venerdì 20 gennaio 2017

Mr Holmes - Il mistero del caso irrisolto

Sherlock Holmes, ultranovantenne, vive in un bel cottage nella campagna inglese. Ha da tempo abbandonato la carriera di investigatore e si dedica con passione all'apicoltura.

Ha però intenzione di scrivere il racconto del suo ultimo caso, il caso che lo ha spinto ad abbandonare l'investigazione e che Watson non ha narrato nel modo giusto.

Il problema è che la memoria di Holmes non funziona a dovere e l'anziano uomo fa molta fatica a rammentare come sono andate le cose, 35 anni prima.

Holmes cerca di stimolare la memoria con la pappa reale e con un tipo di pepe giapponese che pare abbia delle proprietà curative anche per le malattie senili degenerative.

La storia viene raccontata usando tre piani narrativi.
Il primo è quello che mostra l'Holmes anziano nel suo cottage dove vive con una governante e con il figlio di lei, un ragazzetto di 8/10 anni molto affascinato da Holmes e che grazie al vecchio si appassiona alla cura delle api.

Il secondo piano narrativo racconta del viaggio di Holmes in Giappone, dove incontra un uomo col quale aveva precedentemente avuto uno scambio di corrispondenza e che lo porta in un posto dove cresce il pepe curativo.
Che poi, il posto in cui prendono il pepe è a Hiroshima e la bomba è da poco esplosa. Già questo non mi fa pensare al posto più salutare dell'universo. Per giunta loro raccolgono questo pepe in un posto dove ci sono praticamente solo ceneri, il pepe è l'unica pianta vivente. Non riesco a immaginare il livello di radioattività che deve avere questa pianta. Altro che polveri sottili. Io, fossi stata in Sherlock, avrei continuato con la pappa reale.

Il terzo piano narrativo è quello relativo al "caso irrisolto" che Holmes sta cercando di ricordare.

Non è che anche il suo ragno
ha mangiato pepe radioattivo?
La storia viene quindi raccontata alternando ora l'uno, ora l'altro di questi tre piani. Sulle prime l'effetto è un po' dispersivo ma poi l'intreccio inizia a funzionare e ci si trova coinvolti nella faccenda anche perchè sembra che ci sia un mistero in tutte e tre le linee narrative. Ci si chiede se siano misteri distinti o se confluiranno in un unico misterone.

Addirittura, mentre guardavo il film, mi veniva in mente "Memento" e pensavo che sarebbe successo qualcosa di straordinario collegato alla memoria riaffiorante di Holmes, qualcosa di sepolto nei meandri dei ricordi e che sarebbe emerso in maniera inaspettata e plateale!

E invece no. Proprio quando la faccenda si sta facendo interessante, tutto si sgonfia e la storia prende una deriva sentimentale.


E qui io faccio una domanda: perchè come personaggio principale è stato preso Sherlock Holmes, il re degli investigatori, se poi non lo si fa investigare? In definitiva, in questo film, indagini vere e proprie non ce ne sono e i misteri si rivelano essere non così tanto misteriosi. Il personaggio poteva essere un qualsiasi uomo anziano che ripensa alla propria vita, non doveva essere per forza Holmes.

Il problema infatti non è mettere l'accento sull'aspetto emotivo di Sherlock, come se fosse una cosa particolarmente strana, poi. Il problema è attribuire a Holmes sentimenti che non sono in linea con il personaggio come lo ha creato Conan Doyle.

Solitamente, quando si pensa a Sherlock Holmes, si tende a pensare a lui come a un freddo robot tutto logica e ragione ma io penso che tale etichetta sia un po' troppo superficiale. Per carità, lo stesso Conan Doyle ha scritto che Holmes è inumano come una "macchina calcolatrice di Babbage" ma questa cosa viene detta in riferimento alla quasi impossibilità che Holmes si possa innamorare.

Io ritengo invece che Holmes abbia eccome dei sentimenti e che sia anche un passionale. Certo, non è uno che sbandiera le emozioni ai quattro venti ma questo non significa che non ne provi.

Se cerco su Google la parola "passione" e vado nelle immagini, c'è tutto un proliferare di cuori incendiati, amanti più o meno nudi che si contorcono, qualche rosa rossa, un paio di copertine di libri. La copertina di un cd di Bocelli. Dove comunque lui è ritratto con una donna in atteggiamento romantico e ha una rosa rossa in mano.

Jeremy Brett, un grandissimo
interprete di Sherlock Holmes
Continuando a scrollare, le immagini degli amanti iniziano a diradare un pochetto e si intravvedono foto che parlano di passione per il cioccolato, passione per la cucina, passione per il tango. Poi ritorna un altro blocco di amanti avvinghiati ma si affacciano banner che inneggiano alla passione per la montagna, immagini tratte dal film "La passione di Cristo", qualche logo di partito politico. Comunque, eccezion fatta per gli amanti, le immagini legate al cibo vanno per la maggiore.

