domenica 9 ottobre 2016

I guerrieri della notte - Narrazione irriverente

Recentemente ho visto questo film che è considerato un capolavoro, una pietra miliare della storia del cinema. Mi aspettavo di vedere un film crudo, violento e amaro sulla vita di questi giovani che si uniscono alle gang della giungla metropolitana di New York.

Ora, probabilmente mi sono persa io lo spirito di questo film perché a me sembra un film d’azione per teenager, un film un po’ fumettoso. Non che con i fumetti non sia possibile raccontare storie di un certo peso, ma non mi sembra questo il caso. Inoltre, secondo me, ci sono diversi momenti di ridicolo involontario.

Mi permetto quindi di raccontare la trama del film evidenziando le cose mi che hanno fatto sbaccanare e sarò quindi un po’ irriverente; se c’è qualche fan in lettura, spero non se ne abbia a male.

Attenzione! Racconterò tutta la storia, quindi spoiler a manetta: lettori avvisati!


Trama
Siamo a New York nel 1979. Sulle immagini compaiono i titoli di testa. Il carattere usato è di colore rosso e le lettere hanno l’effetto un po' sangue che gronda, un po' graffito. Già da questo particolare dovevo capire che questo non è un film serio, non più di Freddy vs Jason, comunque.

Procediamo. Nel Bronx è stato organizzato un mega raduno di tutte le gang della città. Ogni gang partecipa con una delegazione di 9 componenti.
Come vi immaginate voi che dei membri di una gang prendano la metropolitana? Nel mio immaginario, e anche in base a quello che si vede di solito, questi personaggi scavalcano i tornelli e pigliano la metro gratis. Bene, in questo film no. I membri delle gang pagano il biglietto e ordinatamente passano in fila attraverso i tornelli! Evidentemente queste gang sono molto dotate di senso civico.

Andiamo avanti. Al raduno, mentre il capo della gang più potente della città sta facendo un discorso di fronte a tutti quanti, il leader pazzoide della band dei Rogues lo uccide sparandogli, addossando poi la colpa alla gang dei Warriors.
Succede un putiferio, volano cazzotti, coltelli, proiettili, arriva anche la polizia. I Warriors, che non hanno capito di essere accusati dell’omicidio, tentano in ogni caso la fuga ma nel parapiglia generale, il loro capo ci lascia la pelle.

I Warriors decidono che la cosa migliore è prendere la metropolitana e tornare di filato a Coney Island, il loro territorio. Solo lì saranno al sicuro. E in effetti, dopo essere sfuggiti a una banda rivale che gira in pullmino (i Turnbull AC's - sembra il nome di una squadra di calcio), i nostri Guerrieri riescono a raggiungere la stazione e a salire su un vagone (stavolta, essendo inseguiti, non hanno tempo di fare il biglietto!).

Scuolabus per gangster di città.
A mezzanotte c'è la lezione di roteamento catene.

I Warriors pensano di essere al sicuro ma la fortuna non è dalla loro. Alla stazione successiva c’è un incendio e la metro non può proseguire. Ai nostri tocca quindi scendere, uscire dalla stazione e andare a piedi a quella successiva ma devono fare attenzione perché è pericoloso girare per New York di notte, con tutte queste bande pericolose.

Infatti, dopo pochi passi, i Warriors entrano nel territorio dei temibili Orphans. Così temibili che i grandi boss della città si sono dimenticati di invitarli al raduno (e quindi ‘sti Orfani non sanno neanche del casino che è successo).
Ora, ogni banda ha un abbigliamento particolare che permette di distinguere un membro di una banda da quello di un’altra. I Warriors hanno un gilet con sulla schiena una immagine e il loro nome, i cattivi Rogues hanno berretti e giacche in pelle con teschio sul retro, c’è chi ha delle casacche asiatiche, chi è tutto vestito di nero. No, gli Orfani no. Essi indossano jeans e t-shirt verde con il loro nome appiccicato sulla schiena alla bell’e meglio. Peggio di così c’era solo scrivere il nome col pennarello. Più che una gang di quartiere sembrano un gruppo di nerd. Gli mancano solo gli occhiali con lo scotch sul naso e sono a posto.

Ho bisogno di un tecnico pc, qualcuno di voi è libero?
Ah, no scusate, voi siete gli Orphans

Sulle prime gli Orfani fanno un po’ gli scontrosi e mostrano ai Warriors addirittura dei ritagli di giornale dove si narrano le loro gesta. In pratica questi per essere presi sul serio e dimostrare di essere forti tirano fuori il curriculum! Mica pizza e fichi.
I Warriors dicono che loro devono solo andare alla metro, non vogliono rogne e i magnanimi Orfani rispondono: ”Beh, dai, allora passate pure”. 

