venerdì 11 gennaio 2019

SI - PUÒ - FARE!

Circa due anni fa scrivevo un lungo e logorroico post dove dicevo peste e corna del film Holmes - Il mistero del caso irrisolto. A parte il film in sè che mi sembrava fiacco, quello che mi aveva inviperito era il modo in cui era stato rappresentato il personaggio di Holmes (ovviamente non mi riferisco all'interpretazione del bravissimo Ian McKellen).

Sostanzialmente, quello che dicevo in quel lunghissimo post (ma quanto scrivevo?) era che disapprovo non solo quando un personaggio viene snaturato, ma anche e soprattutto quando viene spogliato della sua straordinarietà, quasi rendendolo alla pari con lo spettatore, pensando forse che quest'ultimo proverà così maggiore empatia.

Perché calcare la mano sulla normalizzazione di un personaggio quando se ne potrebbe invece esplorare le sue peculiari caratteristiche in più modi diversi?

A distanza di due anni non ho cambiato opinione e ho anzi visto un film che mi ha fatto ulteriormente rimanere sulla mia idea.

Il film è La vita privata di Sherlock Holmes (1970) di Billy Wilder.
All'origine, il film durava più di tre ore e prevedeva una storia composta da quattro "episodi", ma la casa di produzione impose il taglio di due "episodi" in modo da ridurre il minutaggio a poco più di due ore. Quando parlo di "episodi" intendo che la trama è divisa in spezzoni separati tra loro dal punto di vista narrativo.

Il primo di questi episodi è abbastanza buffo e vede Holmes e Watson andare a teatro ad assistere al balletto Il lago dei cigni. Holmes è annoiatissimo, invece Watson è tutto gasato alla vista delle ballerine.
Dopo lo spettacolo, mentre Watson si intrattiene allegramente con esse, Holmes viene convocato dalla prima ballerina, la diva dello show, che gli chiede se può generare con lei un figlio che erediterà quindi dei geni straordinari di bellezza fisica e intelletto.

Holmes riesce a districarsi dalla spinosa situazione facendo credere alla ballerina di essere omosessuale e di avere una relazione di lunga data proprio con Watson.

Qui avviene una scena divertente perché, mentre Watson danza allegramente con un nutrito gruppo di ballerine, si sparge la voce della sua presunta omosessualità e a poco a poco le ballerine si allontanano da Watson per venire sostituite nella danza da altrettanti ballerini, presumibilmente omosessuali, che guardano ora Watson con occhi diversi.

Il secondo episodio è invece più complicato e lungo e narra di Holmes e Watson alle prese con una donna misteriosa che dice di essere alla ricerca del marito scomparso. Da qui si avvia una complessa indagine che porta il dinamico duo addirittura sul lago Ness dove si sta costruendo un sottomarino bellico e nella cui realizzazione è coinvolto perfino il fratello di Sherlock, Mycroft (interpretato da Christopher Lee).

Nonostante nel film ci siano alcuni elementi farseschi e sopra le righe (e un Watson esagitato che non mi è piaciuto molto), penso che il personaggio di Holmes sia assolutamente credibile e in linea con il personaggio creato da Conan Doyle.

Holmes è in qualche modo reso più normale, meno filmico o letterario, ma non viene privato delle sue caratteristiche peculiari. Si mostra il suo utilizzo di droga e il mancato successo dell'indagine scozzese, ma questi elementi non sono soprendenti perché nei racconti di Conan Doyle ci sono sia i riferimenti alla droga che alcune indagini dove Holmes sbaglia oppure dove il suo intervento è irrilevante.

Inoltre è stato tolto quell'elemento sensazionale tipico di Holmes che come ti vede per cinque secondi ha già capito tutto di chi sei e cosa fai, ma questo non significa che il detective sia stato privato della sua razionalità e autocontrollo, caratteristiche fondamentali del personaggio.

Credo che molto del merito del successo vada a Robert Stephens, che ho trovato davvero straordinario nell'impersonare Holmes. Con sguardi e gesti misurati, del tutto lontani dai gigionismi di certi attori, ti fa intuire che dentro una persona (e a un personaggio) c'è tutto un mondo a cui probabilmente non avrai mai accesso.

Stephens è riuscito a mostrare i contrasti che coesistono all'interno di un individuo e, nel caso di Holmes, uno dei suoi contrasti è rappresentato dall'attrazione trattenuta e solo in parte visibile che nutre verso la donna che si rivolge a lui per cercare il marito. E inoltre questo non esclude un'ipotesi sulla natura omosessuale del grande detective.