Se invece digito "passion", prima di trovare una foto di amanti devo scrollare abbondantemente. Tra un po' mi slogo il dito. La maggior parte delle immagini si riferiscono alla passione sul lavoro, sul trovare la propria passione, sul fare quello che si ama. C'è addirittura l'immagine di uno che, a mo' di scarabeo stercorario, spinge verso l'alto un macigno enorme su quella che sembra la faccia di una piramide. Come a dire: la passione smuove montagne.

E' interessante vedere questa differenza tra i risultati in italiano e i risultati in inglese. Mi viene in mente quando a casa mia arrivavano due riviste, una italiana e l'altra americana. Per una strana casualità, una volta, in entrambe le riviste c'era un articolo dedicato all'infedeltà (forse era addirittura l'articolo di copertina). Sulla rivista americana l'articolo era illustrato con delle fedi nuziali spezzate, sulla rivista italiana l'articolo era corredato da donne nude. Sarà che gli americani sono più puritani ma mi sa anche che gli italiani c'hanno il chiodo fisso. Mi stupisco che nei risultati italici della parola "passione" non figuri qualcosa di relativo al calcio. Sesso, cibo e calcio: la triade nazionale sarebbe stata completa.

Vorrei soffermarmi sulla passione intesa come grande interesse verso qualcosa nonchè l'impegno messo nel fare questo qualcosa, anche e soprattutto se comporta sforzi notevoli.

Una persona che si fa una sfacchinata di ore per arrivare in cima a una montagna, oppure, dopo una giornata di lavoro, si mette di notte a scrivere un romanzo (quando sarebbe più facile e comodo buttarsi sul divano a guardare la tv), oppure dedica ore e ore e ore a imparare a suonare uno strumento o a dipingere perché lo fa, se non per passione? 

Ci sono quelli che per passione confezionano vestiti, gioielli, borse, vasi, pipinotti. Quelli che col cilindro di cartone della carta igienica e due graffette ti fanno una portaerei.

Oppure ci sono quelli che collezionano monete o francobolli e sono così interessati all'argomento che sanno anche quanti dentelli ha il francobollo da 1 penny del 1887 stampato sotto il regno della regina Vittoria. Informazioni che di solito non interessano a larga parte della popolazione mondiale. (Invece, per motivi puramente venali, anche i non collezionisti di monete potrebbero essere interessati al fatto che in circolazione ci sono alcune monetine da 1 centesimo di euro recanti sul retro la Mole Antonelliana anzichè il Castel del Monte e queste monetine potrebbero valere sui 2500€ - quindi OCCHIO AL CENTESIMO!)

Quindi, dopo questa carrellata di esempi di attività svolte con passion e tornando a Sherlock, cosa, se non uno smodato interesse (aka passione) per l'arte investigativa, può spingerlo a studiare, tra le altre cose, tutti i tipi di terreno di Londra in modo da poter sapere la provenienza di chi arriva nel suo studio in base alle macchie di fango sui calzoni? (Quando però NON piove - quindi niente fango sui calzoni - mi sa che il sistema non funziona, ma è un problema relativo, visto che a Londra piove quasi sempre).

Da che parte di Londra verrà questa persona?
E soprattutto, come pulire poi lo studio
dal fango che avrà lasciato?
(immagine presa dal web)
Ma che cavolo è sta passione? Mistero.

Perchè ad Albert Einstein piaceva tanto la fisica?
Perchè a Fibonacci piaceva tanto la matematica?
Perchè a Charles Darwin piaceva la biologia?

Non c'è una risposta. La passione è irrazionale, è una forza che smuove e che non è interamente spiegabile. Il modo in cui la si persegue può invece essere del tutto razionale, logico e scientifico. Non a caso ho citato tre scienziati. Albert Einstein era capace di stare seduto ore e ore a pensare ai suoi problemi relativistici: un pasionario della fisica, direi!

Quindi il fatto che Holmes sia un razionale e usi un metodo logico/deduttivo rigoroso non è assolutamente incompatibile con il concetto di passione. E come tutti i geni, Sherlock è quasi completamente assorbito dalla sua passione da farne la sua ragione di vita. La sua professione gli dà la massima soddisfazione, perchè mette continuamente alla prova le sue abilità e quando gli mancano dei casi da risolvere e le sue capacità intellettuali non sono sufficientemente stimolate, Sherlock cade in depressione e cerca conforto nella droga.

E' difficile che uno così preso dalle sue cose si faccia una normale famiglia. Magari se la fa anche ma poi bisogna vedere quanto tempo ci dedica. Oppure preferisce fare il single in modo da non avere una moglie che gli viene col mattarello in laboratorio e gli interrompe una dimostrazione per trascinarlo a fare la spesa, o un marito che gli chiede di stirargli le camicie. Oppure è rintanato/a nel suo laboratorio e si dimentica di uscire a cercare l'anima gemella.