Ma da un edificio esce una ragazza, forse la ragazza del capo. Ella dice in pratica agli Orfani che sono proprio degli sfigati se lasciano passare i Warriors così impunemente, senza neanche una scazzottata.
Feriti nell’orgoglio, gli Orfani dicono che i Guerrieri potranno passare solo se si toglieranno il loro gilet d’ordinanza. I Guerrieri rispondono picche e partono a passo di marcia verso la stazione. Vengono inseguiti dagli Orfani che però non fanno nemmeno in tempo a tirare fuori un rasoio da barbiere e a dire:”Vi pisciamo in testa!” che i Warriors gli lanciano addosso una bottiglia esplosiva che fa saltare in aria una macchina e i poveri Orfani assieme ad essa.

Sgominati quindi gli Orfani in due minuti, i Warriors entrano in stazione dove però trovano dei poliziotti, da loro affettuosamente chiamati “elmetti”. Nel casino generale, uno della gang, lottando con un poliziotto, finisce sotto un treno in corsa mentre gli altri si ritrovano divisi in due gruppi: quattro di loro fuggono fuori dalla stazione mentre gli altri tre riescono a prendere una carrozza e a fuggire.

Il gruppo dei 4, appena messo piede fuori dalla stazione, si ritrova nel territorio degli spaventosi Baseball Furies. Questi sì che fanno paura, vanno in giro vestiti con una divisa da baseball, mazza compresa, e le loro facce sono pitturate di bianco, nero, rosso. Incontrarli di notte non deve essere molto simpatico.

Un esponente delle Baseball Furies, forse un fan dei Kiss

Le Furie subito iniziano a inseguire i quattro Warriors; arrivati in un parco la fuga ha termine e s’impone un combattimento. Nota: le Furie sono almeno in sei.
Secondo voi, chi vince tra i sei armati e i quattro disarmati? I quattro disarmati, è ovvio. E nel giro di pochi minuti, poi. Evidentemente le Furie puntano tutto sul look minaccioso. Se gli avversari si spaventano, bene; se bisogna anche combattere, le Furie hanno qualche problemino. La lotta non è il loro forte, diciamo.

Terminata la lotta, i fantastici quattro proseguono il cammino e vedono una ragazza tutta sola seduta su una panchina (la ragazza è interpretata da Mercedes Ruehl – bravissima ne “La leggenda del re pescatore”). Il sessuomane del gruppo non capisce più niente. I suoi ormoni impazziti gli impediscono di notare che la situazione è un po’ sospetta; dice agli altri di andarsene e abborda la ragazza.
Incredibilmente lei ci sta! E siccome lui deve far vedere che è un vero uomo, le sue avances sono un tantinello violente. Ma la ragazza non è una semplice ragazza, è una poliziotta in borghese e non ci mette molto ad ammanettare alla panchina il nostro maschione arrapato e a chiamare rinforzi. Se le Baseball Furies non fossero state ancora agonizzanti dopo la batosta, avrebbero potuto vedere come sarebbe stato assai facile avere la meglio su almeno uno dei Warriors.
 
Nel frattempo, i tre Warriors che avevano preso la metro arrivano a Union Square. Si guardano attorno e vedono un gruppo di ragazze che fanno loro gli occhi dolci. Non solo, le ragazze li invitano addirittura nel loro appartamento. Ai tre non sembra vero e con l’ormone già a palla seguono le ragazze nel loro covo. Due Warriors iniziano ad amoreggiare mentre il terzo si guarda attorno intimidito. E menomale! Perché le ragazze sono in realtà componenti della banda The Lizzies! E quando pensano che gli uomini siano abbastanza distratti, chiudono la porta col chiavistello e tirano fuori coltelli e pistole. I Warriors pensano bene di darsi alla fuga.
Ora, in un film normale, magari uno dei tre rimarrebbe a terra perlomeno ferito ma siccome siamo ne:”I guerrieri della notte”, i tre disarmati riescono a scappare illesi dal covo di una masnada di donne inferocite e armate fino ai denti. Anzi, a dire il vero, non del tutto illesi: uno si fa un graffio all’avambraccio. Un gatto gli avrebbe fatto più male.

Le Lizzies non hanno una divisa, sono una gang in incognito

Dopo queste svariate disavventure, i Warriors riescono finalmente a riunirsi tutti a Union Square. E qui incontrano la gang dei Punks. Non bisogna lasciarsi ingannare dal nome, i Punk non indossano giubbotti borchiati né hanno i capelli colorati con taglio alla mohicana. No, i Punk indossano una maglia colorata preferibilmente a strisce, salopette in jeans e pattini a rotelle. Ripeto: maglia colorata, salopette, pattini. Se si guarda solo il capetto, che ha pure una faccia truce, la cosa non sembra strana; ma se si guarda la gang nel suo insieme sembra di trovarsi a un raduno di idraulici. Se avessero anche il berretto rosso potrebbero essere scambiati per i nipoti di SuperMario.