Stephens regala una interpretazione più morbida e ambigua rispetto a quella del mitico Brett e sono convinta che queste due intepretazioni possano coesistere e anzi mostrare assieme un personaggio da diverse angolazioni, senza snaturarlo.

Per cui disapprovo operazioni dove i personaggi sono completamente diversi, tipo Holmes puttaniere o supereroe o cose del genere. Questo non significa mostrare un personaggio da un'altra angolazione, significa mostrare un personaggio diverso.

Se guardo un cavallo dalla parte del coda, vedo sempre un cavallo, mica il sedere di un gatto!

14 commenti:

  1. Adoro quel film, e in effetti secondo me il vero Holmes è proprio Stephens.
    Tra l'altro nel gruppo Holmesiano che frequento su FB la Vita Privata è considerata parte del canone 😊

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    1. Avevo sempre sentito parlare di questo film e l'ho visto solo il mese scorso. Avevo sempre pensato fosse un film molto parodistico invece sono rimasta piacevolmente stupita nel constatare che invece c'è una ironia molto sottile e anche una certa vena malinconica.
      Qualcosa non mi è piaciuto del tutto, la storia del sottomarino mi è sembrata un po' macchinosa e Watson proprio non l'ho gradito. Ma Stephens, che perla rara! Il suo Holmes mi è sembrato come un vero personaggio esistente a cui uno scrittore si è ispirato per farne un personaggio letterario.

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  2. Sai una cosa? Racconti così bene le tue opinioni sui film che, oltre ad invogliarmi ad andare di più al cinema, mi fai pensare che sei una critica cinematografica. Sbaglio?
    Abbraccio siempre

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    1. Cara Farfalla, che gran stra-complimenti che mi fai! Ti confesso che fare la critica cinematografica era un mio desiderio adolescenziale ma all'epoca (e per molti, molti anni) non mi è mai passato per la testa di scrivere mai nemmeno dieci righe per parlare di un qualsiasi film. Mi sono sempre solo limitata a leggere. Non so quanti dizionari del cinema ho e che leggo e sfoglio mangiando un biscotto o bevendo il caffè. Ma per fare la critica cinematografica occorre avere una competenza elevatissima che non ho. Non conosco le filmografie di maestri grandi e meno grandi, né ho conoscenza del "dietro le quinte" della realizzazione dei film. Manco gli sceneggiatori conosco. Ho una conoscenza a spizzichi e bocconi del tutto insufficiente per fare un mestiere del genere.
      Però poi ho aperto questo blog e ci scrivo quello che mi passa per la zucca e dove posso conversare coi miei amabili lettori! Baci e grazie mille per il commento!

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  3. La prima scena che descrivi la ricordo benissimo, quindi di sicuro questo film l'ho visto... ma non ha lasciato una sola briciola di ricordo in me! Da qui arguisco che non mi sia molto piaciuto: elementare, Kuku :-D
    Un personaggio di successo e molto amato è delicatissimo, va trattato con cura per non snaturarlo, come troppo spesso accade. Non sono fan dei canoni, anzi li considero particolarmente castranti per gli artisti e decisamente pericolosi per tutti, ma è ovvio che un personaggio debba sempre rispettare le proprie caratteristiche stilistiche, per portarne il nome.

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    1. Sul film in sé non mi sono in effetti espressa molto perché faccio fatica a darne un giudizio. E' un film "strano", non del tutto omogeneo e inoltre mancherebbero diverse parti che il regista è stato costretto a tagliare. Sono parti autonome, questo sì, ma di sicuro un senso ce lo avevano. Il taglio è stato imposto solo per questioni di lunghezza.

      Penso che sia una sorta di sfida: riuscire a non snaturare un personaggio ma cercare di dargli una chiave di lettura o una interpretazione diversa dal solito. Non è semplice, implica davvero molto lavoro, studio, tentativi e anche molto guizzo artistico, altrimenti il tutto potrebbe risultare troppo rigido e innaturale. Gli stravolgimenti sono capaci tutti a farli e mi sembra che vengano usati a sproposito i personaggi famosi solo per attirare una certa attenzione.

      In questo film specifico, ho l'impressione che moltissimo sia dovuto all'interprete. Sono mie sensazioni, eh, perché chissà il regista magari aveva in mente altro.
      Wilder all'inizio voleva esplicitare l'innamoramento di Holmes nei confronti di Watson. Esplicitare forse è una parola grossa, comunque quel tema doveva avere un certo rilievo, poi però non ha avuto il coraggio (forse per pressioni esterne, non ho capito) di perseguire l'idea.
      Ma penso che vada bene anche così, non credo sia così importante definire la sessualità di Holmes quanto piuttosto far intuire che c'è molto di più dentro questo personaggio. E penso che in questo film questa cosa venga fuori, anche perché il personaggio è realistico ma non normalizzato e livellato in maniera banale.