Nel caso di Holmes poi, una sua possibile partner dovrebbe o condividere con lui la passione per l'avventura e seguirlo, ma solo quando lui la chiama (e quando non la chiama non deve poi rompere perchè lui arriva per la cena due giorni dopo). Oppure deve avere il QI almeno pari alla somma di quello di Isaac Newton e Pico de Paperis.

Ci sarebbe una donna, tale Irene Adler, che a quanto pare potrebbe soddisfare il secondo requisito. Questa Irene, nell'unica avventura in cui appare, riesce a "raggirare" Sherlock guadagnandosi così la sconfinata ammirazione dell'investigatore. Poi però lei si sposa con un altro e se ne va lasciando a Sherlock soltanto una foto con autografo. Foto che lui di tanto in tanto rimirerà negli anni successivi.

Quindi i legami affettivi di Sherlock Holmes sono quello con suo fratello Mycroft, uomo intelligentissimo che però non si schioda dalla poltrona, e naturalmente quello con Watson, fedele compagno di mille avventure. E secondo me, a Holmes va benissimo così.

Holmes è un uomo soddisfatto, tranne quando i criminali fanno troppo i bravi e lo lasciano senza lavoro e, come dicevo, lui va in crisi e sprofonda nell'accidia. Se non si butta nella droga, si mette seduto in poltrona a sparare contro il caminetto. Però di tanto in tanto suona anche il violino, a quanto pare sufficientemente bene da non scacciare i topi.

Quindi io ritengo che sia fuori luogo e fuori personaggio presentare Holmes come un anziano che rimpiange di non aver dato abbastanza importanza agli affetti e col rimorso di aver "fallito" il suo ultimo caso, senza pensare a tutte le vite che lui ha salvato nel corso della sua carriera, tralaltro. Cioè, uno mi può - anzi mi deve - rappresentare un personaggio cercando una chiave non troppo utilizzata ma se mi cambia troppo i parametri, ecco che il personaggio diventa un'altra cosa. E a me questo scoccia.

Chi sono questi? Gambadilegno e Topolino?
Oppure Stanlio e Ollio?
O potrebbero essere Holmes e Watson?

Come nel film "Sherlock" con Robert Downey jr. Si crea un personaggio e lo si chiama Sherlock Holmes, giusto per vedere l'effetto che fa, ma quel personaggio con Sherlock non ha niente a che vedere. Chiamalo Tony Stark, allora, che tanto è uguale. I personaggi non si possono stravolgere così. Allora io faccio un film di Miss Marple e chiamo Stallone a interpretare la vecchia zitella.

Come quelli che provocano dicendo che il prossimo James Bond dev'essere nero. Oppure donna. Oppure gay. Ma lascia il povero Bond così come sta e inventati un altro personaggio. Inventati un agente segreto donna, nera e lesbica, all'inizio del film le fai incontrare Bond al bar, lei gli versa il Martini sul vestito così, mentre lui è in bagno a smacchiare lo smoking, lei va a combattere i cattivi.

Poi un'altra cosa, non mi piace tanto quando si cerca di "normalizzare" un personaggio particolare, quasi come per renderlo più simpatico o aumentare l'empatia con lo spettatore. Come se io facessi vedere Spiderman che paga la bolletta della luce, o Superman che si lava i mutandoni e magari gli danno giù il colore. Quasi a invitare lo spettatore a pensare:"Ahò, c'avranno pure i superpoteri ma pure loro hanno i problemi di tuttiiggiorni". Invece bisognerebbe fare il contrario, far pensare allo spettatore che, nonostante abbia le bollette da pagare e le mutande che stingono, se dedicasse delle energie a migliorare se stesso e i propri "superpoteri" forse la sua vita ne trarrebbe vantaggio. Tutto questo possibilmente senza scadere troppo nei discorsi giovanilistici che vanno tanto di moda ora tipo: coltiva il sogno, non smettere di sognare ecc. ecc. Ecco, una cosa positiva nel film, in questo senso, è l'influenza che Holmes ha sul ragazzino il quale, affascinato dalla figura dell'anziano, vuole ampliare la propria conoscenza e si mette a leggere libri e a imparare l'apicoltura.

Tirando le somme, dopo tutta questa lunghissima dissertazione, i problemi principali del film sono SECONDO ME questi:
1) Holmes è "snaturato" (ma al limite, per uno che non è un fan di Holmes, sta cosa può non essere rilevante)
2) Il film costruisce una certa tensione che poi si sgonfia lasciando(mi) con la sensazione di "molto fumo e poco arrosto" (oppure, visto che sono vegetariana, potrei coniare la frase "molto sugo e poca pasta").

Considerazioni finali. Ian McKellen è grandioso, guardarlo è fantastico, un vero piacere. Laura Linney ha un aspetto molto naturale, quasi non la riconoscevo, nessun glamour hollywoodiano, è molto credibile nel suo ruolo.

Infine, trovo molto carina l'idea del poster "Coming Soon", con la silhouette di Holmes più scura di quella della locandina finale, come per creare una leggera curiosità sull'aspetto del detective.





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