I Punks stanno cercando i Warriors
o devono riparare le perdite dei gabinetti?

Appare comunque subito chiaro che i Punk vogliono menare le mani. I Warriors però sono astuti e attirano i Punk nelle toilette degli uomini. E qui la banda della salopette dimostra di essere un po’ ingenua. Se entrando nella toilette non si vede nessuno, è abbastanza ovvio che i Warriors si sono nascosti dentro i gabinetti. E allora quando i Guerrieri escono all’improvviso dai cessi, perché i Punk sono così sorpresi? Che candidi.
Comunque, tra un lavandino e un orinatoio, le due bande se le danno di santa ragione e se non altro stavolta i Warriors sono finalmente armati. Giù mazzate, coltellate, cazzotti, porte di gabinetto, insomma una rissa in piena regola. 
Se solo però non si vedesse così smaccatamente che la faccenda è fasulla. Mi aspettavo da un momento all’altro che apparissero in sovraimpressione scritte del tipo: POW! BAM! SBENG! come nei telefilm anni ‘60 di Batman. Il realismo era all’incirca lo stesso.
I nostri Warriors hanno la meglio nello scontro, ci avrei quasi scommesso.

Anche Batman avrebbe volentieri partecipato alla rissa nei bagni

Dopo aver metaforicamente fatto calare le braghe (anzi la salopette) ai Punk, i Warriors prendono la metro e finalmente raggiungono Coney Island, famosa per il luna park e la spiaggia. E proprio tra le giostre qualcuno li attende. Sono loro: i famigerati Rogues! Sono venuti apposta con la macchina - sì perché loro la macchina ce l’hanno; macchina... in realtà è un carro funebre graffitato ma almeno i Rogues non hanno problemi di metro.

Il leader dei Rogues, tal Luther, è un pazzoide attaccabrighe e inizia a far tintinnare tre bottiglie cantando ripetutamente e in tono sempre più stridulo:”Guerrieeeeeri, giochiamo alla gueeeerrraaaa?” (in originale: “Waaaaarrioors, come out to plaaaaaay”). Lo dice almeno una decina di volte con un effetto sempre più urtante, sia in italiano che in inglese. Già alla quinta volta gli avrei fatto tintinnare le bottiglie in testa purchè stesse zitto. Anche i Warriors ne sono infastiditi, anche se non lo danno tanto a vedere (Michael Beck, l’attore che fa il capo dei Warriors ha la stessa espressione dall’inizio alla fine del film, inutile dire che la sua interpretazione non mi ha particolarmente colpito).

Si impone una sfida sulla spiaggia. Il leader dei Warriors propone al capo dei Rogues un duello tra loro due. Quest'ultimo non è un tipo molto sportivo: senza neanche acconsentire, tira fuori una pistola e spara ma il capo dei Warriors è più svelto: gli tira un coltello sul polso facendo sbagliare così il tiro al malvagio Luther. 

Improvvisamente arriva la numerosa gang dei Gramercy Riffs, proprio quella il cui leader era stato ucciso all'inizio. Il capo dei Gramercy sembra Eddy Murphy in "Un poliziotto a Beverly Hills". I Warriors, sempre senza darlo a vedere, temono il peggio. Invece, i Riffs hanno saputo di come sono andate veramente le cose, lodano i Warriors e accerchiano i Rogues per giustiziarli.

THE END

Insomma, a vedere il film mi sono divertita ma certo non posso dire di aver visto un capolavoro, comunque è sempre bene guardare film che sono entrati nell'immaginario di una generazione.


Locandina

 Il poster ha una bella illustrazione che mi ricorda un po' addirittura il dipinto "Il quarto stato" di Giuseppe Pelizza da Volpedo.

Nella illustrazione si possono vedere vari personaggi del film che però non sono rappresentati in maniera accurata.
Il capo dei Warriors ha un gilet "sbagliato", il gilet "giusto" è quello indossato dai due personaggi ai lati; inoltre nel film il capo non indossa nessuna fascia in testa.
La ragazza a fianco a lui potrebbe essere una Lizzie anche se non mi pare che abbia la faccia di qualcuna delle attrici che interpretano le componenti di quella banda.
L'uomo di colore a destra ha la faccia dell'attore che interpreta Cochise però ha un fazzoletto in testa, seppur di colore sbagliato, come ha solo Cleon, il capo iniziale dei Warriors.
L'uomo a sinistra è vestito come un Warrior ma nel film non c'è nessun personaggio con quella faccia.
Si vedono diversi membri delle Baseball Furies, anche se hanno delle decorazioni facciali che nel film non si vedono.
In alto a sinistra si intravedono i Punks in salopette e davanti a loro ci sono gli Hi-Hats con cappelli a cilindro e vestiti da mimi.
Si vede inoltre il titolo scritto con il fantastico font graffitt-sanguinolento; peccato che sia in viola anzichè in rosso.

That's all for now folks!

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