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  4. Avevo visto quel film forse quasi vent'anni fa, ma del primo spezzone non ne serbo memoria, mentre mi ricordo benissimo il mostro di Loch Ness: molto kitsch, ma anche molto divertente, e alla fine il film mi era piaciuto.
    Comunque la ballerina non può aver detto la battuta sui geni, perché sarebbero stati scoperti decenni dopo (a meno che tu non stessi parafrasando il senso del suo discorso).
    Non piace neanche a me quando un personaggio viene snaturato in una trasposizione. Vedi Elementary: Holmes mi piace molto, Lucy Liu che fa Watson è solo antipatica e basta (sarà perché lo è già lei di suo). Comunque per me il miglior Holmes in assoluto è stato Peter Cushing (ma quello era un film con la F maiuscola...)

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    1. Il primo pezzo è ancor più kitsch con un Watson allupato che si intrattiene allegramente con le ballerine! :D

      No, in effetti la ballerina non parlava di geni, diceva qualcosa del tipo che voleva avere un figlio bello e intelligente e che la bellezza l'avrebbe presa da lei e l'intelligenza da lui. Questa cosa, a quanto pare, è stata ispirata da un episodio accaduto nella realtà a George Bernard Shaw a cui era stata fatta una proposta del genere dalla ballerina Isadora Duncan (ma l'aneddoto pare avere anche protagonisti diversi). Shaw aveva declinato la richiesta dicendo che un loro ipotetico figlio avrebbe potuto invece ereditare la bellezza di lui e il cervello di lei.

      Ma intendi il Mastino dei Baskerville o La Maschera della morte? O addirittura la serie tv con Cushing? Devo aver visto solo il secondo film ma moltissimo tempo fa e non me lo ricordo però forse all'epoca era un po' troppo avanti con gli anni per fare un Holmes "classico". Non so, preferisco un Holmes più giovane, comunque devo vedere "Il mastino dei Baskerville".

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    2. Bello l'aneddoto che hai raccontato. In Big Bang Theory (mi pare nel pilot) c'è Leonard che dice a proposito di Penny: "I nostri figli saranno bellissimi e intelligenti" e Sheldon che replica: "Hai dimenticato "immaginari"." 😁
      Comunque sì, intendevo il Mastino dei Baskerville, con Peter Cushing e Christopher Lee!

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    3. Hhahaha, come smontare subito in due parole le illusioni di qualcuno!

      Certo che anche Lee è un "bazzicatore" di Holmes avendo incredibilmente interpretato sia Sherlock che Mycroft. Non si è fatto mancare niente.

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    4. In quel film faceva Henry Baskerville...

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    5. Sì, sì, intendevo che, nel corso della sua carriera, Lee ha intepretato Sherlock in qualche film.
      Comunque c'è anche qualche attore, tra cui perfino Jeremy Brett, che hanno intepretato, non nello stesso film o opera teatrale ovviamente, sia Watson che Sherlock..devo dire che mi riesce difficile pensare che lo stesso attore riesca a interpretare convincentemente i due ruoli, mi sembrano veramente troppo diversi, anche fisicamente.

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  5. Bene, in effetti una coincidenza non da poco ritrovarsi post con argomento simile e titolo pressoché identico. Empatia. :)
    Come avrai forse letto nel mio post, sto lavorando alla messa in scena di uno spettacolo teatrale su questo straordinario personaggio e... non lo nego: ho dovuto attingere all'ultima serie televisiva, che per altro è una delle cose migliori degli ultimi anni. Holmes ne risulta abbastanza snaturato perché eccessivamente cinico, pronto alla battuta eccessiva, sarcastica, ma per un laboratorio ragazzi è perfetto.
    Diverso sarebbe se fosse un progetto con la Compagnia teatrale. Lì, ecco, avrei rispettato il canone. Non è escluso che ci faccia un pensiero, anzi. In generale, gli apocrifi non mi piacciono mai, men che meno le produzioni caricaturali.

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    1. La serie con Cumberbatch non l'ho vista, sono un po' carente in fatto di serie degli ultimi anni, non riesco a trovare qualcosa che mi appassioni davvero.
      Per i ragazzi penso che vada bene attingere alla serie, forse se lo sentono più vicino in quel modo. Avete iniziato immagino le prove, sono curiosa di leggerne se per caso ne vorrai scrivere.
      Comunque complimentissimi per aver ideato un giallo, non dev'essere per niente facile!

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