
EliminaBe', poteva andarti decisamente peggio :-P
RispondiEliminaSono abbastanza sicuro d'aver visto questo film al suo primo passaggio televisivo, circa, però non ricordo altro se non il nome e il grande cast. Di sicuro il Zeffirelli maturo ha raggiunto grandi vette di anonimità, e infatti vengono sempre citati i suoi film anni Settanta perché dopo ha fatto ben poco che meriti di essere citato :-P
Sì poteva, ma speravo di avere materiale più adatto per farci un post.
EliminaPiù del nome e grande cast non ti potevi ricordare niente, infatti.
Ti è andata di lusso direi!
RispondiEliminaPoteva andare peggio, ma il film non l'ho mai visto proprio perché avevo la sensazione che fosse come poi ho verificato che fosse. E non mi ha mai attirato. Speravo di essere piacevolmente sorpresa.
EliminaAspetta, questo me lo ricordo come uno dei film più belli di quando il cinema si preparava al suo commiato dagli spettatori esigenti.
RispondiEliminaCerto, Zeffirelli era un esteta, i tempi erano quelli, il ritmo non era contemplato. Mi manca un certo tipo di cinema. Ormai questo è puro essai.
Veramente ti è piaciuto? Mah, il film è curato dal punto di vista estetico ma al tempo stesso non ha quel tipo di impatto visivo che, al limite, se proprio la storia non ti coinvolge, almeno ti guardi le belle immagini. E infatti non lo trovo nemmeno datato (e nemmeno lento), ma è proprio al livello di sceneggiato tv, magari di quelli storici che sono comunque piuttosto curati come costumi, scene e anche come fotografia non sono per niente brutti, ma non hanno neanche quell'impatto che ti colpisce. (ovvio che parlo per me e i miei gusti). Secondo me il film si colloca in quella zona media, senza infamia e senza lode. Anche a me manca un certo tipo di cinema, di quel periodo e anche anteriore, ma questo, personalmente, non lo metto in quel mucchio! Sorry. :(
EliminaMi accodo ai commenti qui sopra: poteva andare peggio (ma anche meglio)😉...
RispondiEliminaAnche a me non aveva convinto e in generale Zeffirelli non mi entusiasma.
Un film che ha qualche buono spunto ma complessivamente insufficiente...
E' come se fosse rimasto troppo in superficie, non avesse davvero scavato, e sì che il materiale c'era. Guarda penso che mi leggerò la sua autobiografia, forse sarà più interessante.
EliminaNon è proprio con questo film che Cher ha vinto l'Oscar?
RispondiEliminaNo no, l'ha vinto per Stregata dalla luna. Quello sì che è un bel film.
EliminaQuello lo ricordo con piacere, all'epoca mi è piaciuto, col giovane Nicolas Cage :-P
EliminaQuando Cage ancora non era votato all'azione di tutti i tipi e lettere!
EliminaEra un film ben fatto e divertente, mi ricordo il vecchio coi cani..
Sappi che i direttori dei palinsesti TV ora non "spiano" solo il mio blog, ma anche il tuo: stasera, su Cielo alle 21.20, fanno "Stregata dalla Luna"! :-D
EliminaOcchio ai film che proponi, quindi, perché potrebbero tornare in TV :-P
Ahahah, veramente?? E proprio su Cielo! :D Menomale che è quello, bisogna stare veramente all'occhio, devo ricordarmi che se voglio evitare che un brutto film venga trasmesso, lo devo citare indirettamente, senza titolo...sperando che la tattica funzioni!
EliminaNon amo Zeffirelli, sul tema di Mussolini e le donne mi era invece piaciuto "Vincere" (Marco Bellocchio, 2008) che racconta la storia del suo amore con Ida Irene Dalser. Finita la relazione, viene rinchiuso in manicomio prima il figlio nato da quella relazione, e poi anche Ida.
RispondiEliminaDevo dire che quando guardo film sul fascismo e sul duce mi viene sempre un certo nervosismo nonché fastidio. Nel film che citi poi c'è anche quella storia personale veramente triste.
EliminaDi Zeffirelli mi ricordo che mi era piaciuto Amleto, ma lo avevo visto al cinema da adolescente e poi mai più e ho come l'impressione che oggi non mi piacerebbe tanto.
Ehi, grazie di aver fatto un salto nel mio blog , grazie davvero !
RispondiEliminaAnche a me piacciono molto i film , specialmente Thriller e noir.
Ti aspetto al varco, quando ne pescherai uno del genere.
Cristiana
Grazie a te e non temere che ritornerò! Quell'episodio dei pomodori piccanti era troppo divertente. Anche nel mio orto ci sono, non avrei fatto l'errore dei tedeschi! :D
EliminaSperiamo di beccare un thriller o noir, anche a me piacciono, soprattutto quelli vecchi in bianco e nero.
Stupendo l'accostamento tra calza e Tetris 😂
RispondiEliminaSulla scena con Ghini ho pensato la stessa cosa ancora prima di leggere la tua riflessione 😁
Ahaha, peccato che non si riesca a fare la calza e giocare a Tetris insieme.
RispondiEliminaAh, ma allora il film lo hai visto anche tu oppure appena hai letto Ghini ti è venuta in mente la cosa?
Mi sono spiegato male.
EliminaNon ho visto il film ma leggendo la descrizione della scena, sono arrivato alla tua stessa conclusione. Poi ho letto il pezzo dopo, in cui lo paragoni ai suoi personaggi dei cinepanettoni e mi sono detto "ahahah ho pensato la stessa cosa".
Spero tu abbia capito stavolta perché io rileggendomi ci ho capito meno di prima 😆
Mi era venuto il dubbio, in effetti, ma poi non era sicura, magari il film lo avevi intercettato in qualche momento della vita.
EliminaGhini mi sa che si è appiccicato addosso un'etichetta di cinepanettonegrafaro che difficilmente si scrolla.